“Il futuro non si costruisce con le macerie del vecchio mondo – dichiara Roberto Ciambetti nella nota che pubblichiamo -. La crisi economica del 2007 e la Pandemia, assieme all’emergenza climatica, hanno fatto esplodere le contraddizioni di un modello di sviluppo che, su scala globale, è insostenibile sia da un punto di vista ambientale ma anche sociale”.
Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, intervenendo al Quarto Convegno Nazionale di Contabilità Pubblica in corso a ca’ Foscari (dal titolo “Il comune nella finanza globale: i conti pubblici nel “front office” dello Stato alla prova del NGUE”) dopo aver ricordato che “Alla crisi del 2007 si era risposto anteponendo all’essere umano la logica del bilancio, tagliando servizi essenziali, abbattendo drasticamente i servizi di assistenza sociale e socio-sanitaria, scaricando, in Italia sugli enti locali, disarmati e privati di risorse, la risposta alla domanda sociale e il peso delle tensioni sociali. La pandemia ha dimostrato i macroscopici errori che quella impostazione aveva in sé non è un caso se l’Unione Europea ha dovuto fare una profonda revisione delle sue politiche economiche”.
“Il rilancio dell’Europa e la sua ricostruzione ecosostenibile – ha proseguito Ciambetti – deve passare da una profonda revisione dell’architettura dell’Istituzione comunitaria che non può continuare a basarsi su gli stati. Abbiamo la necessità di attivare politiche di governo dei fenomeni a livello locale, un livello che in Europa si identifica con la realtà regionale e le città metropolitane non dimenticando mai il monito di Baumann per cui ‘Il nuovo ordine mondiale, che troppo spesso appare come un nuovo disordine mondiale, ha bisogno proprio di stati deboli per conservarsi e riprodursi’. L’autonomia, il governo locale, sono l’esatto contrario dello stato debole. Ciò impone un salto di qualità culturale anche nella classe politica per dirla con Ulrich Beck, e a maggior ragione dopo la prova globale della pandemia, ‘con l’epoca della globalità non scocca l’ora della fine della politica, ma si apre per quest’ultima una nuova era’. Un’era in cui fondamentale è riuscire a riorganizzarsi nell’ottica di una economia circolare e di città sostenibili in cui non è ammesso lo spreco, ad iniziare dallo sperpero delle risorse pubbliche. Una vera autonomia può essere la traduzione sul piano politico e istituzionali del Glocalismo di Zygmunt Bauman: pensare globalmente e agire localmente, capire di essere parte di un mondo globalizzato e gestire però la realtà locale rispettandone le principali caratteristiche e aspettative senza per questo venir meno ai doveri di solidarietà che ci legano alle altre regioni, ai doveri imposti dalla sostenibilità ambientale, economica e sociale.