(Articolo sulla storia del Clinto Bistrot da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Due fratelli portano avanti una storia iniziata da lontano, 60 anni fa.
Siamo in Piazzale Tiro a Segno, un nome che sembra essere stato creato appositamente per questo locale, che in effetti il centro lo ha colpito perfettamente. E ripetutamente, a partire da un giorno di quasi sessant’anni fa.
Antonio, vogliamo partire dall’inizio di questa bella storia? Portare avanti un locale per 60 anni e con tutti i cambiamenti che nel tempo si sono succeduti non è facile…
Certamente! Ci siamo dovuti sempre reinventare in base al cambiamento del tempo e delle persone, i cui gusti sono mutati, e di molto, in questo lungo lasso di tempo. Del resto è normale che sia così.
La vostra famiglia è a Vicenza da decenni, ma non siete vicentini…
No, è vero, la nostra famiglia è originaria del veneziano, dell’entroterra, dove papà possedeva alcuni campi coltivati e anche alcuni animali. Le cose non sono purtroppo andate bene e abbiamo dovuto cercare altre soluzioni. Mio papà prese in gestione un bar a Roana, luogo diametralmente opposto a quello nel quale eravamo vissuti fino ad allora… Ma anche lì le cose non andarono benissimo e così decidemmo di spostarci in città e di rilevare quella che all’epoca era una sorta di bar-osteria, un ritrovo per le persone che giocavano a carte in mezzo alla nebbia provocata dal fumo delle sigarette e dei sigari, che allora erano permessi. Non facevamo cucina, ma gli operai della Valbruna e della Zambon che era qui vicino potevano portare quanto preparato a casa e scaldarlo da noi. Tuttalpiù potevano trovare un piatto di pasta o minestrone. Si giovava a carte e più tardi avemmo l’idea di mettere un biliardo, gioco allora assai in voga e che sta ritornando. Finita la scuola media siamo entrati stabilmente a lavorare anche io e mia sorella. Poco meno di 60 anni fa.
Qual era e qual è diventata la caratteristica del locale?
Come ho detto in precedenza si trattava di una tipica osteria vicentina, assolutamente semplice, dove si poteva anche acquistare vino sfuso, ma mio papà che guardava avanti decise di operare uno svecchiamento, pur non tradendo quelle che erano le caratteristiche tipiche del locale; così operammo un rinnovamento totale all’interno cercando tuttavia di non snaturarne le origini. E così mantenemmo anche quello che è uno degli elementi che più apprezzati del posto, ovvero il dehors esterno, che in primavera e in estate non ha bisogno di ombreggiatura artificiale in quanto è ricoperto da un grande glicine che,
tra aprile e maggio risulta anche completamente fiorito; e oggetto della curiosità dei passanti. Forse siamo riusciti ad arrivare sino ad oggi anche perché abbiamo sempre cercato di adattarci al costante cambiamento della clientela e attualmente, in un’area della città in cui predominano gli uffici, ci occupiamo anche del pranzo offrendo la scelta tra alcuni primi e un paio di secondi, oltre naturalmente ai piatti freddi che vanno dalle insalate agli affettati. Non trascuriamo neppure le colazioni, cercando di offrire poche cose ma di qualità; per la pasticceria ci appoggiamo, oltre che a prodotti realizzati direttamente da noi, su una nota pasticceria della città, potendo così garantire prodotti sempre freschi.
Per un po’ di tempo abbiamo anche avuto dipendenti che ci permettevano di tenere aperto alla sera per gli aperitivi, con bruschette e piadine.
Il Covid ha però colpito duramente e siamo stati costretti a ridimensionare l’attività. Inoltre mio figlio, che lavorava con noi, ha scelto un’altra strada trasferendosi a vivere in montagna per svolgere la sua attività preferita, ovvero mountain bike estremo.
Così, abbiamo operato la scelta di tenere aperto soltanto per la colazione e il pranzo.
Uno dei principali pregi di questo locale?
In primo luogo direi senza dubbio la storicità del locale che da quest’anno si può anche fregiare della targa di Locale storico! Nonostante un’apertura ridotta, avete una bella lavagna con proposte di vini … Sì, certamente prima del Covid era maggiormente strutturata, ma considerata la mia passione per l’argomento ho deciso comunque di offrire una proposta variegata.
E in prospettiva?
Le dirò, mia sorella ed io non siamo più ragazzini (i conti sono presto fatti se siamo qui da 60 anni …), quindi valutiamo di giungere dolcemente alla conclusione di questa bella esperienza … E magari di goderci un meritato riposo.