Onorevole Pierantonio Zanettin la Legge 26 marzo 2019, n. 28 ha istituito la nuova Commissione banche di cui lei ha fatto parte e che ora si appresta a consegnare al Parlamento la sua relazione finale visto che con la caduta del governo Draghi cessa anche la sua operatività. Potrebbe illustrarci in sintesi, lei che ne è stato l’unico componente vicentino, compiti, durata e funzioni della commissione ?
La Commissione banche (in effetti Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ndr) di fatto si è costituita nella seduta del 6 febbraio 2020, con l’elezione del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza e resta in carica fino allo scadere della presente Legislatura. L’Art. 3 della Legge istituiva conferisce ampi poteri alla Commissione, che spaziano dai poteri di indagine, con gli stessi poteri dell’Autorità giudiziaria, alle audizioni e richieste dati ai soggetti vigilati e financo alle varie iniziative legislative e regolamentari in ambito nazionale ed europeo. Sostanzialmente la Commissione è competente su tutte le possibili problematiche che emergono nel rapporto fra gli intermediari e i clienti ivi compreso gli assetti della vigilanza nazionale.
Da chi è composta e con quali poteri esplica la sua attività?
La Commissione banche è composta da venti Senatori e da venti Deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei Deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari. Requisito fondamentale per la nomina è l’assenza di precedenti incarichi di amministrazione o di controllo o rapporti di collaborazione e di consulenza continuativa con gli enti creditizi e le imprese di investimento oggetto dell’inchiesta. I poteri, come già detto, riguardano il complessivo funzionamento del sistema bancario e finanziario.
Rispetto al lavoro svolto dalla precedente commissione presieduta dall’Onorevole Pierferdinando Casini sono state approfondite tematiche ulteriori?
Sul punto è bene precisare che i compiti e i poteri attribuiti all’attuale Commissione – a differenza di quella istituita nella precedente Legislatura – non riguardano solo l’accertamento di vicende e comportamenti che hanno provocato la crisi di istituti bancari o la verifica delle iniziative assunte per farvi fronte, bensì si estendono al sistema bancario e finanziario nella sua interezza coinvolgendo, pertanto, anche le banche che svolgono con regolarità la propria attività. Pertanto, oltre ai casi di risparmio tradito, la Commissione ha approfondito fenomeni attuali e particolarmente complessi tra cui, ad esempio, le sofferenze bancarie, il funzionamento del FIR, le pressioni commerciali, la vendita di diamanti da investimento, la cessione dei crediti derivanti da bonus fiscali, la finanza sostenibile. Per intercettare i profili di criticità nei rapporti tra clienti e intermediari abbiamo anche istituito, in collaborazione con Guardia di Finanza, un apposito Sistema di segnalazione dei disservizi bancari.
Si è discusso della cosiddetta procura nazionale per i reati bancari e finanziari?
In Italia e ancor più direi in Europa – avendo una legislazione di settore sostanzialmente di matrice europea – abbiamo un complesso e articolato assetto di vigilanza che vede la compresenza della BCE, del SEVIF, della Banca d’Italia, della Consob, dell’IVASS e della COVIP. Personalmente più che ampliare la lista dei controllori rafforzerei i controlli. Dalle indagini svolte sui vari casi di risparmio tradito è emerso, ad esempio, che i controlli sono stati non di rado troppo formali e sono arrivati in ritardo. Occorre, invece, una vigilanza sostanziale e proattiva per prevenire i casi di malfunzionamento del sistema finanziario. La vigilanza ispettiva, il mystery shopping e il rafforzamento dell’operatività dell’ACF e dell’ABF sono soluzioni possibili e sottolineerei necessarie.
Non credo quindi nella opportunità della creazione di una super procura nazionale, ma piuttosto di stabilire una competenza sui reati finanziari delle Procure distrettuali, dotate di particolare specializzazione.
L’usura e l’anatocismo bancario sono un tema di cui si è discusso molto nelle aule giudiziarie la commissione ha potuto farsi un’idea del fenomeno?
Ritengo che in materia di usura e di anatocismo bancario è stata svolta una significativa attività da parte delle varie Autorità. Abbiamo però notato come Commissione banche alcune particolarità e differenze presenti nella normativa. Mentre in materia bancaria, esiste il tasso annuo effettivo globale (TAEG) che consente ai debitori di avere un’indicazione di sintesi del costo complessivo del finanziamento, in materia di servizi di intermediazione non esiste un analogo indicatore in termini di costi. O meglio sussistono una serie di obblighi informativi (ex ante e ex post) che purtroppo non agevolano l’investitore nell’analisi dei costi. Dalla trasparenza informativa sulle caratteristiche e anche sui costi dei servizi e dei prodotti finanziari dipendono le scelte consapevoli di investimento degli investitori. Sul punto occorre intervenire.
Altra questione di un certo interesse sono le iscrizioni dei cattivi pagatori nelle cosiddette banche dati, non pensa sia arrivato il momento di intervenire con una riforma organica che tuteli il credito, ma contemporaneamente salvaguardi il cittadino dagli eccessi del sistema bancario?
Il Sistema di segnalazione dei disservizi bancari ci ha permesso di intercettare vari casi di malfunzionamento del sistema finanziario. Sono emersi particolari profili di attenzione sulla circostanza che le segnalazioni derivanti da comportamenti opportunistici e/o “superate” dagli eventi successivi (ad esempio, per archiviazione delle indagini o per assoluzione da parte dell’Autorità giudiziaria, ecc.) hanno di fatto compromesso in maniera definitiva il rapporto fra il soggetto segnalato e il sistema bancario e finanziario. Ritengo, pertanto, molto positive le diverse iniziative parlamentari nonché il crescente dibattito d’Aula relativo all’obbligatorietà per gli istituti di credito di garantire un rapporto di conto corrente con servizi di pagamento per la gestione del denaro di consumatori e imprese. Obbligatorietà direi necessaria soprattutto laddove i soggetti operino attraverso un modello amministrativo incentrato sulla concessione di un servizio.
Siete riusciti a farvi un’idea riguardo lo stato di salute degli istituti di credito italiani?
La difficile congiuntura economica che stiamo vivendo, riconducibile sostanzialmente alla pandemia, all’invasione russa in Ucraina, alla crisi geopolitica, al caro energia e alle spinte inflazionistiche, ha reso evidente l’importanza delle politiche pubbliche di supporto ai cittadini e alle imprese. Nonostante il periodo non privo di incertezze e difficoltà, il sistema bancario e finanziario italiano è stato in grado di offrire, anche attraverso le moratorie e i prestiti garantiti, un adeguato sostegno al settore produttivo.
C’è il rischio di nuovi crac bancari? Ritiene l’attuale normativa sufficiente a tutelare correntisti e risparmiatori?
Il sistema bancario e finanziario italiano è solido. Sicuramente vi sono alcune partecipate di Stato che devono essere gestite nel pieno interesse dei contribuenti, dei dipendenti e, più in generale, del sistema bancario nazionale e dell’economia italiana. La partecipazione in banca Monte dei Paschi è, ad esempio, un asset strategico per creare una banca di respiro nazionale ed in grado di competere con altri player primari. La nascita del terzo polo richiede però il necessario supporto dell’azionista pubblico nonché una strategia e una visione di sistema delle varie partecipate di Stato nel settore bancario.
Fondamentale sarà l’individuazione dell’Anchor Investor.
Passiamo ad un tema ancora di scottante attualità, il crollo degli istituti bancari veneti ha dissolto i risparmi di miglia di famiglie, sappiamo che Lei se n è occupato, come giudica l’intervento operato con la nota 145/2018 il c.d. FIR (Fondo indennizzo risparmiatori)?
Salvo alcune aree ed alcune questioni da sistemare, posso affermare che in generale il FIR ha funzionato bene.
Sul punto la Commissione Banche ha svolto una significativa attività di monitoraggio periodico dello stato di attuazione della legge 30 dicembre 2018, n. 145 e di moral suasion che ha richiesto lo svolgimento di diverse audizioni. Siamo peraltro intervenuti per prorogare l’operatività della Commissione tecnica del fondo al 31 dicembre 2022. L’imprevisto scioglimento anticipato della Legislatura non ha consentito purtroppo alla stessa Commissione di costituire un apposito gruppo di lavoro, che su indicazione precedente della Presidente Ruocco avrei dovuto coordinare io, per rimuovere alcuni profili di criticità emersi nel corso delle audizioni svolte.
Oggi a che punto siamo? Quanti sono stati risarciti?
Sulla base degli ultimissimi dati aggiornati al 31 agosto 2022 la Commissione tecnica ha valutato n. 144.845 domande per un controvalore di oltre 1 miliardo di euro, di cui: i) n. 125.748 istanze afferenti al regime forfettario per un importo di 775.266.415,27 euro; ii) n. 19.097 istanze afferenti al regime ordinario per un importo di 238.125.571,19 euro. Tali risultati sono anche il risultato della significativa attività di moral suasion svolta dalla Commissione banche e, a margine, c’è da rilevare come esistano ancora oltre 500 milioni disponibili in base alla legge istitutiva del Fir, la 145. dotata di 1.575.000.000 di euro.
Auspica nuovi interventi normativi e se si quali?
Personalmente avevo suggerito di consentire ai risparmiatori esclusi di modificare ed integrare le domande originarie, sanare gli errori formali, convertire le domande forfettarie in ordinarie.
Ovviamente, se sarò rieletto (Zanettin è candidato al Senato come capolista di Forza Italia per il collegio Veneto 2 che comprende Vicenza, Verona e Padova, ndr), proseguirò nel mio impegno a favore dei truffati delle banche.
Ci sono poi più di 500 milioni di stanziamento FIR non erogati, che la legge stabiliva dovessero in ogni caso essere distribuiti ai soggetti ammessi, innalzando la percentuale di indennizzo
Da tempo ho ammonito sul rischio che tali importi siano stralciati e destinati ad altro.
Qualcuno ci ha già provato nei mesi scorsi.
Nella prossima legislatura ci sarà quindi da vigilare perché ciò non accada.
Nella sua campagna elettorale Lei più volte ha invitato il segretario del PD Enrico Letta ad un confronto sul tema del risparmio tradito, tema particolarmente caro ai nostri affezionati lettori, ma finora pare che il segretario del PD non accetti la sfida
Enrico Letta dice che si è candidato a Vicenza perché vuole parlare ai veneti del tradimento della Lega, che ha fatto cadere il governo Draghi.
Io invece l’ho sfidato a parlare di risparmio tradito, tema molto sentito qui.
Lo invito a spiegare ai vicentini ed ai veneti perché lo Stato ha investito tanti miliardi per salvare il Monte dei Paschi di Siena e lasciato fallire invece Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Lo invito a spiegare perché alle popolari venete venne imposta per legge (emanata dal governo Renzi, ndr) nel 2016 la trasformazione in spa ed un aumento di capitale in condizioni di mercato del tutto avverse.
Il capolista del PD dovrebbe spiegare anche perché gli obbligazionisti della Banca Popolare di Bari non hanno perso nulla, mentre gli obbligazionisti delle popolari venete hanno perso tutto.
Incalzerò per tutta la durata della campagna elettorale Enrico letta su questi temi.
Trovi il coraggio del confronto ed eviti certe comode passerelle elettorali, che nulla possono dire ai vicentini.