Chiesa e vittime di abusi. «Per prima cosa, l’ascolto»

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DI recente la Cei ha approvato le nuove linee guida per la prevenzione degli abusi su minori in ambito ecclesiale. Un atto che fa seguito al motu proprio ‘Vos estis lux mundi’ di Papa Francesco che entra in vigore il primo giugno. Ne abbiamo parlato con don Gottfried Ugolini, presbitero della Diocesi di Bolzano-Bressanone e coordinatore per la Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) del servizio regionale per la tutela minori. Un servizio al quale don Gottfried porta l’esperienza maturata nella sua Diocesi, prima in Italia ad avviare uno sportello di ascolto per vittime di abusi.

Don Gottfried Ugolini, diocesi di Bolzano-Bressanone

L’esperienza della Diocesi di Bolzano è stata una delle prime in Italia: da che esigenze è stata dettata? Come opera il servizio?

«La nostra Diocesi si è attivata nel 2010, subito dopo le rivelazioni di abusi avvenuti in Germania. Abbiamo pensato di offrire alle vittime di abusi la possibilità di rivolgersi a una persona indipendente dalla gerarchia diocesana. Abbiamo prima aperto uno sportello con una persona competente, poi con un gruppo di esperti. Le persone che si sono rivolte allo sportello sono state ascoltate e credute, poi sono state accompagnate secondo le loro esigenze e richieste».

Quali resistenze ha dovuto affrontare l’iniziativa?

«È stato necessario chiarire che cosa si intende per abuso, farne conoscere le dinamiche e le conseguenze per le vittime. La novità consisteva nel mettere al centro dell’attenzione le vittime. Inoltre era necessario trasmettere il messaggio che l’abuso succede sempre e ovunque, non si tratta di un’esperienza individuale. L’abuso riguarda tutto il sistema, perciò era ed è importante un cambio di cultura».

Quale è stato l’impatto?

«L’impatto è stato positivo non solo perché il vescovo Golser ha preso una posizione chiara e forte, ma anche perché è stato supportato dai media. È importante che la Chiesa si impegni per la trasparenza e per la verità, offrendo ascolto e accoglienza per le persone abusate. L’altro aspetto importante è quello di avviare programmi di prevenzione che includano la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione di tutti i fedeli».

Quali casi avete gestito in questi anni?

«Sono stati segnalati abusi sessuali, fisici e di altri tipi di violenza. I casi attuali riguardano soprattutto abusi di potere e psicologici, comportamenti inappropriati e trasgressioni attraverso i social media».