Anche i dipendenti dei Centri Impiego della provincia di Vicenza – scrive in una nota Gianluca Cappellozza, della CGIL, RSU Cpi Vicenza e sociologo esperto del mercato del lavoro – da tempo alle dipendenze di Veneto Lavoro, Ente Strumentale della Regione Veneto (i lavoratori dei CPI Veneti non sono dipendenti della Regione Veneto non hanno il contratto dei dipendenti della Regione Veneto, è giusto specificarlo ai cittadini) saranno coinvolti nel reddito di cittadinanza con le relative convocazioni obbligatorie e il compito di valutare esclusioni ed esoneri dei richiedenti l’istituto Rdc reddito di cittadinanza.
Se già i pochi dipendenti addetti all’accoglienza dei CPI della provincia di Vicenza provvedevano al rilascio della DID (dichiarazione immediata disponibilità) al lavoro, patto di Servizio, profilazione, fondamentali strumenti per avere una scheda anagrafica professionale e un puntuale riferimento per il lavoratore disoccupato in un orientamento di primo livello, ora il reddito di Cittadinanza andrà ad aggiungersi al rilascio della documentazione spesso richiesta: Garanzia Giovani, Tirocini di inserimento lavorativo, formativi per neo diplomati e neo laureati, estivi, collocamento mirato, assegno per il lavoro nel costante rapporto, utenza, professionisti, agenzie per il lavoro.
Le modalità operative aggiuntive sono state presentate ai lavoratori dei CPI addetti all’accoglienza in un incontro piuttosto rapido tra dirigenza e lavoratori. La presentazione di una dispensa cartacea (che non risolve i problemi dei CPI anzi ne aggiunge), sarà la solita azione auto didatta e di buona volontà dei singoli operatori che dovranno leggersi un manuale e interpretare il tutto?
Sappiamo benissimo che l’operatività consistente è nella maschera informatica IDO prevista da Veneto Lavoro che spesso si interrompe e si blocca in presenza di disoccupati e professionisti affrettati. Non è stata prevista nessuna simulazione singola per i dipendenti che dovranno rilasciare la delicata documentazione per il Reddito di Cittadinanza. Forse si faranno degli incontri di gruppo.
Se a ciò aggiungiamo la mancanza per molti degli addetti all’accoglienza di una singola stampante dedicata all’interno del proprio ufficio, la presenza nei CPI di vario personale con compiti di coordinamento ma non di operatività all’accoglienza, sempre meno addetti al delicato inserimento dei dati dei singoli istituti previsti per gli utenti mi pare che la situazione non sia per nulla positiva se si vuole dare un buon servizio ai cittadini.
La conciliazione dei tempi di vita e lavoro per chi dipendente CPI è a orario ridotto per svariati motivi: assistenza disabili, part time per esigenza famigliari, spesso si tramuta in forti penalizzazioni stipendiali che incidono nella carriera personale del singolo lavoratore. Una vera ingiustizia. Tutto ciò ahimè! Pare sia la prosecuzione delle modalità del passato…
Non vi è stata alcuna valorizzazione economica di carriera per buona parte del personale che svolge attività di accoglienza quotidiana con il pubblico da molti anni e che percepisce mediamente uno stipendio di poco più di mille euro al mese.
Non ci siamo! Abbiamo fatto varie assemblee CGIL con i segretari regionali Biasioli, Vanin e provinciali Miglioranza per sbloccare questa situazione.
Noi ci siamo! Al momento la risposta datoriale è proiettata al futuro ma non all’immediato.