“In data 26 aprile 2023 si è tenuto un incontro tra la direzione aziendale di Cirfood di Caldogno, la rappresentanza sindacale unitaria del centro cottura e i funzionari della Filcams-Fisascat e Uiltucs”.
Lo affermano in un comunicato stampa congiunto i sindacati in merito alla situazione nell’azienda del vicentino.
“Nel corso dell’incontro – aggiungono – è stata comunicata da parte della direzione la chiusura del centro cottura di Caldogno, senza dare garanzie sulla salvaguardia del perimetro occupazionale e la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto serio e rispettoso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno svolto la loro attività lavorativa negli anni in maniera eccellente presso il centro Cottura.
Una situazione surreale e incomprensibile viste le motivazioni portate al tavolo da parte dell’azienda, dettate da un aumento dei costi e ad una scarsa marginalità dovuta alla strategia aziendale dei prezzi attribuiti alle commesse, con conseguente incapacità di coprire i costi energetici, delle materie prime e della manodopera.
La RSU e le OO.SS. hanno chiesto alla direzione di mettere in campo delle soluzioni alternative a quella che di fatto è la chiusura dello storico centro pasti e che, a differenza di quanto finora proposto, si fondino invece sulla riqualificazione ed il rilancio dello stabilimento di Caldogno e diano una prospettiva futura ai soci lavoratori occupati, anche attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Siamo fortemente preoccupati – spiegano le organizzazioni sindacali territoriali – perché, ad oggi, le lavoratrici e i lavoratori non hanno avuto nessuna garanzia sul proprio futuro. Attualmente, i centri di cottura CirFood più vicini sono a più di 90 chilomteri di distanza. Come potrebbero essere raggiunti da lavoratori e lavoratrici che contrattualmente lavorano 3 ore al giorno?
Le lavoratrici e i lavoratori hanno dato mandato alle RSU e OO.SS. ad intraprendere ogni tipo di azione a tutela del loro posto di lavoro”, conclude la nota.