Che fine ha fatto l’App Immuni? L’inchiesta su Repubblica: problemi tecnici e di privacy, oltre a politica e… tempi lunghi

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Una settimana almeno per approntare “Immuni”, il sistema di tracciamento individuale anti-virus. Poi altre due per i test. Problemi tecnici e di privacy, ma anche di decisioni politiche non ancora prese. E intanto qualche regione, come la Campania, pensa al fai-da-te

di GIULIANO FOSCHINI, MARCO MENSURATI, FABIO TONACCI da Repubblica.it

Dice dunque il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, a proposito della app di tracciamento dei contagi: “Sarà in funzione a maggio. Quando? A maggio, può essere anche il primo…”. Vittorio Colao, il commissario alla ricostruzione, però avverte: “Se non parte entro maggio servirà a poco”. E il premier Conte? Nell’ultima conferenza stampa in cui ha illustrato come intende far ripartire l’Italia, di app non ha parlato proprio. Forse per il timore di scivolare sull’annuncio di una tempistica che, al momento, rimane vaga. Troppo vaga.

Qualcosa, però, si è in grado di anticipare: la Fase 2 si apre ufficialmente il 4 maggio, e per quel giorno la app Immuni, scelta dalla task force di 74 esperti e sviluppata da Bending Spoons, non sarà pronta. Eppure averla a disposizione è uno dei requisiti riconosciuti per affrontare in sicurezza la riapertura del Paese e limitare i rischi di nuovi focolai.

Lo stesso Comitato Tecnico-Scientifico, nell’ultimo report studiato da Conte per scrivere il decreto della Fase 2, sostiene che “l’utilizzo diffuso di misure di precauzione e il rafforzamento delle attività di tracciamento del contatto” possono ridurre in modo sufficiente i rischi di trasmissione. Una fonte ministeriale a conoscenza del “dossier Immuni” spiega a Repubblica che per vedere la app anti-Covid scaricabile sui telefonini e pienamente funzionante toccherà aspettare ancora molto: “Se tutto va bene, una prima versione sarà disponibile tra 7-10 giorni. E serviranno almeno due settimane poi per testarla”. Bisogna aspettare.