Era la primavera del 2020 quando un focolaio Covid19 esplose nella Rsa di Sarteano (Siena), causando la morte di dieci ospiti.
Esposto in Procura
All’epoca l’associazione Codici presentò un esposto per fare luce sull’accaduto. Un’iniziativa volta a verificare, tra l’altro, se erano stati rispettati i protocolli e le convenzioni per la cura delle infezioni, se la struttura era dotata di un sistema di risk management. A distanza di due anni è arrivata una decisione che l’associazione definisce molto grave: la Procura ha chiesto al giudice l’archiviazione del caso.
La strage nelle Rsa
“Le Procure non vogliono indagare le responsabilità dei sanitari e dei responsabili della prevenzione – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questa è l’ennesima dimostrazione. Dopo aver aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, per quelle morti non viene riconosciuta nessuna responsabilità. Fortunatamente oggi la situazione non è paragonabile a quella di due anni fa, quando il Covid terrorizzava e mieteva vittime su vittime. Questo, però, non può portare ad una rimozione di quanto accaduto. Non si può dimenticare, non si può cancellare quanto successo. Improvvisamente sembra che le stragi nelle Rsa non siano mai avvenute. Nessuno nega l’emergenza, ma questa non può essere un alibi. La gestione del Covid è stata in molti casi inadeguata. Il virus è entrato nelle Rsa anche a causa dell’operato di dirigenti e sanitari che non hanno rispettato i protocolli, che hanno sottovalutato la gravità della situazione e che non hanno applicato tutte le azioni previste per tutelare la salute di ospiti e lavoratori. Le responsabilità sono evidenti. Ciò nonostante, si preferisce archiviare, ignorando le richieste di giustizia dei parenti delle vittime”.