Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza (Comando Provinciale di Vicenza qui altre operazioni della GdF), nell’ambito di un servizio di polizia economico-finanziaria, hanno individuato nel Comune di Alonte (VI) un evento d’intrattenimento a pagamento con somministrazione di alimenti e bevande, organizzato da una delle tante aziende vitivinicole operanti nei Colli Berici.
L’attività di servizio, condotta dai finanzieri della Tenenza di Noventa Vicentina con il supporto della Polizia Locale Intercomunale di Lonigo, ha permesso di accertare che l’evento in questione era realizzato in totale assenza delle relative autorizzazioni, sia per l’esecuzione di uno spettacolo d’intrattenimento, sia per la somministrazione di alimenti e bevande, prevista per il servizio dei cosiddetti “piatti caldi”, cucinati da una importante chef veneta.
L’azienda vitivinicola di Alonte, organizzatrice dell’evento, è quindi stata sanzionata sia per la violazione dell’art. 666, 1° comma, del codice penale (che prevede la sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di € 258,00 ad un massimo di € 1.549,00) per aver realizzato uno spettacolo “abusivo”, sia per la violazione dell’art. 8-bis della Legge Regione Veneto n. 29/2007 (punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di € 2.500,00 ad un massimo di € 15.000,00, con possibilità di beneficiare del pagamento in misura ridotta di € 5.000,00), per aver somministrato alla clientela presente all’evento (calcolata in 65 persone) pasti caldi e bevande in assenza di autorizzazione.
L’impresa incaricata dell’effettuazione dello spettacolo d’intrattenimento, invece, arrivata dalla zona di Milano, è stata segnalata al competente Ispettorato del Lavoro per la sospensione dell’attività imprenditoriale (prevista dall’art. 14, comma 9, lettera d, del D. Lgs. 81/2008), poiché nell’evento era stato impiegato un lavoratore “in nero.
Nei confronti di quest’ultima verrà quindi irrogata la “maxi sanzione” per lavoro nero che va da un minimo di €. 1.800,00 a un massimo di € 10.800,00, nonché la contestuale diffida a procedere al recupero delle contribuzioni previdenziali e assicurative evase, con la relativa regolarizzazione e ricostruzione dei rapporti di lavoro a favore del dipendente.
L’attività della Guardia di Finanza risponde all’esigenza di contrastare il lavoro sommerso, che, oltre a sottrarre preziose risorse all’Erario, mina i diritti dei lavoratori nonché lede le legittime aspettative di accrescimento degli affari degli imprenditori onesti e rispettosi della legalità danneggiati da casi di concorrenza sleale.