Problema nascosto, ma molto diffuso, che sta mettendo in seria difficoltà tante famiglie lasciate sole ad affrontare la questione dell’assistenza dei loro cari anziani non autosufficienti, è quello della riapertura del centri residenziali per anziani: esordisce così Raffaele Colombara (Gruppo “Per una grande Vicenza) nella sua interpellanza che pubblichiamo integralmente di seguito.
Un grido sordo, ma non per questo meno doloroso, visti i numeri – centinaia a Vicenza – delle famiglie quotidianamente alle prese con lavoro, figli e che a questo devono assommare la gestione in casa di uno o più anziani. I CEOD (Centro Educativo Occupazionale Diurno) svolgono per l’appunto il servizio di alleviare allo stesso tempo la cura e l’accudimento degli anziani per le loro famiglie.
O dovrebbero: dopo le chiusure dei Centri residenziali per anziani avvenute con il COVID, a distanza di anni risultano ancora chiuse le strutture pubbliche. Delle tre strutture semiresidenziali operanti in città, Villa Rota Barbieri, Bachelet e Trento, solo la prima è aperta ed operante. Accoglie ogni giorno una trentina di persone auto e non autosufficienti, in particolare persone affette da Alzheimer: ben pochi posti in relazione alla sempre crescente richiesta di aiuto e cura che questa particolare malattia sollecita.
Gli altri due Centri Diurni sono chiusi e non si comprende perché e soprattutto quando verranno riaperti. Solo per il Centro Diurno Bachelet di San Pio X in gestione a IPAB risulterebbero almeno una cinquantina le persone in lista d’attesa. Più tutti quelli che ormai hanno perso la speranza e che non possono permettersi di sostenere i costi presso una struttura privata.
Se infatti molte realtà private hanno da anni ripreso regolarmente le attività, rimane per molte famiglie la difficoltà di affrontare anche economicamente un problema già di per sé assai gravoso: per questo, e a maggior ragione, dovrebbe essere presente un’offerta pubblica.
Anche perché il servizio pubblico dovrebbe offrire qualcosa in più.
Quando il 9 marzo 2015 veniva sottoscritto l’accordo di programma tra la Regione Veneto, il Comune di Vicenza e IPAB si realizzava una gestione unitaria dei tre centri diurni presenti in città con l’obiettivo di dare qualcosa di più che un servizio: “Il passaggio dei centri diurni a IPAB – dichiarava allora l’assessore – va nel senso di promuovere una filiera dell’assistenza che cerca di mantenere il più possibile la persona anziana nel suo ambiente di vita, fornendo un aiuto qualificato alle famiglie e dando alle persone la possibilità di essere seguite durante il giorno, anche in relazione a situazioni critiche quali la presenza di patologie cognitive. Al Comune il compito di garantire che vengano mantenuti gli standard che hanno segnato in positivo la storia dei centri diurni comunali”.
Che è rimasto di tutto questo?
Tutto ciò premesso
SI CHIEDE
all’Amministrazione comunale ed all’Assessore al Sociale in particolare
- Quali iniziative abbia intrapreso o intenda assumere con urgenza nei confronti di Ipark Srl, Ipab per la riapertura di tutti i Centri Diurni di Vicenza?
- In quale data certa avverrà l’effettiva riapertura?
- Per quanti posti?
- A quanto ammonta la retta quotidiana ad personam a carico degli ospiti in tali Centri Diurni di Vicenza? Questa quota è comprensiva del trasporto casa-struttura degli ospiti
- Quali altre iniziative concrete si intendono mettere in campo per allargare l’offerta di assistenza alle famiglie con anziani a carico?
Raffaele Colombara
Consigliere comunale
Lista “Per una Grande Vicenza”
Comune di Vicenza