Vicenza e Padova: due città ma una sola università

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La classe universitaria Vicentina e quella Padovana presentano grosse differenze
Un'aula dell'ateneo per la classe universitaria vicentina

Nel 1204 sorse la prima università del Veneto (leggi VicenzaPIùCool acquistandolo in edicola o abbonandoti a VicenzaPiù Viva qui, ndr): quella di Vicenza che tuttavia ebbe vita breve e ben presto venne chiusa (1209) e poi sostituita dall’ateneo padovano, sorto nel 1222. Ad oggi la piccola città del Palladio è spossessata di un suo proprio ateneo. Tuttavia costituisce un polo universitario attivo su cui si appoggiano Verona, Padova e Venezia. Vicenza e Padova sono da sempre state due città cugine, inserite in un tessuto territoriale e in dinamiche sociali molto simili. Eppure forse proprio per questa contiguità tra le due, emergono ben evidenti le differenze che le contraddistinguono. Prima fra tutte, quella inerenti agli studenti delle rispettive università. La “classe” universitaria vicentina e quella padovana sono diverse.

Innanzitutto, il primo livello di differenza è quello di specializzazione, di fatto anche obbligata per l’esiguo numero di facoltà attive a Vicenza. Gli studenti universitari che scelgono di portare avanti un percorso nel polo universitario vicentino prediligono (devono prediligere) corsi di laurea con un grado di specializzazione elevato. Questo carattere è coerente con lo sviluppato apparato industriale vicentino che richiede e ottiene personale altamente formato in determinati settori. Si pensi al corso di ingegneria del prodotto o di design industriale, ben spendibili nell’economia della città del Palladio. Verso tutt’altri scopi tende invece l’ Universitas studii paduani. Quest’ultima vanta al suo interno un numero astronomico di facoltà tra cui anche molte materie umanistiche, totalmente assenti nell’ateneo della città vicina. Garantisce un futuro ad ampio raggio, che travalichi i colli Euganei.

La “classe” universitaria vicentina e quella padovana presentano grosse differenze, decisamente. Lo si comprende subito, dando una sbirciatina al numero di studenti iscritti ai corsi di ciascuna città. A Padova studiano 70.000 studenti, con la presenza di 2.200 professori e la disponibilità di ben 29 biblioteche che contano in totale oltre 2 milioni di libri. Numeri elevatissimi a cui la piccola Vicenza guarda con il nasino all’in su e gli occhi sognanti. Dal canto suo, con i suoi 5.0000  studenti non solo supera quelli di Treviso (1.215) e quelli di Rovigo (2.000), ma registra un crescita della comunità studentesca annuale del 10%, pur rimanendo un granello di sabbia rispetto ai dati padovani.

C’è un’ulteriore considerazione poi da fare inerente alla provenienza degli studenti dei due poli universitari. A Vicenza, il 10% degli universitari  giunge dal Comune capoluogo  e il 60% dal Vicentino. Il resto, il 40%,  arriva da fuori provincia. Per quanto riguarda Padova, invece, l’ateneo dove insegnò anche Galileo Galilei attira studenti da tutt’Italia e anche dall’estero, registrando un incremento annuo sempre maggiore di immatricolazioni straniere.

La così maggiore presenza a Padova rispetto a Vicenza di studenti e, in particolar modo, di studenti frequentanti facoltà umanistiche con una forte attenzione al sociale e ai comportamenti delle aggregazioni umane (Sociologia, Scienze Politiche, Filosofia e tante altre) è premessa di una delle principali differenze tra i due mondi universitari veneti confinanti. Di fatti, per tutta Padova proliferano le occasioni di aggregazioni politico – studentesca sotto il nome della più storica FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e della giovanissima UDU (Unione degli Universitari) che a Vicenza sembrano non essere riuscite a piantare il loro seme.

Insomma, la classe universitaria dei vicentini e quella dei padovani sono diverse. Tra le discriminanti fondamentali tra le due vi è sicuramente lo scopo posto al termine dell’università. Per i “padovani”, il futuro è ancora indefinito, il presente un fitto avvicendarsi di esperienze universitarie e para-universitarie. Per i “vicentini” invece il presente, e dunque il loro percorso universitario, è vissuto con la consapevolezza di poter entrare poi, in un futuro a breve, a fare parte della macchina produttiva cittadina.

Due città simili ma diverse, con dei “tipi” universitari peculiari e ben distinguibili alla luce della più grande (e amara per un vicentino) differenza. A Vicenza da oltre 800 anni manca un’università che porti il suo nome ed è così costretta a lasciare ad altri atenei la formazione e l’istruzione dei suoi ragazzi con la speranza, spesso non soddisfatta, di un loro futuro ritorno a casa. Insomma, Padova e Vicenza sono due città ben diverse soprattutto in relazione alla “strategia” universitaria: una ce l’ha, l’altra costituisce solo una sede distaccata di altri atenei veneti.