L’Associazione Giacomo Matteotti Vicenza denuncia e condanna la piaga del caporalato, non un fenomeno che colpisce zone a prevalente economia agricola, o aree disagiate, ma un fenomeno diffuso in tutto il Paese.
“Si sviluppa – viene affermato – principalmente dove vige un sistema irregolare di sub appalti a cascata, in agricoltura, in edilizia, nel settore dell’abbigliamento. Sono utilizzati in particolare immigrati privi del permesso di soggiorno i quali non denunciano condizioni degradanti e di sfruttamento per paura di essere rimpatriati. Il fenomeno dei clandestini ha creato un mercato del lavoro parallelo a quello regolare, che produce concorrenza eliminando tutele, garanzie, diritti e dignità.
Il regime esistente di bassi salari e la diffusione di rapporti di lavoro precari favoriscono queste barbarie, saldandosi alla realtà dell’immigrazione clandestina, non ancora sufficientemente perseguito e contrastato dalle Autorità Pubbliche.
La via più giusta passa dall’incremento del personale di vigilanza, dalla denuncia rigorosa verso le aziende che praticano queste modalità irregolari, da una mobilitazione dell’opinione pubblica perché l’azione del caporalato avviene spesso alla luce del sole e, prima tra tutte, da una energica azione sindacale unitaria di smantellamento di queste odiose pratiche antisociali.
A che serve la definizione per legge di un salario minimo se poi vi è un colpevole degrado verso queste situazioni disumane?
Infine va abolita la Legge Bossi Fini che non funziona e mai ha funzionato, che invece è causa di un incontrollato sistema di reclutamento dei clandestini.
Dobbiamo continuare a pretendere un Paese libero, democratico, giusto e inclusivo secondo i principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale. Si può, con l’impegno e le coscienze civili di tutti”, conclude il direttivo dell’associazione Giacomo Matteotti di Vicenza.