Chi è stato almeno una volta in Romagna sa che si trova nella terra del sorriso, della gente allegra, che fa sorridere quando pronuncia la famosa “z” romagnola, che si trova nella terra del buon umore e del divertimento. Oltre che per le grandi spiagge, la Romagna è nota da sempre per i locali notturni. Quando si ritorna da una vacanza in Romagna, non si vede l’ora di riandarci e non c’è niente di più vero delle parole di Raoul Casadei nella canzone “Romagna mia”, quando dice: “lontan da te non si può star”.
Ma questa terra (e acqua) meravigliosa offre anche luoghi ricchi di storia e tradizioni. E’ il caso di Cervia, che non è soltanto una località balneare o di vacanza, ma un vero e proprio borgo. Affacciata sul mare Adriatico, 20 km a sud di Ravenna, la cittadina è nota per il suo bel porto canale, con imbarcazioni che arrivano da tutto il mondo e si contraddistingue per la Torre San Michele.
Si tratta di una torre che risale al 1691, prima della fondazione di Cervia Nuova, quando era stata edificata per difendere la città da Turchi e Saraceni. La Torre San Michele ha sempre svolto una funzione di difesa della città e del sale. Cervia è infatti nota per le sue saline naturali, da cui viene estratto un pregevole sale e in cui nidificano numerose specie di uccelli, tra cui i romantici fenicotteri rosa, le avocette, i cavalieri d’Italia, garzette e germani.
La Torre San Michele, in origine, serviva per la conservazione del sale e fu edificata dal Conte Michelangelo Maffei per la difesa contro gli attacchi pirateschi. Il Magazzino Torre, così era chiamato, conteneva la piazza d’armi per segnalare assalti di briganti e saccheggiatori e per difendere la preziosa risorsa del sale, conservato nel magazzino. La Torre poteva inoltre ospitare le guardie che vi risiedevano e la rendevano un edificio indipendente, dotato di camini, raccoglitori esterni per l’acqua, docce, impianti di scarico e altre utilità. È stata intitolata a San Michele Arcangelo, santo protettore di Michelangelo Maffei, come testimonia la dedica nel bassorilievo marmoreo sopra la porta d’ingresso.
Il sale di Cervia, chiamato anche “sale dolce”, viene definito l’oro bianco di quest’area per la purezza del cloruro di sodio e l’assenza di altri sali, più amari, contenuti normalmente nell’acqua di mare. Nella città del sale, l’oro bianco viene estratto a mano. Nel periodo estivo vengono organizzate per piccoli gruppi e solo su prenotazione le giornate “Salinaro per un giorno” presso l’antica salina Camillone, dove ancora lavorano come volontari gli storici salinari di Cervia. Ed è proprio sulla produzione del sale che Cervia ha incentrato nei secoli il suo sviluppo socio-economico. Presidio Slow Food dal 2004, il sale cervese viene oggi utilizzato in cucina e nella cosmesi. Da assaggiare il cioccolato al sale, vera prelibatezza culinaria. Oggi infatti la ripresa della sua produzione permette di valorizzarlo come un bene tipico e tradizionale e di riscoprirne l’uso alimentare.
Per conoscere la storia dei salinari cervesi c’è anche il MUSA ovvero il Museo del Sale. Qui durante l’anno vengono organizzati incontri e mostre veramente interessanti. L’ingresso al MUSA è gratuito.
La cittadina merita una bella visita non solo per tutto questo, ma anche per le pinete, il Parco Naturale, le spiagge e i bunker tour organizzati, di cui vi parleremo nella prossima puntata. Stay tuned!