In data 26 aprile si è tenuto un incontro tra la Direzione Aziendale di CIRFOOD Società Cooperativa Italiana di Ristorazione, la RSU del centro cottura e i funzionari della Filcams, Fisascat e Uiltucs, che intervengono con la nota che pubblichiamo di seguito. Nel corso dell’incontro è stata comunicata da parte della Direzione la chiusura del centro cottura di Caldogno, senza dare garanzie sulla salvaguardia del perimetro occupazionale e la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto serio e rispettoso nei confronti delle Lavoratrici e Lavoratori che hanno svolto la loro attività lavorativa negli anni in maniera eccellente presso il Centro Cottura.
Una situazione surreale e incomprensibile viste le motivazioni portate al tavolo da parte dell’Azienda, dettate da un aumento dei costi e ad una scarsa marginalità dovuta alla strategia aziendale dei prezzi attribuiti alle commesse, con conseguente incapacità di coprire i costi energetici, delle materie prime e della manodopera.
La RSU e le OO.SS. hanno chiesto alla Direzione di mettere in campo delle soluzioni alternative a quella che di fatto è la chiusura dello storico centro pasti, e che, a differenza di quanto finora proposto, si fondino invece sulla riqualificazione ed il rilancio dello stabilimento di Caldogno e diano una prospettiva futura ai Soci Lavoratori occupati, anche attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
“Siamo fortemente preoccupati”, spiegano le Organizzazioni Sindacali Territoriali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, “perché, ad oggi, le Lavoratrici e i Lavoratori non hanno avuto nessuna garanzia sul proprio futuro. Attualmente, i centri di cottura CirFood più vicini sono a più di 90 km di distanza. Come potrebbero essere raggiunti da lavoratori e lavoratrici che contrattualmente lavorano 3 ore al giorno?”
Le Lavoratrici e i Lavoratori hanno dato mandato alle RSU e OO.SS. di intraprendere ogni tipo di azione a tutela del loro posto di lavoro.
Filcams, Fisascat e Uiltucs