A metà intervista Matteo Celebron, vicesindaco di Vicenza, assessore con deleghe in materia di attività sportive e gestione di impianti sportivi, lavori pubblici, mobilità urbana e trasporti, segretario cittadino e componente del Direttivo provinciale della Lega, sgancia come se niente fosse una ‘bomba’ politica: “se ci saranno altre civiche o partiti moderati che condivideranno il nostro programma elettorale e la visione di una Vicenza 2030 più rivolta a Nord, saremmo disponibili ad allargare la compagine di governo”.
La fermo subito, vicesindaco. Questa è un’apertura importante e una novità. La spieghi meglio.
Confermo: se ci fossero nuovi gruppi politici, come quelli di Centro, certo non quelli estremisti o ecologisti esasperati, e convenissero con noi sulla necessità delle grandi opere, perché non allargare ad essi la maggioranza?
Non aggiunge di più sul tema, ma questa apertura basta a creare qualche fibrillazione nello stagnante scenario politico vicentino. Ciò detto Celebron riprende a rispondere con misura, pacatezza e diplomazia. Ripartiamo dall’inizio.
Vicesindaco Celebron, deluso per la sua mancata candidatura alle politiche?
No, perché posso dire che non è stata una mancata candidatura ma una scelta del partito corretta, quella di confermare i parlamentari uscenti e di evitare nuove entrate. Del resto, con la nuova legge elettorale un taglio alle candidature era inevitabile essendoci meno posti. Io sono molto soddisfatto della mia carica di vicesindaco.
È soddisfatto anche delle candidature della Lega per Vicenza e il territorio?
Lo vedremo da quella che sarà l’azione parlamentare dei nostri eletti. Chi andrà a Roma dovrà dar seguito alla attività amministrativa per avviare opere fondamentali come la TAV o concluderne altre che sono in cantiere da anni come la Variante alla statale 46. I candidati del centro destra raccontano la storia del nostro territorio. Il contrario della scelta del centro sinistra di candidare a Vicenza il segretario del PD Letta. Anche se la legge elettorale la permette, è una scelta sbagliata da tanti punti di vista. Intanto Letta non avrebbe il tempo materiale per seguire il collegio, poi penalizza gli esponenti locali del suo partito, fra cui ci sarebbero stati ottimi candidati, ad esempio fra gli ex assessori di Variati. Letta, poi, nel collegio in cui sostiene di sfidare la Lega avrebbe dovuto candidarsi nell’uninominale. Questa scelta è evidentemente tutta interna al PD.
Il presidente Zaia si è dissociato dalle candidature della Lega e, visto che fra i candidati c’è un solo esponente “zaiano”, si sono rinnovate le voci di un dissenso con Salvini. Lei, Celebron, cosa ne pensa?
Quando si fanno le liste ci sono sempre gli scontenti. L’aspettativa e alta ma il numero dei seggi è quello, gli uscenti sono trentadue e i seggi disponibili da dieci a quindici. I candidati scelti dal commissario regionale Alberto Stefani e da Salvini hanno avuto la condivisione più ampia nel partito. I criteri utilizzati per la scelta sono stati gli stessi di cinque anni fa e, anche allora, ci furono i delusi. Escludo, comunque, che ci sia un dualismo fra Zaia e Salvini. La Lega è un grande partito, come lo era un tempo la Democrazia Cristiana, e quindi è normale che ci siano all’interno differenti sensibilità, palesate e rappresentate. Il presidente Zaia gioca nella stessa squadra e se l’allenatore dice che devi stare in panchina, ci stai. Come ha detto Bossi: “della Lega non ci si serve ma si serve.”
I sondaggi danno la Lega in perdita di voti.
I sondaggi sono abbastanza indicativi. Noi paghiamo la scelta di essere stati al Governo, in cui ancora saremmo se non ci fosse stata la crisi. Evidentemente ha pagato di più stare all’opposizione. Sono convinto che, se vincerà le elezioni la coalizione di centro destra, la Lega con le sue potenzialità potrà dare al nuovo Governo ottimi ministri e questo ci consentirà di recuperare consensi. Anche se sappiamo bene che andiamo incontro a una stagione durissima, che l’Italia dovrà affrontare in sintonia con le altre potenze.
È nata una intensa polemica sulla contemporanea candidatura di tre assessori del Comune e sul rischio, se eletti, di loro dimissioni o, quanto meno, di una loro azione ridotta in Giunta.
In passato, ad esempio con Variati, ci sono già stati assessori con il doppio ruolo e il loro lavoro non ne ha risentito. Avere uno o più amministratori del Comune in Parlamento lo vedo, invece, come rafforzativo e non come un depotenziamento della Giunta. I colleghi assessori che sono candidati sarebbero comunque entrati in lista e, quindi, la eventualità di un’elezione andava messa in conto.
Dopo le politiche e in funzione dei risultati che avranno i partiti di centro destra, potrebbero esserci riequilibri in Regione e in Comune?
A Venezia lo escludo. Saranno sicuramente rispettati gli accordi del 2020. Consiglio e Giunta quelli sono e quelli restano. Ricordo che, allora, la Lega avrebbe potuto correre da sola e aveva i numeri per farlo e, invece, ha rispettato l’alleanza nazionale. Ora ci si può aspettare che la nostra lealtà sia ripagata. E anche in città non cambierà nulla, la maggioranza è compatta.
Il sindaco Rucco dà per scontata alle amministrative 2023 la riproposizione della formula attuale e cioè lista civica più partiti del centrodestra.
E io sottoscrivo la sua idea.
Celebron, qual è il suo bilancio personale dopo quattro anni da assessore e due da vicesindaco?
È stata un’esperienza molto formativa e di crescita, stimolante e opportuna perché chiunque abbia ambizioni politiche dovrebbe passare per una Giunta o un Consiglio Comunale. Una volta questo iter non era necessario, c’erano le scuole di partito, mentre oggi è un banco di prova. Tornando al mio bilancio, devo dire che è stata anche un’esperienza difficile, non solo per la pandemia e, ora per la guerra, ma anche perché abbiamo cambiato quattro interlocutori al Governo. Prima i due Conte, poi Draghi e, fra poco, quello nuovo che uscirà dalle elezioni.
Si ricandiderà alle amministrative 2023?
Penso proprio di sì. Con Rucco abbiamo condiviso prima l’opposizione in Consiglio e ora la Giunta. Sono consapevole che, se saremo ancora noi ad amministrare la città, ci aspetterà un lavoraccio, solo per l’Alta Capacità ci saranno dieci anni di cantieri. Ma è un’opera indifferibile, modificherà radicalmente il sistema di trasporti locali che è lo stesso da decenni. Arriveranno risorse importanti sul territorio e, terminati i lavori, il nostro modo di vivere sarà rivoluzionato. Per tutti questi motivi auspico nel futuro Consiglio un fattivo e continuo colloquio fra maggioranza e minoranza e che gli amministratori, di qualsiasi appartenenza, dicano sempre la verità ai cittadini.
Celebron, come segretario cittadino della Lega, ha parlato con Rucco della sua ricandidatura a sindaco?
Il mio auspicio è che si ricandidi confermando la sua scelta di cinque anni fa di essere un sindaco civico. Mi auguro anche di restare con lui nell’amministrazione comunale. Ho chiesto al mio partito di far continuare questa esperienza politica.