Mirta è una bambina di 7 anni, con due genitori che faticano a prendersi cura di lei e una famiglia che generosamente ha decido di accoglierla. Mirta però non esiste: è solo una storia bella e difficile insieme, proprio come le storie vissute, queste sì realmente, dai 63 minori in difficoltà ai quali nel 2018 il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare del Distretto 1 dell’Ulss 7 Pedemontana – che invia questa nota – ha trovato una casa sicura e una famiglia affidataria amorevole, per qualche ora al giorno o anche in mondo permanente, per qualche tempo o fino al 18° anno di età. Perché ogni vicenda personale è diversa e viene gestita in modo differente dagli operatori del Centro.
Queste esperienze, insieme ad un progetto di sensibilizzazione davvero particolare che ha visto come “testimonial” la piccola Mirta, saranno al centro del Convegno in programma domani a Bassano del Grappa, presso la sala “Martinovich”, a partire dalle 8.30. All’incontro, che è stato organizzato dall’ULSS 7 Pedemontana in collaborazione con la Fondazione Pirani Cremona e con il sostegno di un gruppo di aziende del territorio e di Enaip (per il coffee-break), prenderanno parte circa 130 operatori dei 23 Servizi Affido di tutto il Veneto, con l’obiettivo di trasformare le attività realizzate a Bassano in una best practice di interesse regionale.
L’attività del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare del Distretto 1
Quelli messi in campo da parte del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare del Distretto 1 sono infatti numeri particolarmente significativi: il CASF di Bassano ha seguito nel 2018 63 minori in affido e 15 progetti di affiancamenti familiari (di cui 2 hanno coinvolto ragazzi entro i 21 anni), per un totale di 76 minori in carico e 2 maggiorenni. E se i numeri assoluti mostrano una certa stabilità (i minori in affido erano stati 66 nel 2017 e di nuovo 63 nel 2016), approfondendo l’analisi emergono alcuni elementi significativi.
Per quanto riguarda gli affidi, nel 21% dei casi si tratta di un progetto diurno (dunque con i minori che trascorrono con la famiglia affidatoria solo alcune ore del giorno, per poi tornare nella propria casa), ma nel 68% si tratta di progetti di affido di tipo residenziale e proprio questi ultimi rappresentano un trend in aumento rispetto agli ultimi anni: sono stati 43 nel 2018, contro i 38 del 2017 (+13%) e i 34 del 2016 (+26%). Nel corso dell’ultimo anno ci sono state inoltre 2 pronte accoglienze, che hanno avuto come esito in un caso un affido a rischio giuridico e nell’altro il rientro in famiglia; inoltre sono stati attivati 5 affidi semiresidenziali (accoglienza diurna con qualche giorno di pernottamento).
I minori in affido
Per quanto riguarda l’utenza, il 37% degli affidi riguarda minori stranieri, trend in linea con l’ultimo triennio. Va sottolineato comunque, a proposito di questi ultimi, che proprio quello del Distretto 1 dell’ULSS 7 Pedemontana è stato il primo Centro per l’Affido in Veneto ad aderire progetto “Terreferme”. Questa iniziativa, come noto, è promossa da Unicef e Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza ed è finalizzata all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Nel nostro territorio, tale adesione si è già tradotta nella presa in carico di due minori, oltre che in una specifica attività di informazione e sensibilizzazione nel territorio.
Per quanto riguarda gli altri dati relativi ai minori seguiti dal Centro, il 37% degli affidi riguarda bambini nella fascia di età 7-11 anni, il 32% bambini di età 12-15 anni, il 14% minori di età compresa tra i 4 e i 6 anni e 14% di ragazzi dai 16 anni in su, il 3% bambini nella fascia 0-3 anni. I nuovi casi che si sono presentati nel 2018 risultano 16 (25%).
Nella maggioranza dei casi (78%) i bambini sono affidati a famiglie che non hanno legami parentali con il minore.
Le cause che determinano la scelta dell’affido sono invece piuttosto varie, tra cui problematiche psichiatriche dei genitori, separazioni difficili o ancora problemi personali che impediscono alle madri e padri di accudire in modo sicuro ed efficace i figli.
Crescono le famiglie affidatarie
Il dato più significativo è però la crescita delle famiglie affidatarie e disponibili all’affiancamento: con ben 33 nuovi ingressi nella banca dati del Centro, per un totale di 129 famiglie. E a queste si aggiungono ulteriori 13 famiglie che attualmente risultano ancora in fase di valutazione, per un totale complessivo di 142 famiglie.
Questa crescita in particolare è un’ulteriore dimostrazione della tradizione di grande generosità del territorio bassanese, alla quale sarà dedicato uno specifico approfondimento durante il convegno di domani, con la presentazione di una ricerca storica finanziata dalla Fondazione Pirani Cremona.
Allo stesso tempo, è il risultato dei due percorsi di formazione per nuove famiglie affidatarie organizzati nel corso del 2018, ma anche di uno specifico progetto realizzato nell’ultimo anno dal Centro per l’Affido del Distretto 1 volto a promuovere la conoscenza dell’affido e a sensibilizzare la comunità sul grande valore di questo strumento, non solo per i minori che ne possono beneficiare, ma anche per le famiglie che scelgono di intraprendere questo percorso. Un’iniziativa che, come anticipato, sarà presentata agli operatori durante l’incontro di domani, con l’obiettivo di mettere questa esperienza a disposizione dei Centri per l’Affido di tutto il Veneto.
“Mirta sulla coperta”
Protagonista del progetto è appunto il personaggio di Mirta, citato inizialmente, una bambina di 7 anni che viene affidata alla famiglia Bottoni: le sue vicende, e quelle della famiglia affidataria, sono diventate nei mesi scorsi un libro illustrato, letto nelle biblioteche del territorio dal cantastorie Stefano Torresan, e sono state quindi sintetizzate anche in uno spot che è stato trasmesso negli ultimi mesi in tutti i cinema del territorio. Più recentemente, Mirta e la famiglia Bottoni sono approdate anche a teatro, con uno spettacolo a cura della compagnia teatrale La Piccionaia che ha debuttato al Montegrappa di Rosà alla fine di marzo e quindi sarà riproposto anche al teatro Vivaldi di Cassola domenica 7 aprile.
La ricerca di nuove famiglie affidatarie
«Questi eventi – spiega il Direttore dei Servizi Socio Sanitari dell’Aulss7 Pedemontana, il dott. Alessandro Pigatto – sono stati pensati perché, nonostante l’incremento significativo registrato nell’ultimo anno, il Centro per l’Affido è tuttora alla ricerca di ulteriori famiglie disponibili, per gestire con maggiore tempestività e con una migliore possibilità di abbinamento le esigenze dei minori». A questo scopo, è in programma un percorso formativo di 4 incontri (il 2, 8, 13 e 23 maggio dalle 18.00 alle 20.00 presso l’ospedale San Bassiano).
«La genitorialità sociale che una famiglia coltiva quando accende una esperienza di affido diventa significativa non solo per il minore affidato e la sua famiglia di origine, ma anche per la famiglia affidataria stessa e per la comunità locale, che in questo modo cresce in senso civile e in capacità solidaristica», aggiunge il dott. Pigatto.
Come noto, possono diventare genitori affidatari anche coppie non sposate (ma anche singole persone) e il percorso da intraprendere è relativamente rapido: dura circa due mesi, durante i quali viene chiesto agli aspiranti genitori affidatari di partecipare ad un corso di formazione di 4 incontri, al termine del quale viene svolto un percorso di conoscenza (anche con i figli, se presenti all’interno del nucleo familiare) da parte degli operatori, oltre ad un colloquio con l’assistente sociale e con una psicologa. I minori dati in affido, come noto, non possono essere adottati: anzi tra gli obiettivi di ogni progetto di affido, che è sempre personalizzato, vi è proprio quello di mantenere per quanto possibile il loro legame con la famiglia e l’ambiente di origine.
Per informazioni è possibile contattare direttamente il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare del Distretto 1: tel 0424 885425 oppure e-mail affidobassano@aulss7.veneto.it