Di seguito il comunicato diffuso dalla Cisl Funzione Pubblica Vicenza, a seguito di un incontro svoltosi oggi tra le parti, relativo alla decisione di non firmare, per la prima volta, il contratto decentrato per gli oltre 900 dipendenti del Comune di Vicenza a causa, secondo quanto riportato nella nota, di una scarsa capacità (o volontà) di programmazione delle risorse finanziarie destinate al personale da parte dell’Amministrazione Comunale di Vicenza.
In occasione dell’incontro odierno tra l’Amministrazione Comunale di Vicenza e le principali sigle sindacali sui contenuti del contratto decentrato per gli oltre 900 dipendenti comunali, che dovrebbe essere sottoscritto il 24 settembre, Cisl Funzione Pubblica Vicenza ha annunciato che per la prima volta non firmerà l’accordo, ritenendo inadeguato quanto previsto nella bozza di testo definitiva.
Come noto, si tratta di un accordo che recepisce il nuovo contratto nazionale collettivo, firmato nel maggio dello scorso anno, definendo con una contrattazione di secondo livello vari aspetti normativi e finanziari. «Ben 14 mesi per dare attuazione al nuovo contratto nazionale – commenta Ruggero Bellotto, segretario provinciale di Cisl Fp – e il risultato è del tutto inadeguato. Fino all’ultimo abbiamo proposto dei correttivi, ma i nostri suggerimenti sono stati tutti respinti, senza nemmeno entrare nel merito delle motivazioni. Abbiamo deciso, con una scelta che non ha precedenti per la Cisl Fp nella nostra provincia, che non firmeremo perché il nuovo accordo presenta delle carenze significative sul fronte normativo e delle gravi criticità sul piano economico».
Su quest’ultimo aspetto, Cisl Fp Vicenza evidenzia una vera e propria scarsa capacità (o volontà) di programmazione – e quindi cattiva gestione – delle risorse finanziarie destinate al personale da parte dell’Amministrazione Comunale di Vicenza: «Premesso che gli avanzamenti di carriera erano bloccati da 10 anni – spiega ancora Bellotto -, avevamo proposto un piano che consentisse di sbloccarli per tutto il personale avente diritto, in un arco temporale di tre anni, riservando a ciò le necessarie risorse. È sicuramente positivo che quest’anno si dia corso a circa 400 progressioni, ma per gli altri 500 dipendenti dal prossimo anno non ci saranno più fondi, se non per una piccola parte di loro. Questo perché si è preferito ipotecare subito tutte le risorse per indennità di vario tipo. Così però dal prossimo anno non ci saranno le risorse necessarie per riconoscere le progressioni di carriera a chi resterà escluso, più della metà dei dipendenti, ai quali sarà peraltro ridotto il salario accessorio complessivo. In definitiva, circa 500 dipendenti comunali si troveranno con un contrato bloccato da 11-12 anni e addirittura un premio di produttività ridotto, tra l’altro con una situazione di palese disparità rispetto ad altri colleghi: non proprio un bel modo per motivare i lavoratori in un momento di generale sofferenza per gli uffici comunali».