Due centri massaggi di Vicenza sono stati chiusi dalla questura per violazioni delle leggi sula salute e la sicurezza sul lavoro oltre che per impiego di personale senza contratto.
Da Viale Mazzini informano che si tratta d una prosecuzione dei controlli sul fenomeno della prostituzione coperta da attività di facciata e che lo scorso 26 ottobre avevano portato alla chiusura di 3 centri massaggi a Vicenza e a Bassano del Grappa (centri massaggi).
Le attività di ieri hanno riguardato complessivamente cinque esercizi commerciali di questo tipo tra il capoluogo e Rosà, interessando anche in clienti degli stessi, e sono state svolte dal personale della divisione di Polizia Amministrativa della Questura, del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bassano del Grappa, dell’Ufficio Provinciale del Lavoro e della Polizia Locale di Vicenza.
“Le attività lavorative – informano le Rosà – sono state sospese ed i locali nella disponibilità di 2 di questi Centri Massaggi sono stati chiusi in via cautelativa per le gravi violazioni della normativa a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei clienti, anche in considerazione del fatto che è stato riscontrato l’assoluto mancato rispetto delle basilari norme di sicurezza e la totale mancanza di qualsivoglia documentazione autorizzativa, mentre nei confronti degli altri 3 sono tuttora in corso attività di valutazione e di verifica al fine della eventuale adozione di specifici provvedimenti e sanzioni.
La chiusura dei 2 Centri, peraltro, è stata disposta anche per irregolarità relative all’impiego di personale senza contratto di lavoro (in “nero”): per questa ulteriore violazione, quindi, è stata contestata una sanzione supplementare di 10.500 euro
Nei confronti dei 2 Centri che sono stati chiusi, pertanto – rispettivamente, il “Centro Massaggi” sito in Via dell’Edilizia, ed il Centro “Massaggi Orientali” di via Quasimodo, entrambi di Vicenza – sono state contestate dall’Ufficio Provinciale del Lavoro 60 mila euro circa di sanzioni per ciascuno di essi.
Le verifiche effettuate nel corso delle ispezioni degli altri 3 centri hanno consentito di appurare, in un caso, che la titolare del Centro Massaggi di via Trento, aperto da poco, in passato è stata indagata dalla Squadra Mobile di Brescia per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, praticata in locali camuffati da Centri massaggi. Alla donna, ieri, è stata data la prescrizione di rimuovere entro 5 giorni il locale adibito a dormitorio delle dipendenti, in quanto privo dei requisiti di abitabilità.
Relativamente al quarto Centro massaggi sono in corso accertamenti volti a definire la posizione fiscale e commerciale della titolare. Al momento del controllo effettuato ieri presso questo esercizio pubblico, un cittadino cinese di 40 anni, destinatario di un Ordine di Allontanamento dal Territorio Nazionale emesso dal Questore di Bologna e con a proprio carico precedenti per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, titolare di un Permesso di soggiorno spagnolo in fase di rinnovo, ha cercato di fuggire dalla finestra della cucina, ma è stato bloccato dagli Agenti di Polizia e condotto presso l’Ufficio Immigrazione della Questura ai fini della verifica riguardo alla sua posizione di soggiorno in Italia.
Nel Comune di Rosà, nel comprensorio bassanese, è stato controllato dagli Agenti del Commissariato di P. S. di Bassano del Grappa un quinto Centro Massaggi Orientali. A tal riguardo sono tuttora in corso accertamenti da parte del Personale dipendente e dell’Ispettorato del Lavoro al fine di verificare la regolarità dell’attività in essere.
Le attività investigative stanno ora proseguendo allo scopo di verificare se siano stati commesse ulteriori violazioni di carattere penale che puniscono l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione”.
“Si tratta della seconda fase di una programmata serie di azioni di monitoraggio e di controllo specificamente indirizzate ad individuare forme occulte di prostituzione – ha rilevato il Questore Sartori –. Queste, assai spesso, come si è visto, nascondono attività di sfruttamento di giovani donne dietro la parvenza di normali attività professionali. Si tratta di iniziative ed attività che, oltre ad essere spesso contigue a fenomeni di carattere criminale, pongono a grave rischio la salute e la sicurezza delle giovani donne e degli stessi clienti. E proprio per questo motivo, così come è accaduto ieri, anche per il futuro non saranno tollerate”.