Come creare antifurti fai da te

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Antifurti fai da te (Foto Antranias : Pixabay)
Antifurti fai da te (Foto Antranias : Pixabay)

Consultando la banca dati dell’Istituto italiano di statistica per un approfondimento sull’andamento dei reati nel Triveneto, più precisamente nella provincia di Vicenza, troviamo dati con luci ed ombre.

Stando agli ultimi numeri disponibili dei reati denunciati alla Polizia di Stato, quindi formalmente conosciuti dal Viminale per competenza ministeriale, questi sono quasi tutti diminuiti anche sensibilmente. Ma facendo una comparazione attenta del biennio 2016-2017 (ultimo lasso di tempo disponibile) si può vedere che l’andamento va in senso contrario per le rapine in abitazione e negli esercizi commerciali, con un incremento significativo nei due anni di riferimento.

A vantaggio di chi ancora non avesse ben presente la differenza fra furto e rapina, il furto è la sottrazione fraudolenta di un bene in possesso altrui per trarne un profitto personale senza violenze e minacce. Invece la rapina è sempre la sottrazione fraudolenta di un bene altri, però commessa mediante violenze e minacce allo scopo di ottenere un profitto ingiusto.

Il classico esempio da manuale che, purtroppo, non è nuovo alle cronache è l’assalto in villa di bande di incappucciati nel cuore della notte e con le pistole alla mano. Sono le situazioni percepite dalla popolazione con maggiore apprensione, perché non mancano gli episodi di efferata violenza sui padroni di casa per ottenere il contenuto della cassaforte.

Di certo un primo passo per favorire l’efficace controllo del territorio è l’installazione di sistemi di illuminazione capillari, sia pubblici che privati, ma anche l’installazione di sensori ed antifurti.

Ora vediamo come sia possibile creare un antifurto fai-da-te in maniera economica, per renderlo alla portata di tutte le tasche.

Una prima soluzione può essere l’utilizzo di uno smartphone, magari buttato in fondo ad un cassetto dopo essere passati ad un modello più recente, per usare i suoi sensori e  la fotocamera interna per cogliere i movimenti che avvengono nell’ambiente circostante. La app Salient Eye scatta foto dell’eventuale intruso e le spedisce tramite posta elettronica o SMS ad un destinatario impostato: quando sono state raccolte sufficienti prove di reato, scatta l’allarme sonoro sfruttando la suoneria del cellulare stesso ed al quale si possono collegare delle casse Bluetooth per attirare l’attenzione.

In maniera molto simile funziona l’app open source Haven, nata da un’idea di Edward Snowden per coloro che debbano abbiano motivo di difendersi da furti, manomissioni e sabotaggi come alcuni giornalisti d’inchiesta. Quando il dispositivo su cui è installata l’applicazione rileva un’intrusione o un tentativo di manomissione, parte  un messaggio crittografato verso lo smartphone principale dell’utente.

La praticità delle casse Bluetooth, che possono essere disseminate per casa senza il noioso intreccio di fili e con costi del tutto contenuti, può venire in aiuto anche per creare una parvenza di attività umana anche mentre siete fuori. Come consigliato dalle forze dell’ordine è sempre bene lasciare qualche luce accesa e connettendo le casse ad un unico smartphone potrete diffondere suoni come se ci fosse qualcuno in casa: musica piuttosto che film o addirittura l’abbaiare del cane.