Codice degli appalti, gruppo Pd: “grave la scelta della maggioranza di Zaia di non votare una risoluzione”

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consiglio regionale opposizione
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“È imbarazzante che la maggioranza abbia ritenuto opportuno non votare una risoluzione che richiama l’articolo 51 del Codice degli appalti e principi comunitari della libera concorrenza. Azienda Zero non è una Repubblica indipendente, è un’articolazione della Regione ed è emanazione di una legge di questo Consiglio. È un nostro dovere occuparci di come agiscono gli enti strumentali della Regione”. A dirlo – in una nota – è Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico, intervenendo nel Consiglio straordinario sul caso dell’appalto delle mense ospedaliere.

“La seduta che aveva come unico punto all’ordine del giorno la risoluzione (firmata da PD, LeU, Cinque Stelle, Amp e IiC) in cui si chiedeva di rivedere la gara per l’affidamento del servizio, vinta da Serenissima, alla luce del parere dell’Autorità nazionale anticorruzione. Risoluzione rimasta in sospeso per  la mancanza del numero legale al momento del voto” spiega il gruppo consiliare Pd.

“Consiglio di Stato e Anac la pensano come noi. Ce n’eravamo accorti a gennaio 2018:  le modalità con cui era stato predisposto l’appalto non andavano bene, non era garantito il principio della libera concorrenza e si favoriva la formazione di una posizione dominante – continua Fracasso –  Curiosamente, la Giunta, mai così solerte, rispose alla nostra interrogazione in neanche venti giorni dicendo che tutto andava bene. Purtroppo sul tema c’è un clima pesante e non sappiamo perché: è inammissibile avanzare dei dubbi e come risposta essere accusati di turbativa d’asta.  Siamo nel pieno esercizio del nostro potere ispettivo. Il Veneto, per fortuna, non è la Turchia anche se un giornalista è stato querelato semplicemente per aver scritto sulla questione dopo la doppia bocciatura di Anac e Consiglio di Stato”

Il capogruppo Pd incalza: “Il risparmio non può essere l’unico criterio guida, c’è una responsabilità sociale. Si è arrivati a questo punto con la costituzione dell’Azienda Zero e la scelta di accentramento delle procedure di gara prima svolte dalle singole Ulss. E i risultati quali sono? Il servizio di guardiania e vigilanza è affidato a chi paga i lavoratori poco più di tre euro l’ora, il servizio di prelievo a domicilio è stato esternalizzato e affidato agli operatori di una cooperativa di Catania. Vogliamo capire se i risparmi di Azienda Zero, quantificati in oltre cento milioni, vengono fatti sulle spalle di chi lavora e delle imprese venete. E se davvero questi soldi ci sono, si investano subito nel Fondo della non autosufficienza, uno degli obiettivi della Legge 19”.

“Il comportamento della Regione grida vendetta – ha sottolineato il consigliere Andrea Zanoni, intervenendo in aula – Anac fa un elenco di violazioni non solo del Codice di contratti pubblici, ma dei principi comunitari e costituzionali. Secondo la delibera 15 maggio, l’intera struttura della gara risulta viziata sotto il profilo discrezionale e funzionale in quanto disposta in violazione dell’articolo 51 dei principi comunitari di libera concorrenza, partecipazione, proporzionalità e non discriminazione nonché dei principi costituzionali di efficacia, economicità, imparzialità, pubblicità, trasparenza e giusto procedimento. Una situazione pesante, per una Regione che non sa indire una gara e poi ha il coraggio di chiedere l’autonomia su 23 materie”.