Coalizione Civica per Vicenza sballottolata tra Possamai in nome di Dalla Rosa e Ferrarin per conto di Di Bartolo: questo succede alla sinistra divisa… nonostante Luca Fantò

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Sabato scorso 10 marzo, alla conferenza stampa in cui Otello Dalla Rosa, dopo aver abbracciato i suoi sostenitori adddetti ai lavori, presentava il nucleo fondante dell’assalto del centro sinistra a Palazzo Trissino, da dieci anni nelle sue mani, anzi nelle mani di Achille Variati, Giacomo Possamai, diventato suo coordinatore politico dopo averlo accusato di aver barato alle primarie, nicchiava sulla possibilità di accogliere Coalizione Civica per Vicenza tra le fila dei continuatori del sindaco uscente.

Il motivo? Perchè, dopo che i suoi esponenti primigeni non avevano partecipato alle primarie (in effetti era stato Jacopo Bulgarini d’Elci, il trait d’union tra Dalla Rosa, da lui spesso insultato prima, durante e dopo le primarie, e Variati) a non volere le formazioni di sinistra Psi di Vicenza incluso), ancora non si era visto il programma della possibile lista che è rappresentata oggi da Dodo Nicolai, Nora Rodriguez, Silvia Dalla Rosa e Mattia Pilan e che ora pare legittimata, all’ultima spiaggia, a incontrare lo stratega politico dell’ex teorico della discontinuità col monarca di Vicenza, sia pure con legittimo giudizio.

Oggi a questo rassemblement, sia pure non proprio omogeneo ma anche per questo particolarmente vivace e propositivo, è andata ancora peggio.

Avevano detto che si sarebbero incontrati per confrontarsi su programma e proposte con i due candidati sindaci che avevano manifestato interesse al check point, quello del centro sinistra che già 5 anni fa di fatto non volle con sè Valentina Dovigo e l’ex Sel, due componenti di peso della coalizione, e l’altro candidato, quello espresso dal dichiaratamente “asociale” Movimento 5 Stelle

Ma poco fa, dopo i rinvii possamaiani, è arrivato un sì, che sa più di sbeffeggio, a un incontro, propagandistico solo per loro?, dei 5 Stelle che hanno precisato di non volere nè cercare accordi ma solo inclusioni di singoli transfughi.

Ecco quello che succede, verrebbe da dire, a chi fa un grande lavoro come quello di Coalizione Civica per mettere insieme le varie anime che da sempre veleggiano nella sinistra più radical chic (senza offesa ma con ammirazione) che c’è ma, una volta fatta una sintesi programmatica di livello, si autocondanna, poi, a confrontarsi con chi non ha la sua composita e complessa cultura e, quindi, con chi sa fare solo i suoi conti per avere un voto in più, come la triade che compone la squadra di Dalla Rosa, triade innaturale se, come speravamo, costui diceva il vero quando si presentò chiedendo i voti per le primarie, o come il monolite sbeffeggiante e an-ideologico pentastellato.

Qualche giorno fa Luca Fantò, da segretario provinciale del Psi vicentino, la formazione più piccola numericamente ma l’unica più ricca di storia politica e ideale di quelle in campo e in Parlamento in Italia e a Vicenza, lanciò la provocazione di un centrosinistra che andasse unito alle comunali di Vicenza.

Nessuna reazione, glielo avevamo detto ma lo sapeva, Fantò ha ricevuto dalle forze di centro sinistra e del Pd (lo citava e lo citiamo a parte per rispetto delle sue dimensioni ridotte ma ancora maggiori e per indecisione sulla sua vera anima) nè tanto più la sua proposta ha trovato spazio sulla stampa locale che, però, non strano ma vero, due righe le ha trovate per evidenziare le mie dimissioni da coordinatore cittadino del Psi di Vicenza per lo “sgradimento” ufficioso ricevuto da Otello Dalla Rosa e da Ennio Tosetto, troppo presi dai loro calcoli e dalle loro alleanze perbeniste, che escludono la pericolosa parola “sinistra”.

Ma la stessa stampa ha dimenticato (tagliato?) che le mie dimissioni sono state date non dal Psi ma dalla carica di coordinatore cittadino attendendo «il congresso» perchè «non avallo il “ritorno al passato” di Dalla Rosa» con cui un accordo le forze di centro sinistra lo possono fare, ma solo se si hanno garanzie sulla non perpetuazione del sistema di potere precedente e, soprattutto, se ci si siede intorno ad un tavolo con una dignità pesata non solo sui numeri ma anche sulla forza delle idee, che, prima o poi, diventano numeri.

Dignità che M5S e centro sinistra non stanno mostrando di riconoscere oggi anche agli amici (Fantò dice “compagni”) di Coalizione Civica che, forse, dovrebbe guardare anche a sinistra per le amministrative ma, soprattutto, per il futuro tutto da rifondare in quest’area.

Pena la fine ingloriosa e, soprattutto, senza che il centro sinistra omologato al centro (e agli interessi) sappia esprimere un’alternativa ideale ed efficace alla destra democratica e ai grandi maestri della politica del no ai governanti ma che, poi, diventano scolari balbettanti quando tocca a loro governare.