Il metodo è di non far fronte direttamente ai problemi, ma di relegarli fisicamente in altri territori, in modo che negli stessi si esaurisca la volontà dei richiedenti asilo.
A qualche giorno dalle prime partenze, la giustizia britannica ha respinto i ricorsi di alcune associazioni umanitarie che si erano opposte alla tradotta in Rwanda di alcuni richiedenti asilo.
Come avviene oggi in Australia e come avveniva nei secoli passati trasferendo detenuti nelle colonie, il governo di Boris Johnson ha avuto il via libera per devolvere 20-30 mila sterline a persona (per complessivi 120 milioni Lst) per “ospitare” queste persone in una struttura, “Hope Hostel nella capitale Kigali; alla scadenza del soggiorno pagato da Londra, gli ospiti o si integrano o vengono rispediti da dove erano partiti. Settimana prossima dovrebbero partire 34 sudanesi, 18 siriani, 14 iraniani, 11 egiziani e 9 afghani fuggiti dai talebani. Seguiranno altri voli per un totale, al momento, di 130 persone (1).
Oltre alle associazioni umanitarie (nuovi ricorsi giudiziali sono previsti nei prossimi giorni), anche il principe Carlo, secondo indiscrezioni del quotidiano The Times, ha giudicato “sconcertante” questa decisione (2). L’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati (HCR) ha condannato la decisione che innescherebbe un “pregiudizio grave ed irreparabile” (1).
Il Regno Unito e l’Unione europea si stanno in questi mesi particolarmente distinguendo per ospitalità ai profughi ucraini dopo l’invasione russa di Putin. Non sappiamo cosa accadrà dopo questo slancio iniziale, sia per la situazione in Ucraina che per la disponibilità di questi Paesi europei.
La conferma del giudice dell’Alta Corte di Londra ci sembra proprio nello spirito delle decisioni Ue che dovranno essere prese nei prossimi giorni: ogni stato membro deciderà (o parteciperà solo finanziariamente) per allocare i richiedenti asilo al di fuori dei confini dell’Unione su modello dei lager attuali delle isole greche.
Il metodo è di non far fronte direttamente ai problemi, ma di relegarli fisicamente in altri territori, in modo che negli stessi si esaurisca la volontà dei richiedenti asilo.
1 – Afp
2 – Il principe di Galles rimane “politicamente neutrale”: lo afferma Clarence House – la residenza dell’erede al trono britannico – in risposta alle indiscrezioni di stampa diffuse oggi (Ansa)
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
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