Vola in Borsa il titolo di Cattolica Assicurazioni – più 7% il picco di giornata, più 4,93 alla chiusura delle contrattazioni – sull’onda della notizia, anticipata ieri sul Corriere del Veneto , che Generali ha aperto un «paracadute» a protezione degli accordi con la Compagnia veronese, dando la disponibilità a farsi carico di una parte delle azioni che potrebbero essere oggetto di recesso da parte dei soci storici non interessati a entrare nella nuova Cattolica Spa. La mossa intende salvaguardare la validità della delibera assembleare che, per l’appunto, ha sancito l’addio di Cattolica alla forma cooperativa, delibera fondamentale per l’ingresso nel capitale di Generali e la cui efficacia è stata subordinata da Cattolica a un limite, per quanto riguarda il recesso, del 20% del capitale (con l’impegno di una cifra massima di poco superiore ai 180 milioni di euro).
Grazie a un’integrazione degli accordi con Cattolica, datata 28 settembre, Generali potrà rilevare, per la quota del 24,4% del capitale che verrà a detenere dopo la sottoscrizione dell’aumento riservato da 300 milioni, le azioni eventualmente oggetto di recesso, così da alleggerire il conto che l’ormai ex cooperativa potrebbe essere costretta a pagare ai soci in uscita. Cattolica e Generali hanno inoltre concordato di esaminare «tutte le azioni e le attività volte al buon esito e all’implementazione dell’operazione», allo scopo di trovare il modo di dare esecuzioni agli accordi presi, anche interloquendo con le autorità di vigilanza (Ivass e Consob), a cui potrebbe essere chiesta un’esenzione dall’obbligo di lanciare un’Opa «da salvataggio».
L’integrazione dei patti prevede ora che il Leone di Trieste sottoscriva l’aumento di capitale entro il 23 ottobre. Cattolica, da parte sua, ha fatto sapere che entro il 9 ottobre, cioè dopodomani, comunicherà il numero delle azioni consegnate dai soci storici della cooperativa per il diritto di recesso. Per la cronaca, il prezzo fissato a suo tempo per chi intendeva recedere è di 5,47 euro per azione, un valore nettamente al di sopra dei prezzi raggiunti in Borsa intorno al 24 settembre (4,68), ultima data utile per chi voleva uscire dalla Compagnia. Questa differenza rendeva potenzialmente allettante l’esecizio del recesso per la vasta platea di soci interessati.
Comunque sia andata, se la soglia del 20% di recessi risulterà superata, Cattolica dovrà comunicare entro il 24 ottobre – cioè il giorno seguente alla data entro la quale andrà perfezionato l’aumento di capitale da parte di Generali – se intende rinunciare al limite che essa stessa aveva posto.