Codici: la truffa del pellet arriva in aula, tuteleremo i consumatori in Tribunale

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La truffa del pellet in aula
La truffa del pellet in aula

L’ora della verità finalmente sta per arrivare: il prossimo 2 maggio, presso il Tribunale di Velletri, inizierà il processo relativo ad una truffa del pellet che ha coinvolto centinaia di consumatori e l’associazione Codici sarà in aula per costituirsi come parte civile  si legge nel comunicato sulle truffe costruite intorno alla guerra in Ucraina che pubblichiamo dell’associazione Codici (qui altri comunicati dell’associazione, ndr) -.

Parliamo di una vicenda che risale ad alcuni anni fa, per la precisione a novembre 2018, quando le offerte della Doc Pellet del Gruppo Ca.Ox. Srl attirarono tantissimi clienti. I prezzi scontatissimi fecero presto il giro del web e furono creati anche gruppi d’acquisto che riunivano utenti sparsi in tutta Italia.

Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici
Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici

“I problemi – ricorda sulla truffa del pellet Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – sono iniziati con le consegne. Tutto bene fino al momento di pagare, poi però la merce non arrivava. L’allarme è scattato quando alcuni clienti hanno contattato l’azienda per avere informazioni sull’ordine effettuato ed a rispondere non hanno trovato più un dipendente, come successo fino a quel momento, ma un messaggio registrato che spiegava che le consegne avrebbero potuto subire dei ritardi e non era possibile indicare la nuova data”.

La vicenda si tinse anche di giallo. Per cercare di fare chiarezza su quanto stava accadendo, alcuni consumatori si recarono presso la sede legale dell’azienda, a Roma, ma all’indirizzo indicato non trovarono nulla.

“Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni – afferma Giacomelli – e finalmente è arrivato il momento di andare in Tribunale. Non è stato facile mettere insieme i tasselli del mosaico, la vicenda è stata lunga ed anche complessa, e questo aspetto a nostro avviso merita una sottolineatura. Dopo una fase iniziale di indignazione e rabbia, in queste situazioni subentra un sentimento di sfiducia, che in alcuni casi porta anche alla rassegnazione. Non bisogna darsi per vinti. La giustizia ha i suoi tempi, che non sono brevi e neanche facili da sopportare. Questa storia, però, dimostra che non bisogna demordere. Ci sono voluti 3 anni, ma alla fine siamo arrivati in Tribunale e ci batteremo in aula per tutelare i consumatori coinvolti in questa truffa”.

Le adesioni all’azione promossa da Codici sono ancora aperte e sono rivolte sia ai privati che alle aziende. È possibile mettersi in contatto con l’associazione telefonando al numero 06.55.71.996 o scrivendo all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.