Caso Salis: Meloni tra propaganda e realpolitik. La via d’uscita per l’italiana in carcere a Budapest

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Ilaria Salis caso
Ilaria Salis

Si fa sempre più urgente il caso di Ilaria Salis, la giovane italiana detenuta a Budapest con l’accusa di far parte della “banda del martello”, tanto che ora si trova ad un bivio. Ne hanno scritto in un articolo a 4 mani di commento politico Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per La Repubblica, in edicola oggi.

Da un lato, la propaganda di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che dipingono l’Ungheria come un paese che garantisce un “giusto processo” e minimizzano le immagini di Ilaria al guinzaglio, la conducono in un vicolo cieco, allontanando l’ipotesi di un ritorno in Italia. Dall’altro, si apre uno spiraglio di luce con il compromesso tecnico su cui sta lavorando il Ministero della Giustizia italiano: una relazione per gli arresti domiciliari di Ilaria in Italia, con braccialetto elettronico e massima sicurezza.

I punti cruciali della vicenda sono molteplici. Innanzitutto, i tempi del giudizio: l’opinione pubblica italiana è indignata e preme per una soluzione rapida. La premier Meloni, però, si trova in una posizione delicata. Da un lato, non si sente vicina alla galassia di Ilaria Salis e non vuole mettere in discussione il rapporto con l’alleato ungherese, Viktor Orban. Dall’altro, è costretta a bilanciare la sua sensibilità politica sul tema con i doveri istituzionali e il sentiment dell’opinione pubblica.

Meloni ha assicurato il suo impegno per la dignità e il rispetto di Ilaria Salis, garantendo l’assistenza del governo e dell’ambasciata italiana. La difesa di Ilaria, però, punta sul rischio di fuga nullo in Italia per ottenere gli arresti domiciliari.

Un’inquietante ombra grava sulla vicenda. Ilaria Salis è stata interrogata su denunce per le condizioni di detenzione e le è stato chiesto di firmare un verbale in ungherese senza traduzione. L’ambasciata italiana ha chiesto copia del verbale, ma al momento non ha ricevuto risposta.

Il futuro di Ilaria Salis è incerto. La risposta del governo ungherese alla richiesta di domiciliari è ancora ignota. Il clima resta teso e la situazione è delicata.

La posizione di Giorgia Meloni sul caso Salis è un compromesso tra propaganda e realpolitik. La premier si trova in una posizione difficile, costretta a bilanciare le diverse esigenze in gioco. La realpolitik del compromesso potrebbe essere l’unica via d’uscita per l’italiana in carcere a Budapest.

Il caso Salis è un banco di prova per la diplomazia italiana e per la sensibilità di Giorgia Meloni verso i diritti umani. La speranza è che si trovi una soluzione giusta e rapida che garantisca a Ilaria Salis un processo equo e condizioni di detenzione dignitose.