“Lunedì 20/08 ore 11 a Vicenza – Palazzo Trissino, Il dr. Coviello di VicenzaPiù Quotidiano Web illustrerà il decreto del Fondo Baretta. Il tutto in contrapposizione con la linea del Governo che ha riunito le associazioni ad Agosto in vista di una nuova forma di risarcimento diversa dal misero Fondo Baretta. Una mossa che ci lascia perplessi e per questo con l’Associazione “Noi che credevamo” saremo presenti all’incontro con le nostre bandiere a sottolineare la nostra disapprovazione. Partenza, con le auto, ore 9,30 dal Duomo di Montebelluna, vi invitiamo a PARTECIPARE e volerci comunicare la vostra adesione telefonando a… (seguono i numeri di Caterina Baratto e Flora, ndr)“: con questa tono minaccioso contro VicenzaPiù e, quindi, contro la libertà di stampa risponde al nostro invito alla stampa, appunto, e, come uditori, a TUTTI (politici ed associazioni) il Coordinamento Banche di don Enrico Torta.
Lo fa con una mail del 18 agosto ai suoi associati e a quelli di “Noi che credevamo nella BPVi” in risposta al nostro invito, come detto inviato a TUTTI e, quindi anche a Don Enrico Torta di persona (che pure avevamo incontrato nella sua parrocchia a Dese per esortarlo a unire e non a dividere le vittime di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e delle 4 banche risolte), al suo coordinamento che porta il suo nome e all’associazione di Luigi Ugone, per far conoscere a TUTTI il decreto attuativo, finora non ufficializzato se non da noi, non di un “fondo Baretta” che non esiste (Caterina, Flora & c. cominciate a scrivere correttamente quello che è vero e non a fare politica!) ma della legge 205.
Approvata il 27 dicembre 2017 col voto unanime di tutti i partiti e movimenti del precedente Parlamento, la legge istitutiva del Fondo per le vittime di reati finanziari è stata confermata all’unanimità da tutti i partiti e movimenti del nuovo Parlamento il 6 agosto 2018 tramite un passaggio del Milleproroghe.
Care Caterina, Flora & c., che scrivete in nome del Coordinamento di don Torta, siate corrette anche in questo perchè nulla di diverso ad oggi ha stabilito il Governo a meno che non voglia esautorare il Parlamento.
Fatta salva, per noi, la vostra sacrosanta libertà di pensare e propagandare idee diverse da quelle di chi vuole che il Fondo, invece, parta subito anche se, comunque, in ritardo rispetto alla data fissata per legge, cioè il 30 marzo scorso, perché state organizzando, come scrivete, la presenza “con le nostre bandiere a sottolineare la nostra disapprovazione” alla conferenza stampa in cui VicenzaPiù farà il lavoro che DEVONO fare TUTTI i giornalisti?
Disapprovate, convocando trasferte con “squadre” di auto, chi cerca e trova le informazioni, anche quelle nascoste, come il decreto attuativo di cui tutti parlano e sparlano senza averlo mai reso noto?
Disapprovate, sventolando bandiere che sanno sempre di parte, chi, poi, dopo averlo già pubblicato (chi l’ha fatto oltre a VicenzaPiù?), vuole presentare e illustrare il decreto legge, giacente (secretato come le convenzioni con Autostrade?) al Consiglio dei Ministri da tempo, ai colleghi della stampa sperando che lo facciano conoscere a tutti, TUTTI, ripeto, e non solo a chi parrebbe voglia pilotare le teste dei soci, già una volta plagiate da chi ha loro piazzato le azioni (e le obbligazioni) della BPVi, di Veneto Banca e delle 4 banche risolte?
Perchè pilotare a prescindere (anche le azioni erano buone a prescindere) e non, prima, conoscere tutti, TUTTI insieme il contenuto del decreto attuativo e, poi, tutti, ma proprio TUTTI non solo i “capi”, approvarlo, chiedere di modificarlo o bocciarlo?!
La stampa, e noi proviamo a farne parte nel modo più trasparente, DEVE informare, ma i cittadini, nel caso specifico le vittime di quelle banche disgraziate, hanno il DIRITTO di conoscere prima di decidere.
I risparmiatori hanno già delegato una volta le loro decisioni a chi riscuoteva la loro fiducia, quando hanno impiegato, male, i loro risparmi; volete, care Caterina, Flora & c., assumervi voi ora la responsabilità di farli decidere senza che un umile giornalista possa solo fare il suo lavoro, informare cioè?
Un’ultima, ma personalmente per me fondamentale, domanda: don Enrico Torta è al corrente della vostra iniziativa contro una conferenza stampa di informazione ma presa in nome del Coordinamento che prende il suo nome?
Se ne fosse al corrente (qualche volta siamo stati in dubbio che conoscesse altre iniziative, anche giudiziarie, intraprese a suo nome), cosa pensare di un prete che non vuole che i parrocchiani suoi e di centinaia di altre parrocchie decidano liberamente venendo liberamente informati?
Vuole che prestino fede a chi enuncia dogmi?
Se costui è Cristo, beati i credenti.
Ma se costui fosse Lucifero?
Noi, caro don Torta, speriamo ancora che anche i Lucifero, che ci sono ovunque e fra tutte, TUTTE, le parti, si ricordino che in origine erano dei Serafini… e, come insegnavi l’altro giorno ai tuoi bambini di Dese, porgiamo l’altra guancia alla minaccia di schiaffi del tuo Coordinamento.
E, quindi, dopo aver telefonato di persona a Don Enrico (che mi ha detto testualmete “non so nulla, chiederò ad Andrea Arman di cui mi sono sempre fidato, ti chiamo stasera, la pace sia con te…) riformuliamo ancora una volta il nostro invito: