Collaboratori Athesis, giornalisti dell’Arena e del Giornale di Vicenza in stato di agitazione: le reazioni. Solidarietà di ViPiù

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“Le assemblee dei giornalisti de Il Giornale di Vicenza e de l’Arena (Gruppo Athesis, ndr) riunitesi lunedì 18 dicembre 2023, proclamano lo stato di agitazione e affidano un pacchetto di tre giorni di sciopero ai rispettivi Cdr da attuare in base all’evolversi della protesta dei colleghi collaboratori strategici, le cui ragioni sono condivise dai giornalisti della redazione. Auspichiamo che l’azienda possa accogliere le richieste del coordinamento dei collaboratori e, pur non avendo la rappresentanza sindacale, chiediamo di essere coinvolti come osservatori in un’eventuale trattativa”.

A comunicare lo stato di agitazione per la questione dei collaboratori del Gruppo editoriale Athesis sono i Comitati di redazione (Cdr) de Il Giornale di Vicenza e l’Arena.

La loro uscita pubblica ha suscitato reazioni anche tra i rappresentanti politici e sindacali del Veneto. Il tutto, mentre oggi a Venezia, in consiglio regionale si è tenuto il consueto incontro di fine anno con gli operatori dell’informazione, presieduto dal presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti che, pur parlando di precariato del settore non ha fatto riferimenti espliciti alla questione del gruppo Athesis.

In Veneto “non mancano situazioni di forti tensioni occupazionali nel mondo del giornalismo e livelli crescenti di precariato con retribuzioni che non possono dirsi dignitose – ha detto -. Il vecchio contratto di lavoro, oggi vigente, non tiene conto di fattori oggi determinanti, come l’intelligenza artificiale, per citare un caso emblematico, o i social, con la marea montante di disinformazione che spesso li caratterizza. Abbiamo bisogno di un giornalismo di qualità, ma la qualità va pagata”.

“Solidarietà e vicinanza” è stata espressa dalle consigliere regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto a nome del gruppo dem ai collaboratori delle testate giornalistiche del Gruppo Athesis.

“La loro protesta – affermano – solleva ancora una volta una serie di problematiche legate al precariato nel settore dell’informazione, tra trattamenti economici e condizioni di lavoro inaccettabili per coloro che operano al di fuori dagli organici stabilizzati. Parliamo in questo caso di collaboratori che dopo dieci o più anni di servizio con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, ora hanno visto scendere le loro remunerazioni del 30% se non addirittura del 50%. Questo per una riorganizzazione delle pagine che li ha penalizzati oltre misura. Ovunque, il precariato è una piaga da contrastare, tanto più in ambiti come questi perché in gioco c’è una fetta importante di democrazia e libertà”, concludono le consigliere dem.

“Il giornalismo – ha detto la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale – è tra i settori più colpiti dal precariato, con stipendi che non consentono di arrivare a fine mese. Se un articolo viene pagato tre euro lordi non possiamo aspettarci un’informazione corretta e di qualità: condivido le preoccupazioni espresse, oggi, da Giuliano Gargano, presidente dell’ordine dei giornalisti del Veneto, e Diego Neri, componente del direttivo del sindacato dei giornalisti del Veneto.

Continuando sulla strada del precariato, l’informazione locale è destinata a scomparire: occorre invece garantire condizioni di lavoro dignitose a giornalisti e collaboratori. Ne va della libertà di stampa e del nostro diritto ad essere informati”, ha concluso Erika Baldin.

Al coro si è unita anche la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda: “L’informazione puntuale e professionale su quanto accade nel nostro territorio dipende dal lavoro e dalla dedizione di molti collaboratori e giornalisti: esprimo la mia solidarietà al coordinamento dei collaboratori di riferimento del gruppo Athesis per le condizioni nelle quali si trovano a svolgere il loro lavoro. Ricadono su chi possiede organi di informazione alcune responsabilità nei confronti dei lettori, come quella di garantire la dignità di chi, attraverso il proprio lavoro, informa la collettività e garantisce la tenuta democratica del Paese. Auguro un 2024 all’insegna del rispetto dei diritti dei lavoratori e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”, ha concluso Cristina Guarda.

Lato sindacati, si segnala la presa di posizione della Cgil Veneto, di Vicenza e di Verona: “Le condizioni lavorative delle giornaliste e dei giornalisti free lance hanno subito negli anni una discesa vertiginosa per quanto riguarda diritti e retribuzioni – si legge in una nota -: pagati a cottimo cifre irrisorie, che partono da 2,50 euro lordi a pezzo, senza ferie né malattia e con spesso richieste di coperture giornalistiche nei festivi.

Per questo, Cgil Verona, Cgil Vicenza e Cgil Veneto seguono con attenzione la mobilitazione intrapresa dai giornalisti e dalle giornaliste collaboratori del gruppo Athesis, ai quali esprimono piena solidarietà.

La loro è una lotta sacrosanta per la dignità del lavoro in un settore, quello dell’informazione locale, con ricadute dirette anche sulla qualità della nostra democrazia. I compensi, in caduta libera da vent’anni a questa parte, sono giunti ampiamente al di sotto dei livelli di sussistenza e questo dovrebbe preoccupare anche un gruppo editoriale come Athesis, che si identifica con il territorio da cui è nato e si è sviluppato.

La stragrande maggioranza dei 60 lavoratrici e lavoratori che hanno proclamato lo stato di agitazione sono giornalisti e giornaliste formati, con una grande professionalità maturata, che va riconosciuta e rispettata.

In questo come in altri settori la precarietà è una piaga che consuma vite e frena lo sviluppo del territorio, perché brucia competenze faticosamente acquisite. Il risparmio che la singola impresa ottiene viene così scaricato sulla collettività”.

Alle manifestazioni di solidarietà e vicinanza espresse nei confronti dei colleghi, si aggiungono quelle del direttore responsabile di ViPiù, Giovanni Coviello, e delle firme della testata.