Chiuppano, crisi Covid e futuro incerto: 8 ore di sciopero alla Asfo

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Sciopero alla Asfo di Chiuppano, foto Fim-Cisll
Sciopero alla Asfo di Chiuppano, foto Fim-Cisll

Otto ore di sciopero alla Asfo di Chiuppano nell’Alto Vicentino. I sindacati Fim-Cisl e Fiom-Cgil fanno infatti sapere in un comunicato che mercoledì 11 novembre i lavoratori di Asfo “intendono dichiarare il loro disagio, nei confronti di una situazione che va ad appesantire il clima di insicurezza globale. A seguito dello stato di agitazione proclamato lo scorso 4 novembre, l’iniziativa dello sciopero dell’11 prevede l’allestimento di un presidio all’ingresso dell’azienda a Chiuppano, nel rispetto delle misure di contenimento da contagio per Covid”.

Asfo spa (Acciai Speciali Forgiati) nasce nel 1961 a Chiuppano, con l’obiettivo di forgiare
anelli laminati di medie e grandi dimensioni. Ad oggi può contare sulla storica tradizione
metallurgica impersonata dai 130 dipendenti attraverso un “know-how” che è caratteristico
del settore e difficilmente replicabile. Nel 1969 Asfo è la prima azienda ad entrare a far parte del Gruppo FOMAS, con sede in provincia di Lecco, leader nella forgiatura di acciai speciali. Nel 2011 l’azienda investe nella realizzazione di un nuovo stabilimento da 150.000 metri quadri a Villamarzana, in provincia di Rovigo, con l’obiettivo di rilanciare il mercato aggredendo altri mercati. “Nel recente passato la Direzione aziendale, più volte interrogata sul futuro dell’attività produttiva di Chiuppano, non è mai stata in grado di rispondere in maniera esaustiva a garanzia della tenuta occupazionale per il sito vicentino” affermano i sindacati.

“Le Organizzazioni Sindacali FIM CISL e FIOM CGIL hanno più volte segnalato le lacune
legate alla manutenzione degli impianti, a garanzia dell’efficienza del ciclo produttivo. È
grazie all’esperienza dei lavoratori, (ingegnosi aggiustatutto), che l’azienda può contare su
un prodotto finito che soddisfi le esigenze dei clienti. Le RSU aziendali di FIM e FIOM, indicano come gli investimenti che questa Direzione aziendale ha operato nel tempo, non siano lontanamente sufficienti per garantire un vero interesse nel mantenere la produzione a Chiuppano; in questo modo, negli ultimi mesi del 2020, decine di lavoratori hanno deciso di dimettersi, optando per una alternativa occupazionale che garantisca loro un futuro più certo. Nonostante la forte preoccupazione registrata dalle Rappresentanze Sindacali per la fuga delle competenze e delle professionalità, che comportano inevitabili conseguenze nelle linee di produzione, la Direzione aziendale non ha risposto in maniera adeguata a coprire i vuoti lasciati”.

“La capacità produttiva risulta compromessa anche per effetto della crisi da pandemia, che
colpisce tutto il settore, ma in ASFO sembra essere più marcata, anche per effetto degli
elementi di criticità evidenziati, mettendo l’azienda in un rapporto di concorrenza
schiacciante nei confronti dei “competitors”. In questo scenario – proseguono i sindacati – i lavoratori presenti in azienda assistono a dinamiche inequivocabili che portano a dedurre il prossimo lento declino, attraverso il trasferimento di alcuni macchinari che partono alla volta dello stabilimento di Villamarzana. Ma il vero tema è la sostenibilità dello stabilimento di Chiuppano: tutti i segnali portano a pensare che l’azienda andrà incontro ad un declino, trascinando con sé 130 lavoratori e le loro famiglie. Un declino – concludono -non annunciato ma perpetrato attraverso gli atteggiamenti”.