A lui è stato affidato il compito di preparare, nella Baia di Enoshima, atleti e tecnici iberici agli scenari metereologici e ambientali che avrebbero trovato in gara e supportarli durante le regate nella definizione di una strategia vincente. Una missione compiuta con successo: due medaglie e tante emozioni.
Un bottino niente male per l’analista meteo-ambientale alla sua prima Olimpiade da protagonista. Per quasi un mese Ravagnan ha vissuto a stretto contatto con i componenti della squadra olimpica spagnola tra analisi, briefing e debriefing, sopralluoghi, bollettini e uscite in mare.
Un lavoro delicato non solo nell’interpretazione dei dati, ma anche nella comunicazione degli stessi al team. “Durante le Olimpiadi è inevitabile accumulare un po’ di stress. Gli atleti sono esseri umani e la componente psicologica è fondamentale. Saper mettere a proprio agio il proprio interlocutore, instaurare con lui un rapporto di fiducia è importante quanto un’accurata analisi meteorologica”, ha svelato Ravagnan, che nel ruolo di weather strategist non ha mai trascurato l’aspetto psicologico, collegato al comfort e alla sicurezza durante la performance.
“Sono molto felice che le mie analisi siano state d’aiuto alla Spagna, che mi ha fatto sentire a casa e che ringrazio per aver creduto in me”, ha dichiarato Riccardo, chiamato fin dal suo approdo in Giappone a confrontarsi con i timori generali per l’arrivo del tifone. “È stato un fenomeno che come gli altri abbiamo monitorato e studiato, potendo contare sulle tecnologie e sui team di Meteomed e nPhysis, due realtà (una specializzata nei modelli matematici, una per l’elaborazione dei dati) con cui lavoro da tempo”, conclude Ravagnan, che si dice “pronto per un nuova avventura”.