In un’operazione nel trevigiano, condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso e dalla Procura della Repubblica, è stata sgominata una vasta rete di falsificazioni che ha permesso a 157 cittadini brasiliani di ottenere attraverso una condotta illecita la cittadinanza italiana.
L’indagine, durata anni, ha portato alla luce numerosissime condotte di falsità ideologica e materiale: un sistema ben organizzato che ha coinvolto 7 agenzie e 3 agenti di polizia locale del Comune di Crocetta del Montello.
Il cuore dell’inganno risiedeva nella falsificazione del requisito della residenza in Italia, fondamentale per ottenere la cittadinanza. Le agenzie, con la complicità di alcuni agenti di polizia locale, mettevano a disposizione degli aspiranti cittadini brasiliani una serie di appartamenti a Crocetta del Montello. Questi ultimi, dopo brevi soggiorni, dichiaravano tali appartamenti come residenza abituale, ingannando così le autorità.
Il business della cittadinanza falsa era redditizio: ogni brasiliano pagava circa 3.000 euro per ottenere i documenti. Una volta ottenuta la cittadinanza, molti brasiliani si trasferivano in altri Paesi dell’UE, liberando così gli appartamenti per i nuovi arrivati.
Le Fiamme Gialle hanno ricostruito un’articolata rete di relazioni tra le agenzie, i cittadini brasiliani e gli agenti di polizia locale. Le indagini hanno permesso di sequestrare una mole considerevole di documentazione falsa e di identificare tutti i soggetti coinvolti.
L’attrazione per la cittadinanza italiana è legata a numerosi fattori, tra cui la possibilità di viaggiare liberamente nell’Unione Europea e di accedere a servizi come il sistema sanitario nazionale. Questo rende il passaporto italiano particolarmente ambito, anche al di fuori dei confini nazionali.