La magnifica Chiesa di Santa Corona nel cuore di Vicenza accoglie il visitatore con calore

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Un particolare della facciata della chiesa di S. Corona. Foto: Marta Cardini

A pochi passi da Palazzo Chiericati, si erge magnifica e imponente la chiesa di Santa Corona. Si trova nel cuore di Vicenza, è una delle più importanti chiese della città ed è un bene protetto dall’UNESCO. E’ stata costruita nella seconda metà del XIII secolo e arricchita nel corso dei secoli da numerose opere d’arte.

Di fondazione domenicana, fu iniziata nel 1261 per accogliervi la reliquia della sacra spina, donata  da Luigi IX, re di Francia, al vescovo di Vicenza, Beato Bartolomeo da Breganze.
L’interno gotico, con presbiterio realizzato da Lorenzo da Bologna nella seconda metà del XV secolo, ospita numerose e importanti opere pittoriche e scultoree. Tra queste, il capolavoro di Giovanni Bellini “Il Battesimo di Cristo”, collocato sull’altare Garzadori, opera attribuita a Rocco da Vicenza e l’”Adorazione dei Magi” di Paolo Veronese. Inoltre  la “Madonna delle stelle” di Lorenzo Veneziano e Marcello Fogolino, la grande pala della “Maddalena e Santi” di Bartolomeo Montagna, la “Madonna con Bambino e Santi” di Giambattista Pittoni. Nell’abside della chiesa, il notevole coro ligneo, intagliato e intarsiato, opera di Pier Antonio dell’Abate. Tra le decorazioni più antiche, gli affreschi di Michelino da Besozzo della Cappella Thiene, dei primi anni del Quattrocento, importante testimonianza del più aggiornato gotico internazionale.

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Il fianco destro della chiesa di Santa Corona. Foto: Marta Cardini

La facciata

La facciata sorprende subito il visitatore. E’ a capanna, in laterizio scoperto come tutto l’edificio. È coronata da un’alta cornice a fasce multiple decorate. Sulla facciata è presente un grande rosone affiancato da due oculi, che si apre sopra il portale di ingresso caratterizzato da forte strombatura. Sui settori laterali, al di sopra delle navate laterali, vi sono due monofore e, sotto, due altissime finestre che includono bifore sottili.

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La facciata della chiesa di S. Corona. Foto: Marta Cardini

L’interno

Appena si entra in chiesa, si rimane stupiti da tanta bellezza e si ha una sensazione di venire accolti con calore. La pianta dell’interno è a croce latina con alto transetto e suddivisa in tre navate. Le due navate laterali terminano in absidi rettangolari, rispettivamente la Cappella della Sacra Spina a sinistra e la Cappella Thiene a destra, mentre l’abside centrale termina nella cappella maggiore arrotondata e allungata a fine Quattrocento. I primi pilastri sono rotondi con capitelli “a cubo” , dagli angoli smussati.

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L’interno della chiesa di Santa Corona. Foto: Marta Cardini

La cripta

La cripta è opera di Lorenzo da Bologna che la costruì contemporaneamente alla cappella maggiore che la sovrasta. Vi si accede scendendo per due strette scale, che si trovano ai lati della gradinata del presbiterio. In quella di sinistra è murata la lapide della tomba di famiglia di Andrea Palladio. La volta della cripta si appoggia su capitelli pensili. Su quattro di questi, così come al centro della volta, dipinto in oro, rosso e blu, c’è lo stemma dei Valmarana, che ne finanziarono la costruzione. Sull’altare vi sono le statue in pietra, di gusto neoclassico e probabilmente eseguite da Girolamo Pittoni intorno al 1530, del Redentore al centro, affiancato da san Luigi IX re di Francia e dal beato Bartolomeo da Breganze.

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Un’opera all’interno della chiesa. Foto: Circolo Liturgico Pio VII pag. facebook Chiesa di S. Corona

La cappella Valmarana

La Cappella Valmarana è attribuita ad Andrea Palladio che la progettò probabilmente nel 1576, in occasione della morte di Antonio Valmarana, anche se sarebbe stata realizzata solo nel 1597, dopo la morte dell’architetto, dal fratello Leonardo Valmarana. Secondo altre versioni, la data 1597, incisa su una lapide del pavimento, non si riferisce alla costruzione della cappella, quanto piuttosto alla traslazione delle spoglie di genitori e fratelli, avvenuta ad opera di Leonardo, che nel proprio testamento avoca a sé la responsabilità della costruzione.

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L’altare della Chiesa di Santa Corona