Ciclabili a Vicenza: il caso di viale Milano e l’appello di Possamai a Salvini

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ciclabili viale Milano Vicenza furgone parcheggiato sopra la ciclabile
viale Milano Vicenza furgone parcheggiato sopra la ciclabile

Qualche mese fa ha fatto notizia l’errore di un operaio che a Vicenza ha disegnato per sbaglio il simbolo di una bici in un tratto, a porta Santa Croce, che andava da muro a muro. È stata definita “la ciclabile più corta del mondo”, l’errore è stato corretto e il simbolo è stato apposto più avanti. Peccato che poi le auto ci parcheggino sopra.

Le ciclabili temporanee

Per capire di cosa stiamo parlando, si tratta delle cosiddette ciclabili temporanee o d’emergenza. Praticamente ai bordi della carreggiata viene disegnato il simbolo della bici. A Vicenza negli ultimi mesi ne sono sorte moltissime, evidenziate anche dal colore rosso. L’idea non è campata in aria, nel senso che anche l’amministrazione precedente, di centrodestra, aveva in programma di realizzare questo tipo di segnaletica, che è già da tempo in uso in molte città italiane ed europee.

Il caso di viale Milano

Non si tratta di vere e proprie ciclabili, perché il ciclista non ha uno spazio isolato e sta comunque in strada con macchine e bus, ma è piuttosto un tentativo di sensibilizzare l’attenzione degli automobilisti rispetto al fatto che la strada non è tutta loro e che devono fare attenzione anche alle bici. Una sorta di compromesso, in quanto comunque, in assenza di ciclisti, le auto passano sopra a questo tipo di segnaletica e spesso ci parcheggiano pure sopra, come segnala su Facebook un utente del gruppo “Sei di Vicenza se” (vedi foto copertina) relativamente a viale Milano, cuore del cosiddetto quadrilatero.

Per realizzare una vera ciclabile in quella strada bisognerebbe togliere le auto da almeno uno dei due lati, come è stato fatto in contra’ Vittorio Veneto. Per farlo servirebbe un parcheggio, magari multipiano, magari all’ex Domenichelli. A Padova nell’omonimo Corso Milano è stata realizzata una ciclabile e i negozianti si sono lamentati perché la gente non poteva più parcheggiare davanti al negozio. Ma è stata fatta comunque, perché la scelta del Comune è andata in una direzione precisa, puntando contemporaneamente sul parcheggio all’ex caserma Prandina.

L’appello di Possamai a Salvini

Nel frattempo gli assessori di alcune città italiane, tra cui Vicenza, hanno chiesto in un comunicato al ministro delle Infrastrutture Salvini di tornare indietro rispetto alla sua idea di riforma del codice della strada, in discussione in questi giorni in Parlamento. In particolare viene contestato “l’intervento del Ministero per ogni decisione che riguarda la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, di zone a traffico limitato e di aree a basse emissioni, aree pedonali e aree di sosta nelle città, comportando di fatto lo stop all’introduzione, da parte degli enti locali, di strumenti utili a potenziare la sicurezza stradale” che ridurrebbe lo spazio di manovra dei Comuni su questi aspetti della vita cittadina.

“Come amministratori e amministratrici locali, impegnati e impegnate a rendere le nostre città sempre più a misura di persona, esprimiamo forte preoccupazione per una riforma che riduce il ruolo dei Comuni nella promozione della mobilità dolce, guarda in maniera semplicistica al tema della sicurezza stradale e compie molti passi indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale da raggiungere anche attraverso la mobilità ciclabile e la moderazione del traffico – ha scritto il sindaco vicentino Possamai -. Auspichiamo una presa di coscienza da parte del Parlamento e del Governo e un conseguente dietrofront sul disegno di legge“.