(Adnkronos) – Ancora una volta nel segno della Sardegna. Sabato 21 settembre le acque cristalline della spiaggia La Cinta di San Teodoro hanno ospitato la Coppa del Mondo paralimpica in acque libere, a testimonianza che ormai le federazioni internazionali sono sempre più ispirate dai luoghi incantati che l’isola custodisce. In questa edizione sono stati 32 gli atleti presenti, provenienti da 12 nazioni: Canada, Ungheria, Italia, Francia, Venezuela, Finlandia, Messico, Sri Lanka, Gran Bretagna, Spagna, Svezia, Stati Uniti. A seconda della classe di appartenenza gli atleti e le atlete hanno gareggiato sulle due distanze, 1.5 km e 3 km. Le classifiche degli arrivi sono state stilate in base ai tempi ponderati rispetto alle categorie: a vincere i 1500m sono stati la britannica Tully Kearney per le donne, mentre per gli uomini il venezuelano Marichan. Doppietta statunitense nella 3km (S7-S10), che ha visto Taylor Winnett conquistare la medaglia d'oro per le donne e Matthew Torres per gli uomini. Per la categoria S11-S14, invece, si sono invece aggiudicati il primo posto la svedese Pernilla Lindberg e il canadese Nicholas Bennett. Per questa edizione si è deciso di alzare l’asticella, perché dopo le gare del sabato, ieri si sono immersi i nuotatori della Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali (FISDIR), alle prese con la fase finale del circuito Nazionale in cui la Sardegna aveva già organizzato la precedente tappa di Oristano. La manifestazione è stata un viatico per avvicinare il mondo paralimpico al territorio in contesti differenti come il coinvolgimento di 250 alunni delle scuole primarie e secondarie di San Teodoro che in settimana si sono immedesimati nei ruoli degli atleti, simulando alcune pratiche sportive per vivere sulla propria pelle l’effetto che fa saper gestire fisico e mente di una persona con disabilità. Venerdì, invece, la spiaggia La Cinta ha ospitato il concerto dei Ladri di Carrozzelle, band ultratrentennale conosciutissima grazie alle assidue frequentazioni televisive. La Sardegna e i suoi paesaggi mozzafiato non basterebbero, però, senza realtà locali lungimiranti nel concepire piani di fattibilità realistici impossibili da realizzare se non ci fosse l’ausilio di tante altre indispensabili componenti. Non è un caso che il Progetto AlbatroSS, l’associazione paralimpica sassarese, presieduta dallo psicologo dello Sport Manolo Cattari, per la seconda volta consecutiva è riuscita a richiamare a La Cinta di San Teodoro i nuotatori paralimpici più in voga del momento. E lo ha fatto abbinando la Coppa del Mondo ad un’altra rassegna sportiva nazionale come i Campionati Italiani che ormai da undici edizioni hanno trovato nella Sardegna la loro casa. Puntuali sono arrivati gli apprezzamenti da parte della World Para Swimming, l’organo internazionale delle acque libere paralimpiche, così come il sostegno concreto da parte della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico). A fare un bilancio dell’edizione è proprio Silvia Fioravanti, delegata regionale FINP e fra gli organizzatori della tappa paralimpica: “La seconda WPS World Cup 2024 conferma il potenziale della regione Sardegna come campo gara delle gare di acque libere. Il bellissimo scenario della spiaggia La Cinta ha regalato agli atleti partecipanti un palcoscenico unico. È cresciuto l’interesse della Federazione Internazionale sulle acque libere, già si parla della terza edizione della Coppa del Mondo, anche perché questa edizione è stata decisamente spettacolare. La presenza di Nicholas Bennett (S14) e Tully Kearney (S5), freschi della loro doppia vittoria d'oro in piscina, è stato un altro piccolo passo verso lo sviluppo delle acque libere. Sono sicura che insieme alla Federazione si possa lavorare alla grande per arrivare all’organizzazione di un mondiale”. Le fa eco Manolo Cattari, presidente AlbatroSS: “San Teodoro è diventata capitale paralimpica del nuoto in acque libere e non solo. Sottolineo una frase che ho sentito nella cerimonia di chiusura delle paralimpiadi: Le migliori entità paralimpiche sono quelle che durano. E mi viene in mente San Teodoro, che dando la disponibilità a organizzazione un evento di questo tipo si mette in discussione effettuando un controllo generale rispetto a quanto sia accessibile nei confronti di persone che hanno dei bisogni particolari. E ciò che è stato costruito per la Coppa del Mondo resterà anche in futuro: ogni cosa fatta per rendere un servizio in funzione di una persona è un’eredità che rimane”. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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