Iniziati i restauri al Cimitero Acattolico di Vicenza: storia e “usi”, da sempre per tutte le religioni non solo per gli ebrei

831
cimitero acattolico

Venerdì 12 aprile mi sono recata al Cimitero Acattolico, reparto ebraico, con il signor Piero Cividalli di 92 anni, ex ragazzo della Brigata Ebraica. La Città ha voluto perdere l’occasione di ascoltare un Uomo ancora lucido, di una straordinaria sensibilità che sarebbe stato “maestro” a tanti giovani e meno giovani (non mi si venga a dire che non avevo avvertito…).

Lavori al cimitero acattolico senza le dovute indicazioni
Lavori al cimitero acattolico senza le dovute indicazioni

Con mia grande sorpresa e piacere ho visto che sono iniziati i lavori di restauro: nessun cartello di cantiere esposto, solo una recinzione e alcuni baldi giovani che dal tetto facevano volare i coppi come fossero palle da baseball (muscoli di gioventù…). Per i privati la Cassazione sancisce che il rilascio del permesso di costruire o restaurare a prescindere dall’effettiva necessità del titolo, presuppone l’obbligo di esposizione del cartello di cantiere. Sarebbe assurdo che un ente pubblico ne fosse esentato. Tanto più che il Cimitero dovrebbe essere protetto da un vincolo della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici delle Province di Verona-Vicenza-Rovigo firma dell’Arch. Francesco Zurli.

Nel tempietto (ma c’è anche chi lo chiama cella mortuaria) è custodito un ripiano del 1830-1850 per il lavaggio delle salme, è stato evidentemente creato per permettere il lavaggio rituale e la composizione delle salme di religione ebraica, come testimoniano i bordi affinché l’acqua non invada l’ambiente e lo scarico centrale. L’importanza non è tanto nel valore intrinseco del bene, quanto nel valore storico e nella posizione in cui è posta la lastra, in straordinaria e perfetta direzione di Gerusalemme!

Il ripiano è stato messo in sicurezza dalla precedente Amministrazione. Sono ritornata per un sopralluogo e mi sembra di aver notato che l’imballo di protezione è stato manomesso.

Entrata del cimitero acattolico senza segnaletica
Entrata del cimitero acattolico senza segnaletica

Sbirciando dalla rete, senza oltrepassare i confini e agevolata dalla porta aperta a tutto campo (rispetto le regole, per questo vado fiera del titolo di rompiballe che questa Giunta, come la precedente mi affibbia, perché sono orgogliosa di un titolo meritato nel rispetto delle regole, a differenza della benemerenza riservata a chi non le rispetta), mi sembra di aver visto anche qualche traccia di lavoro di scorrimento acque.

Se si vuole ripristinare un cimitero Acattolico il cui termine stesso non pone diktat di religione, ci sono regole da rispettare a prescindere (non è necessario, ass. Cicero specificare come riportava una testata locale il 18 marzo “L’amministrazione vuole riattivarlo dopo 63 anni (?)…nostro obiettivo far si che torni un cimitero. Non solo per gli ebrei ma per tutti i non cattolici.” Se l’Assessore si fosse documentato un pochino, si sarebbe accorto che l’ultima sepoltura è del 20 dicembre 1972 G.S. con rito evangelico!

Ho letto anche di un drone… stupendo potrebbe aiutare a stabilire dove sono sepolte 69 salme ebree a fronte di una trentina di tombe rimaste.

Basterebbe che ogni amministrazione pubblica si comportasse come un’amministrazione privata: prendesse in mano lo storico. Nel 2002 è stato fatto un progetto per il ripristino, che non è potuto proseguire perché il cimitero non ha ora gli standard richiesti dal regolamento nazionale.

Dal momento che l’Assessore Cicero asserisce che si tratta di una cooperazione di tirocinio, sarebbe opportuno che i tirocinanti fossero correttamente informati… Risale al 1879 il progetto per la sistemazione generale e nella planimetria compare per la prima volta il fabbricato d’ingresso per l’abitazione del custode (parte destra dall’entrata) e una camera mortuaria (parte sinistra).

Il tempietto o cella ora in fase di restauro sarà costruito poi, a seguito della mozione presentata alla Giunta Municipale da parte dei rappresentanti della Comunità Ebraica e della Chiesa Evangelica, perché fosse realizzata una seconda “camera mortuaria” per garantirne un uso esclusivo (quella che ora è in fase di restauro). Tutto questo l’ho ricavato da un progetto tecnico del Comune, di cui mi è stata fornita spontaneamente copia tra il 2004 e 2006!

Il cimitero dovrebbe essere restaurato per conservare quella Memoria che, al momento non ha l’assoluta corrispondenza, spetta all’uomo ripercorrere il legame vissuto e portarlo nell’eterno! E non è con l’improvvisazione che si costruisce la Memoria!

Se si potesse ripristinarlo sarei ben felice di veder spazio destinato a ogni confessione, purché tutti siano informati che su quel ripiano posto dentro “la cella mortuaria”, come è chiamata dal Comune sono stati adagiati i corpi degli ebrei per: il lavaggio (rechitzah), la purificazione rituale (taharah) e la vestizione (halbashah), prima della sepoltura.

Poiché sono molto (troppo) laica, non affetta da sindrome di “so tutto io” mi sono permessa di chiedere a un Rabbino, Elia Richetti, già Rabbino di Trieste e Rabbino Capo di Venezia la sua opinione: Rav. Richetti, Tu pensi che sia possibile che una persona musulmana o di altra religione il cui rituale richieda il lavaggio del corpo, possa essere lavata e accettare il lavaggio su questa pietra posta in direzione di Gerusalemme? Fino a che punto è doveroso e rispettoso comunicare?

La sua risposta testuale è stata: Se lo chiedi al Rabbino, ti può dire solo che nulla vieta, dal punto di vista della normativa ebraica, che la salma di un non ebreo sia lavata e composta su un tavolo usato per le salme degli Ebrei, come pure che la salma di un Ebreo venga composta sui lettini degli obitori non ebraici (io stesso ho composto delle salme all’obitorio dell’Ospedale di Vicenza); da persona attenta al dialogo, ritengo sia necessario informare eventuali fruitori non ebrei della stanza di lavaggio in merito alla direzione del tavolo, che è rivolto con i piedi verso Gerusalemme, come previsto dalla normativa ebraica. Infatti, mi risulta che i Musulmani lavino le salme con la testa rivolta verso la Mecca, e non vorrei che un errore di orientamento causato dalla mancata comunicazione (e mancata attenzione alle esigenze religiose di una pur cospicua minoranza) pregiudicasse la validità di un rito. Per molto meno gli Ebrei sono accusati di “giudaizzazione” dei loro luoghi storici….