Arrivati ormai a metà di quello che è il campionato di basket statunitense NBA, si iniziano già a delineare le squadre che saranno in grado di raggiungere i Play-off per contendersi il titolo e una di quelle che più risulta dominante all’interno della Eastern Conference è senza dubbio Chicago. La classifica dell’NBA, nello specifico, si suddivide in due sottoclassifiche all’interno delle quali le squadre vengono raggruppate in base al loro posizionamento geografico sul suolo americano, rispettivamente chiamate Western Conference e Eastern Conference.
Al termine delle 82 partite della stagione regolare, avviene lo svolgimento dei Play-off ai quali prendono parte 8 squadre per Conference, tra cui le prime 6, che si qualificano automaticamente e 2 delle 4 sottostanti, che potranno accedevi soltanto vincendo prima i Play-in; per un totale di 16 squadre pronte a competere per la vittoria del titolo.
Andando ad osservare quella che è attualmente la classifica, soffermandoci in particolare ad East, possiamo constatare come i Chicago Bulls stiano vivendo un momento di grande successo, mantenendo saldamente una delle prime 3 posizioni e conquistando una vittoria dopo l’altra, soprattutto grazie all’operato delle sue due star: DeMar DeRozan e Zach Lavine.
Nelle ultime stagioni, la squadra dell’Illinois ha attraversato una lunga fase di insuccessi, che persisteva ormai da ben cinque anni, arrivando addirittura a toccare il fondo delle classifiche per due stagioni consecutive (2017/’18 e 2018/’19), in una delle quali hanno quasi eguagliato il loro peggior record di soltanto 15 vittorie totali.
Quest’anno però la musica sembra cambiata e i Bulls non rappresentano più una squadra cuscinetto contro la quale assicurarsi una facile vittoria e ciò è stato reso possibile anche da piccole, ma ben mirate, scelte di mercato, che hanno portato la franchigia ad essere una delle più difficili da contrastare sul parquet.
Già dalla scorsa stagione si era riscontrato un netto miglioramento da parte di Lavine, sul quale la società ha voluto puntare andando alla ricerca di altri validi giocatori da portegli affiancare. Primo tra questi è stato il centro montenegrino Nikola Vučević al quale sono seguiti i playmaker Lonzo Ball e Alex Caruso e l’ala piccola DeMar DeRozan, divenuto leader del gruppo dopo neanche due settimane dall’inizio del campionato.
L’acquisto di quest’ultimo, durante la sessione di mercato estivo, è stato inizialmente molto criticato da fan ed esperti, i quali hanno definito il giocatore come “finito” visti i suoi trascorsi nelle precedenti franchigie di Toronto e San Antonio, dove è stato fortemente limitato da un problema depressivo che non gli permetteva di esprimersi e giocare in modo lucido e concentrato.
Il Commissioner NBA Adam Silver ha in aggiunta provato numerose volte a censurare l’accaduto e a non far trapelare lo stato di salute mentale precario di DeRozan, il tutto per limitare gli ipotetici danni all’immagine della stessa NBA e della condizione dei vari giocatori.
Nonostante questo, la squadra di Chicago ha comunque dato una chance all’ormai trentaduenne ala piccola, il quale contro ogni aspettativa è riuscito a vincere i suoi problemi, rivelandosi un cestita ancora in grado di incidere sul risultato finale, mettendo a referto circa 26.5 punti a partita e trovando una forte intesa di gioco con il compagno Lavine.
I risultati non sono tardati ad arrivare e infatti, ad oggi, DeRozan è uno dei giocatori più incisivi della lega, arrivando addirittura ad essere selezionato come titolare di una delle due squadre che andranno a disputare gli All-Star Games di quest’anno.
Non è la prima volta, però, che a Chicago capita un caso del genere: facendo infatti un salto indietro nel tempo, più precisamente nella stagione NBA 1995/’96, ovvero quando Michael Jordan era appena tornato a calcare la scena, non si può non citare l’acquisto di quello che si è rivelato essere il miglior rimbalzista della storia della pallacanestro: Dennis Rodman. Anche in questo caso la scelta d’acquisto fu aspramente criticata persino dagli stessi giocatori dei Bulls, i quali vedevano in lui una minaccia negli equilibri della squadra. Questa scommessa però si rivelò vincente in quanto Rodman, dopo aver anch’egli passato un periodo di grande depressione, tornò ad essere un giocatore essenziale per la squadra, costruendo una solida e duratura intesa con lo stesso Jordan.
Nessuno si sarebbe mai aspettato una Chicago con questi risultati, soprattutto in un periodo in cui la competizione è sempre più alta, ed essendosi ormai conquistata di diritto un posto ai Play-off l’unica domanda che resta da porsi è se riuscirà a concludere con successo questa stagione oppure se la sua ascesa verrà arrestata da squadre con una maggiore esperienza.
Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) sotto la guida del prof. Michele Lucivero.
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