Chiesa di Santa Corona a Vicenza, assessore Fantin: “Tornano ad essere esposti due affreschi di Marcello Fogolino”

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Da sinistra Fantin, Martoni

Nei giorni scorsi sono stati ricollocati nella chiesa di Santa Corona due importanti testimonianze del patrimonio storico artistico dei Musei Civici di Vicenza: si tratta di due affreschi staccati rappresentanti Santa Caterina e Santa Lucia che provengono dall’altare dei Turchini, realizzati da Marcello Fogolino, uno dei protagonisti della pittura rinascimentale vicentina.

“Con questa ricollocazione andiamo ad integrare la ricchezza di opere d’arte di una della chiese più visitate della città, insigne monumento che fa parte dello straordinario plesso dei Musei Civici – ha spiegato l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin in sopralluogo nella chiesa di Santa Corona insieme ad Alessandro Martoni, Conservatore delle raccolte artistiche Musei Civici di Vicenza-. L’altare dei Turchini, che vantava il patronato della confraternita di Santa Maria della Misericordia e dal quale provengono i due affreschi staccati, è posto accanto al magnifico altare Garzadori, nel quale si incastona come gemma preziosa uno dei capolavori della pittura veneta del Rinascimento, il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini; altare e dipinto sono stati realizzati nei primi del Cinquecento per Battista Graziani Garzadori, a compimento di un voto fatto in Terra Santa dal colto esponente della corporazione vicentina dei lanaioli. Proprio di fronte all’altare dei Turchini si ammira l’Adorazione dei Magi di Paolo Veronese per Marcantonio Cogollo; mentre il presbiterio si qualifica per il sontuoso altare seicentesco a commesso lapideo con marmi policromi e madreperla, opera di pregio della bottega fiorentina dei Corberelli, a sua volta ornato da statue in marmo dei Marinali. La chiesa di Santa Corona è davvero uno scrigno di opere d’arte che continua a stupire”.

I due affreschi sono stati restaurati nel 2015 da Francesca Mariotto e non sono più state esposte fino ad oggi quando, per volere dell’assessorato e della direzione dei Musei Civici, e grazie alla preziosa collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, si è deciso di riportarle nella loro sede originaria, accanto all’altare di Santa Maria della Misericordia; l’altare, attribuito allo Scarpagnino con probabile realizzazione da parte di Giovanni da Porlezza e Girolamo Pittoni, maestri del Palladio, è ornato dalla Madonna delle Stelle, opera trecentesca di Lorenzo Veneziano riadattata all’altare rinascimentale nel 1520 con il completamento ad opera di Marcello Fogolino, autore anche dei due affreschi laterali, che nel dipinto centrale ci lascia una suggestiva veduta di Vicenza e delle alture che la cingono.

Come la storia dell’arte insegna, sono frequenti i distacchi degli affreschi- per strappo o stacco – per ragioni di conservazione, per salvaguardarli dal degrado o spesso dalle possibili demolizioni o distruzioni. Pratica a lungo promossa dagli enti di tutela e sino a un cinquantennio fa più diffusa di quanto non fosse effettivamente necessario.

Le opere, riportate a piena leggibilità grazie al restauro filologicamente condotto, sono state ricollocate accanto all’altare in quella che sembrerebbe la posizione originaria, ma invertiti rispetto alla precedente collocazione dopo lo stacco e prima del restauro, per salvaguardare la maggior coerenza spaziale della prospettiva architettonica convergente verso il punto di fuga e il centro dell’altare; dunque con Santa Lucia a destra e Santa Caterina a sinistra.

Altra curiosità emersa in occasione del restauro del 2015 è relativa all’identificazione di una delle due sante. Quella che prima era creduta una Santa Barbara dovrebbe invece essere identificata con la martire siracusana Santa Lucia, poiché la pulitura ha fatto emergere gli occhi, attributi della santa protettrice della vista.

Marcello Fogolino, nato a Vicenza tra il 1483 e il 1488, è figlio del pittore friulano Francesco, amico di Bartolomeo Montagna del cui stile la formazione di Fogolino risente. Il soggiorno a Venezia lo mette in contatto con le novità lagunari, con accostamenti al giovane Tiziano e a Romanino. Nel 1521 è in Friuli, dove lascia molte opere: permanenza segnata da rientri a Vicenza, sino alla fuga a Trento insieme al fratello, entrambi accusati dell’omicidio del barbiere Liberale da Belgrado e banditi dai territori della Serenissima.

Pronto a cogliere ogni novità e stimolo dagli ambienti frequentati, Fogolino ha contribuito al rinnovamento della pittura trentina, dipingendo insieme a Dosso Dossi e a Romanino il ‘magno palazzo’ del Castello del Buonconsiglio per il principe vescovo Bernardo Cles.

 

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Fonte: Chiesa di Santa Corona, tornano ad essere esposti due affreschi di Marcello Fogolino , Comune di Vicenza

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