I risparmiatori dovevano ancora riprendersi dallo shock causato dall’aver perso per strada duecento e passa milioni di fondi FIR, finiti a riserva e impiegati chissà dove, quando l’ANSA il 17 Dicembre batte la notizia: “Nell’Aula del Senato si approva con 84 sì, nessun no, 51 astenuti, il ddl per istituire una commissione d’inchiesta sulle banche. Con il testo, nato dalla sintesi dei 2 progetti di legge presentati dal senatore FI (vicentino, ndr) Pierantonio Zanettin e da Mario Turco (M5S), prende il via una Commissione monocamerale per indagare sul sistema bancario, finanziario e assicurativo con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori, all’accesso al credito di giovani, famiglie e imprese, incluse microimprese e piccole e medie imprese e ai rapporti con la clientela, considerando l’utilizzo delle nuove tecnologie, compresa l’ intelligenza artificiale. “.
Alcuni però si sono subito chiesti a che servirà mai un’altra commissione se i fondi sono finiti nel dimenticatoio o peggio già spesi in altro modo.
Per chiarire i termini della questione possiamo dare una risposta partendo dalle dichiarazioni di voto rese in aula dal senatore vicentino, che è stato membro combattivo dell’ultima, quella presieduta da Carla Ruocco: “Da ultimo, come ci ha ricordato il ministro Giorgetti nel corso di un recente question time al Senato, il Fondo indennizzo risparmiatori (FIR) ha cessato di esistere e la commissione tecnica ha cessato di operare.”
In altre parole, il FIR non c’è più, diviene velleitario immaginare che si possano ancora proporre richieste di integrazione con uno strumento passato a miglior vita.
Ma poniamo una serei di domande al senatore Zanettin pur senza voler gernerare false speranza
Cosa farà quindi la nuova Commissione?
“Tra i compiti assegnati alla Commissione d’inchiesta vi era, però, quello di valutare l’efficacia e l’efficienza delle procedure adottate nella sua erogazione. Su questo, la istituenda Commissione sarà certamente impegnata. A tale proposito, rimane la questione di un riesame delle domande respinte per errori meramente formali e/o procedurali, su cui da tempo è in corso una proficua interlocuzione con il Ministero dell’economia e delle finanze.”.
Insomma non tutto ha funzionato a dovere, che il FIR di per sé fosse un arnese scalcinato lo si è detto più volte dalle pagine di questo giornale, oggi è certificato dal bisogno di capire cosa non ha funzionato e di porre rimedio quanto meno per quei diecimila circa che pur avendo fatto la domanda se la sono vista respingere magari per aver sbagliato il codice fiscale o il numero delle azioni.
Ma in definitiva capita la lezione, pur anche a distanza di sei anni, che iniziative si intenderanno adottare?
“La finalità della Commissione sarà anche quella, approfondite le particolari tematiche di propria competenza, di individuare e predisporre eventuali proposte normative da sottoporre al Parlamento.”.
In sostanza non si abbandona il tema del risparmio tradito, ma si cercherà di trovare, sia pure con ben scarse possibilità di successo, soluzioni innovative alla luce delle passate esperienze.
Chiaramente non si può istituire una commissione d’inchiesta solo sul FIR, ma sono soprattutto altri i temi oggetto di attenzione: i crac assicurativi ad esempio, le criptovalute, la capitalizzazione della Borsa italiana, il ruolo dell’intelligenza artificiale nel mercato finanziario .
Insomma una commissione d’inchiesta che memore del passato ha lo sguardo rivolto al futuro.
Perché quanto successo a danno di chi ha affidato i suoi soldi a “titoli bancari” veneti (BPVi e Veneto Banca) e del centro Italia (Carife,m Banca Marche, CariChieri, Banca Etruria…) possa essere evitato o, almeno, ridotto…