Casi Ipea e fondi della formazione in Veneto rivelati da VicenzaPiu.com ora “alla sbarra”, il collega Cagnassi su Spiandorello: “ora Regione mi dà ragione”

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Marco Spiandorello (ex Ipea) a S. Donà punta il dito contro gestione fondi formazione in Veneto
Marco Spiandorello (ex Ipea) a S. Donà punta il dito contro gestione fondi formazione in Veneto

L’assessore alla formazione Elena Donazzan e il dirigente responsabile del settore Santo Romano con altri funzionari e consulenti, oltre alla regione Veneto stessa per mano di Luca Zaia, ha denunciato in diverse sedi penali e civili (qui con più richieste di danni a cinque zeri) il direttore di VicenzaPiu.com, Giovanni Coviello, per aver raccontato in più articoli, tutti documentai, i contenuti accusatori di più dossier sulla gestione dei fondi della formazione in Veneto, i cui responsabili, dall’assessore in giù, ci rifiutarono sempre ogni risposta.

Quello base e da cui nacque l’indagine sulla gestione dei fondi della formazione era stato presentato alla procura di Venezia paradossalmente ma doverosamente proprio a firma dello stesso Zaia (Il Fatto Quotidiano a firma Giuseppe Pietrobelli titolò: “Veneto, Regione vuole 410mila euro da giornale online: “Diffamati”. Ma la fonte del sito è un dossier dato da Zaia ai pm“).

Il presidente uscente ma ricandidatosi, a furor di conferenze stampa… pandemiche, aveva, infatti, ricevuto la relativa documentazione a firma di Sergio Berlato, oggi eurodeputato ma allora consigliere regionale presidente della commissione competente anche per la formazione, settore che poi gli fu tolto da Zaia, e di vari imprenditori tra cui Marco Spiandorello, interessato soprattutto al “suo” caso, quello di Ipea.

Il politico e gli imprenditori del settore della formazione nel tempo arricchirono quel faldone di partenza con altri documenti raccolti dalla Guardia di Finanza incaricata delle indagini sulla gestione dei fondi della formazione che ci risulta che le abbia concluse da tempo consegnando le sue rilevazioni alla procura.

Il nostro direttore, che ha dovuto anche rinunciare all’opposizione a un decreto penale emesso, ingiustamente dice Coviello, a favore della Regione per concentrare le sue risorse negli altri procedimenti, si sta difendendo nelle sedi competenti con non pochi sacrifici economici legati anche a un particolare  accanimento contro quanto riguardi VicenzaPiu.com dell’assessore uscente Donazzan, tra l’altro condannata per lite temeraria (clicca qui per i dettagli) dal giudice Giuseppe Limitone.

Nel penale, giudice a Vicenza Veronica Salvadori, il direttore è assistito con particolare impegno anche “personale” dall’avv. prof. Rodolfo Bettiol e dall’avv. Alessandra Chiantoni, entrambi di Padova, mentre a Venezia nei due procedimenti civili in corso è l’avv. Marco Ellero di Vicenza a supportare le ragioni del direttore di VicenzaPiu.com, soggetto a un vero e proprio attacco giudiziario concentrico.

Recentemente, un esempio per tutti, il collega Alberto Spampinato direttore di Ossigeno per l’informazione, prima di riconoscergli un bonus a parziale copertura delle spese legali per gli attacchi di Zonin e non solo, così commentò la condanna in primo grado inflitta al nostro direttore da Matteo Mantovani su denuncia di tali Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto: “La condanna di Giovanni Coviello a 8 mesi di carcere per diffamazione a mezzo stampa è certamente ingiusta e sproporzionata e ha un effetto raggelante e intimidatorio sull’intera categoria dei giornalisti….“.

Questo cappello serve a inquadrare l’articolo pubblicato oggi sia su Il Mattino di Padova che su La Nuova Venezia dal collega Giovanni Cagnassi, invitato a San Donà da Spiandorello (foto) per degli aggiornamenti sul caso Ipea e sulla gestione dei fondi della formazione in Veneto a sua detta “clamorosi” e che tali ci paiono essendone già in possesso (li stiamo esaminando a fondo per darne conto in dettaglio) e che sono stati da lui forniti nello stesso incontro anche a un collega de Il Gazzettino su cui oggi nulla leggiamo.

Ecco, intanto, l’articolo di Cagnassi con i due titoli sulle due testate

 

Titolo su Ipea e Spiandorello de Il Mattino di Padova
Titolo su Ipea e Spiandorello de Il Mattino di Padova

 

Titolo su Ipea e Spiandorello de La Nuova Venezia
Titolo su Ipea e Spiandorello de La Nuova Venezia

Da Il Mattino di Padova

Truffa milionaria all’ex Ipea «Sì, avevamo ragione noi»

Ha già trasmesso un dossier in Procura ed è tornato a San Donà mettendoci la faccia per raccontare la sua storia. Marco Spiandorello torna sul caso ex Ipea a 8 anni esatti da quando l’assessorato alla Formazione della Regione Veneto, a seguito della denuncia presentata dagli allora nuovi gestori del centro di formazione professionale sandonatese, lo stesso Spiandorello e l’ex consigliere regionale, Iles Braghetto, padovano pure lui, aveva accertato gravi irregolarità della precedente gestione cui loro erano subentrati con nuove società. espostoDopo l’esposto arrivò lo stop alle attività di formazione professionale, sostenute con fondi pubblici per circa 4 milioni di euro nella storica scuola di estetica e acconciatura. Per Spiandorello, dopo questa vicenda ingarbugliata, fu la fine di un’attività che aveva un futuro davanti. Il caso era esploso fragorosamente, fino a quando subentrarono nuovi soci al centro che ha proseguito tranquillamente l’attività voltando pagina. Ma Spiandorello aveva esaminato documenti e carte per mesi fino a raccogliere tutto in un dossier molto accurato che aveva preso come spunto anche le dichiarazioni accolte tra i numerosi ex docenti che lui stesso aveva sentito ai tempi in cui era subentrato.verbali «Trenta verbali accolti dalla direzione territoriale del lavoro e dall’Inps regionale», dice Spiandorello, «insieme alle indagini della Guardia di Finanza di Mestre testimoniano e confermano che la denuncia era corretta. L’aver gonfiato i rendiconti di spesa pubblica con compensi al personale docente e impiegati amministrativi con importi tre quattro volte superiori, 30-40 euro l’ora contro la retribuzione di 10 euro all’ora, realmente consegnata a tutto il personale in contanti. E l’aver gonfiato del 40% le forniture di materiale didattico e di consumo per le esercitazioni, oltre ai servizi di locazione di immobili, tutti appartenenti a società di proprietà dei gestori Ipea. Oltre a ciò sono stati disconosciuti diversi compensi di attività di coordinamento e tutoraggio ritenuti mai svolti». «Questo emerge dalle relazioni di revisione della società incaricata dalla Regione Veneto, la Bdo di Milano», aggiunge, «per gli anni 2009-2010 e 2010-2011. Complessivamente il taglio totale, per gravi irregolarità nella gestione dei fondi pubblici sulla formazione nei centri Ipea, era di circa 2.200. 000 euro su un finanziamento riconosciuto di circa 4.100.000. Ovvero la Regione ha accertato che il 50% di fondi incassati non erano più dovuti per gravissime irregolarità gestionali della scuola».

Spiandorello ha dovuto rinunciare a tutto, è tornato a insegnare all’alberghiero di Abano dove si era messo in aspettativa per la nuova attività nella scuola. «La Regione Veneto con i primi decreti del 19-11-2019», precisa, «ha già richiesto la restituzione di una prima tranche di 700.000 euro alle società assicurative che hanno emesso la polizza assicurative a garanzia dei corsi, garantite personalmente dalle società e i referenti. Finalmente, una prima luce in una storia troppo lunga nell’accertare le responsabilità di mala gestione di denaro pubblico troppo strana».

Giovanni Cagnassi

 

Da La Nuova Venezia

San Donà. Ha già trasmesso un dossier in Procura ed è tornato a San Donà mettendoci la faccia per raccontare la sua storia. Marco Spiandorello torna sul caso ex Ipea a 8 anni esatti da quando l’Assessorato alla Formazione della Regione Veneto, a seguito della denuncia presentata dagli allora nuovi gestori del centro di formazione professionale sandonatese, lo stesso Spiandorello e l’ex consigliere regionale Iles Braghetto, aveva accertato gravi irregolarità della precedente gestione cui loro erano subentrati con nuove società.

Dopo l’esposto arrivò lo stop alle attività di formazione professionale, sostenute con fondi pubblici per circa 4 milioni di euro nella storica scuola di estetica e acconciatura. Per Spiandorello, dopo questa vicenda ingarbugliata, fu la fine di un’attività che aveva un futuro davanti. Il caso era espoloso fragorosamente, fino a quando subentrarono nuovi soci al centro che ha proseguito tranquillamente l’attività voltando pagina. «30 verbali accolti dalla direzione territoriale del lavoro e l’Inps regionali», dice il padovano Spiandorello, «insieme alle indagini della Guardia di Finanza di Mestre testimoniano e confermano che la denuncia era corretta. L’aver gonfiato i rendiconti di spesa pubblica con compensi al personale docente e impiegati amministrativi con importi tre quattro volte superiori, 30-40 euro l’ora, la retribuzione di 10 e ora, realmente consegnata a tutto il personale in contanti. Questo emerge dalle relazioni di revisione della società incaricata dalla Regione Veneto, la Bdo di Milano», aggiunge, «per gli anni 2009-2010 e 2010-2011. La Regione ha accertato il che 50% di fondi incassati non erano più dovuti per gravissime irregolarità gestionali della scuola». Spiandorello ha dovuto rinunciare a tutto, è tornato a insegnare all’alberghiero di Abano dove si era messo in aspettativa. “La Regione Veneto con i primi decreti del 19-11-2020”, precisa, “ha già richiesto la restituzione di una prima tranche di 700000 euro alle società assicurative che hanno emesso la polizza assicurative a garanzia dei corsi, garantite personalmente dalle società e i referenti. Finalmente, una prima luce in una storia troppo lunga nell’accertare le responsabilità di mal gestione di danaro pubblico troppo strana»

Giovanni Cagnassi


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