Che aria tira a Vicenza, pubblicata relazione Arpav 2019

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Arpav

È stato pubblicato il rapporto Arpav sulla qualità dell’aria a Vicenza nel 2019. «Nel giugno del 2019 presso la stazione Vicenza San Felice – spiega Arpav – è stato installato uno strumento di misura automatica del PM10 in sostituzione alle misure di laboratorio, completando così il
processo di rinnovo in atto presso le stazioni di Vicenza Ferrovieri e Quartiere Italia. Le misure di Biossido di Zolfo sono estese al primo trimestre 2020 poiché la normativa prevede limiti relativi anche al semestre invernale (dal 01/10/19 al 31/03/20)».

«La normativa di riferimento, l’ubicazione delle stazioni e l’elenco degli inquinanti misurati in
ciascuna di queste, sono riportate negli allegati. I dati rilevati sono presentati suddivisi per inquinante, con la rappresentazione grafica dell’andamento storico fino al 2019, per tutte le stazioni in cui è stato misurato. Gli obiettivi dei monitoraggi si riconducono al Decreto Legislativo del 13 agosto 2010 n. 155 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per l’aria più pulita in Europa”, che pone gli obiettivi in materia di qualità dell’aria. Tra le finalità del D.Lgs. 155/2010 si cita la seguente: “ottenere informazioni sulla qualità dell’aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l’inquinamento e gli effetti nocivi dell’inquinamento sulla salute umana e sull’ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate”. Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, approvato il 19/04/2016, suggerisce, anche alla luce dei risultati dei monitoraggi, le misure da adottare per contrastare l’inquinamento atmosferico».

«La massima media mobile di monossido di carbonio si mantiene inferiore al limite previsto dal D.Lgs. 155/2010. Nel 2019 a Vicenza non sono stati superati né i limiti massimi orari né il limite massimo di 40 µg/m3 come media annuale» per quanto riguarda il biossido di azoto. «La principale criticità – spiega Arpav – riguarda il superamento del valore limite della massima media giornaliera prevista per il PM10, evento che, anche quest’anno, si è ripetuto per un numero di volte superiore al limite di 35 giorni/anno. Alcune criticità rispetto ai limiti normativi sono emerse anche per i valori di PM2.5. Per l’ozono si è verificato anche un picco in concomitanza ad una ondata di caldo particolarmente intenso.»

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