Sul Sole 24 Ore di lunedì 28 ottobre è stata pubblicata la classifica dal titolo “Ecosistema Urbano 2019: qual è la città più ‘green’ d’Italia?” sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia giudicati per qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti.
Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono nella top 5, mentre nelle ultime posizioni figurano metropoli come Napoli (84ma), Bari (87ma), Torino (88ma), Roma (89ma), Palermo (100ma).
Nella ricerca redatta in collaborazione con Legambiente e Ambiente Italia, la città di Vicenza si trova al 51° posto su 104 capoluoghi, perdendo 11 posizioni in un anno nella variazione tra il 2018 e 2019.
Il tema ambientale è particolarmente importante in questo momento storico, tra imponenti manifestazioni di studenti per il Fridays for future e il governo Conte-bis che ha messo il “Green new deal” tra le proprie priorità.
Mantova, regina nel 2018, cede lo scettro a Trento che sale per la prima volta al vertice della classifica sulle città più ‘green’ d’Italia grazie al miglioramento nella qualità dell’aria, nell’utilizzo di trasporti pubblici e nell’attenzione alla mobilità ciclabile.
La classifica sull’Ecosistema Urbano, sesta tappa di avvicinamento all’indagine sulla Qualità della vita 2019 del Sole 24 Ore che quest’anno celebra i 30 anni dell’iniziativa, impiega 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti. Gli indicatori spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, dalla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino allo spazio occupato dalle piste ciclabili.
In particolare, guardando i singoli indicatori, Lucca vince per isole pedonali, Padova per il solare, Ferrara per la raccolta differenziata dei rifiuti, Matera è prima per il verde, Reggio Emilia nelle piste ciclabili ed Enna nella qualità dell’aria.
Dall’analisi dei dati, che verranno presentati lunedì 28 ottobre a Mantova, emerge un’Italia dinamica, attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali; ma una lettura d’insieme delle aree urbane restituisce emergenze, criticità e troppe performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti.
Un’Italia in cui migliora la qualità dell’aria, nel complesso, e si riducono i consumi d’acqua.