Cinipide del castagno, trovati nuovi esemplari a Recoaro. ass. Ceola: l’antagonista è però in maggioranza, la lotta biologica funziona

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Vespa cinese o cinipide del castagno
Vespa cinese o cinipide del castagno

Nei primi mesi dell’anno sono stati segnalati episodi di ricomparsa del Cinipide del  castagno (anche noto come “vespa del castagno”) in alcune zone del territorio recoarese.

La situazione ha subito destato preoccupazione negli operatori del settore che solo qualche anno fa si erano trovati ad affrontare non pochi problemi in seguito ad una rapida diffusione del parassita.
Il Comune di Recoaro Terme aveva allora aderito al progetto di lotta biologica attraverso l’introduzione dell’insetto antagonista Torymus Sinensis, il quale aveva subito fatto vedere i risultati del proprio lavoro, con un progressivo ridursi di castagneti infestati dal dannoso parassita.

Le piante erano così potute tornare alla loro normalità vegetativa e produttiva. Va infatti detto che nell’area delle Piccole Dolomiti il castagno rappresenta una specie particolarmente sfruttata nella produzione di legname per le sue caratteristiche di alta resistenza agli agenti atmosferici anche senza subire trattamenti. Il tannino naturalmente prodotto dal legname di castagno offre una naturale protezione dall’attacco di molteplici fattori, rendendolo un materiale versatile. Di qui il progetto di tutela del castagno delle Piccole Dolomiti, sviluppato e sostenuto anche dal Comune della Conca di Smeraldo.

La lotta biologica al Cinipede è parte dell’azione sviluppata dal Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università di Padova. All’Ateneo patavino sono state inviate anche questa volta alcuni campioni di galle (malformazione della foglia di castagno dovuta al parassita) prelevate nelle zone in cui si è notata la ricomparsa del Cinipide. Le galle sono state dissezionate e analizzate al microscopio per verificare, nei loculi  al loro interno, la presenza sia del Cinipide (parassita), che dell’antagonista Torymus Sinensis (parassitoide).

I dati che ne sono risultati fotografano una situazione piuttosto confortante. Solo il 17,5% dei loculi sono occupati dal parassita, mentre l’82,5% ospita il parassitoide. Questo a dimostrare un’alta parassitizzazione e una consolidata presenza di Torymus Sinensis tale da tenere il Cinipide sotto controllo.

Gli episodi di recrudescenza del parassita sono quindi riferibili nell’ambito della normale dinamica di spostamento delle popolazioni del Cinipide, conseguente proprio alla lotta biologica che determina un andamento altalenante, ma secondo un ciclo naturale, che vede proliferare dapprima la specie predatrice, con conseguente calo di esemplari di Cinipide, seguito poi da una fase di calo del predatore nel momento in cui viene a mancare il suo sostentamento.  Il parassita cerca di sfuggire al parassitoide spostandosi in zone dove non è presente, ma quest’ultimo lo segue in quanto rappresenta il suo alimento fondamentale.

“Come dimostra questa situazione – spiega l’Assessore all’Ambiente, Giovanni Ceolal’equilibrio biologico del nostro territorio è delicato e sempre più spesso messo a rischio. Continueremo pertanto a monitorare la diffusione del Cinipede, ma possiamo per il momento confermare che la presenza di galle sulle piante non costituisce una situazione di allarme. I dati  ci confermano l’ampia diffusione dell’insetto antagonista che continua la propria lotta silente.”