È sicuramente una data da ricordare quella del 6 gennaio, 42° anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella, avvenuto in pieno centro a Palermo e di mattina, mentre stava per accompagnare la famiglia a messa – come ricorda nella nota sulla morte di Desmond Tutu che pubblichiamo il prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU (qui altre note del CNDDU su ViPiu.it, ndr) -.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene doveroso ricordare il giorno in cui qualcuno volle spegnere una vita onesta al servizio della collettività. Era il 1980: a Palermo la mafia faceva sentire la sua voce imperiosa eliminando i suoi nemici con crudeltà inesorabile.
Piersanti Mattarella era un uomo delle istituzioni, onesto, coraggioso e rivoluzionario. Un democristiano scomodo in un periodo in cui uomini del genere non avevano nessuna forma di protezione. C’è una foto risalente al periodo 9 – 12 novembre del 1979 che ritrae Mattarella e Pertini insieme sorridenti, nonostante il momento storico fosse cruciale e drammatico. Un epocale, appassionato ed eloquente discorso venne pronunciato dal presidente della regione siciliana davanti al Capo dello Stato: in esso è possibile ritrovare le ragioni che decretarono il brutale assassinio di Mattarella. Invitava i giovani e la società civile ad assumere un ruolo propositivo e poco incline alla sottomissione. Parlava apertamente del fenomeno mafioso, invocando la trasparenza della pubblica amministrazione e senso civico. Non faceva trapelare paura o sudditanza nei confronti dei poteri occulti che stabilivano osceni connubi tra Stato e cosche criminali. Sollecitava una crescita economica importante e le sue precedenti riforme avevano già danneggiato gli speculatori edilizi e gli affari della malavita. Non gli potevano concedere altro tempo; perché diversamente avrebbe radicalmente trasformato il panorama politico della sua regione, costituendo un modello di riferimento per successori e colleghi. È gravissimo che ancora oggi i killer siano ignoti.
Giovanni Falcone, nell’audizione del novembre 1989 davanti alla Commissione parlamentare antimafia, affermò: “Si tratta di capire se e in quale misura la pista nera sia alternativa a quella mafiosa o si compenetri con quella mafiosa”. In realtà un uomo come Mattarella poteva piacere soltanto alle persone perbene e dotate di alto senso del dovere. In pratica aveva nemici ovunque.
“Una terra ancora divisa tra rinnovamento e conservazione che ha però in sé una fortissima carica civile e un potenziale umano ricchissimo, efficaci strumenti giuridici – politici per il proprio riscatto; gli uni e gli altri per essere vincenti non possono essere ignorati o peggio negati. Una Sicilia che ha già fatto cospicui passi avanti, avvicinando i suoi livelli di vita a quelli del resto Paese con la sua cultura con i suoi modi di essere. Una Sicilia che nel gusto e nel costume non è diversa dal resto del Paese, eppure anche una Sicilia che registra nelle sue città forme di convivenza civile non accettabili rese più gravi dalle carenze di servizi pubblici, di scuole, case a basso prezzo, di ospedali, di asili nido, di campi da gioco divelti. Abbiamo ancora dinnanzi a noi ostacoli e resistenze notevoli e non ce ne nascondiamo il peso. Primo fra tutti la recrudescenza del fenomeno della mafia, che, seppure con caratteristiche diverse dal passato e oggi assai simile a quelle comuni ai fenomeni di delinquenza presenti nelle società sviluppate, si ripresenta con tracotanza in questi mesi a turbare lo scorrere ordinato della nostra vita civile. Occorre fare un appello alla coscienza individuale oltre che a tutti gli strumenti del pubblico potere per affrontare questa dura battaglia. Occorre che i comportamenti di ciascuno siano coerenti a questo obiettivo e noi le chiediamo, signor Presidente, di associare al nostro il suo richiamo reso forte anche dalla sua forte alta coscienza politica e morale per un livello più alto di convivenza civile affinché ciascuno ogni giorno isoli e respinga i comportamenti mafiosi e non si pieghi ad essi. Deve essere pur possibile ai giovani, ai tanti giovani, quelli che vediamo anche in Sicilia così ansiosi di rinnovamento, così desiderosi di maggiore giustizia, così vivi, così attenti a tutto ciò che accade intorno ad essi dev’essere pur possibile, come dicevo, a questa nuova generazione di siciliani di venire a capo di questo triste fenomeno isolarlo, batterlo, vincerlo per sempre…” (Piersanti Mattarella, Discorso in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in Sicilia)
Ricordiamo Piersanti Mattarella, onorandone la memoria, divulgando e approfondendo nelle aule scolastiche i vibranti contenuti espressi nel discorso pronunciato davanti al presidente Sandro Pertini (. Il CNDDU nella giornata di domani dedicherà a Piersanti Mattarella le copertine dei suoi canali social pubblicandone l’immagine. #unaparolaperlagiustizia
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU