Commissione Covid Veneto: approvata relazione finale ma è scontro tra le parti

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Commissione covid Consiglio Veneto vota la presa d’atto della Relazione finale
Commissione covid Consiglio Veneto vota la presa d’atto della Relazione finale

Il Consiglio della Regione Veneto ha approvato la presa d’atto della relazione finale della Commissione Covid. Ora, gli atti passeranno alla Procura. Nel dibattito in aula si è registrato uno scontro serrato tra maggioranza e opposizione.

Questo quanto emerso ieri, martedì 21 marzo 2023, nel corso della seduta del consiglio regionale che ha approvato la Presa d’atto con 37 voti favorevoli e 9 non espressi, della Relazione finale e la Relazione di minoranza della Commissione speciale d’inchiesta sull’andamento dei contagi e dei decessi da Sars-Cov-2 durante la pandemia, con particolare attenzione alla seconda ‘ondata’ in Veneto.

La commissione speciale sul Covid in Veneto è stata composta dal presidente Francesca Zottis (Pd), dal vicepresidente Milena Cecchetto (Lega-LV), dal segretario Sonia Brescacin (Lega-LV), dai componenti consiglieri di Lega-LV Boron, Cestari, Sandonà, Scatto e Zecchinato, di FDI Soranzo, di Forza Italia Venturini, di Veneta Autonomia Piccinini, del Pd Bigon e Camani, del M5S Baldin e de Il Veneto che Vogliamo Ostanel.

È stata istituita dal governo regionale nel 2021 e ha prodotto 21 mesi di lavoro, 13 sedute pubbliche, 71 audizioni di persone e centinaia di pagine di dati.

Nell’aula del consiglio regionale, la Relazione finale è stata illustrata dalla consigliera Sonia Brescacin, mentre quella di minoranza dalla consigliera Vanessa Camani.

Era presente l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ma assente il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: una circostanza sottolineata ed aspramente criticata dalle opposizioni, in particolare dai consiglieri Zanoni, Possamai (PD) e Lorenzoni (GM). Il governatore era in quel momento impegnato in regione per un incontro pubblico alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in occasione della giornata dedicata al ricordo delle vittime delle mafie.

È stata una seduta fiume, oltre le 5 ore di durata, e nel corso della quale è stato proferito un fiume di parole, in linea di massima sintetizzabile così: la maggioranza ha difeso il proprio operato, richiamando in alcuni interventi anche il principio della buona fede, e ha sostenuto di aver operato al meglio delle possibilità, in uno scenario nuovo ed emergenziale, almeno in riferimento alla prima ondata, e comunque sempre sulla base di dati affidabili, rigorosi e comunicati in maniera trasparente.

Di contro, la minoranza non ha avuto problemi a sostenere che è evidente che qualcosa non sia andato nel modo giusto, che qualcosa non sia stato fatto o sia fatto male, fino ad affermare che, diversamente, si sarebbero potute evitare molte vite. Almeno 3mila delle oltre 8mila registrate nella seconda ondata.

Andiamo nel dettagli di quanto detto, partendo proprio dall’assessore Lanzarin alla quale è stata affidata la replica finale e che, nel ripercorrere la gestione della pandemia, ha ricordato come la strategia regionale sia sempre stata trasparente e fondata su evidenze scientifiche, confermando quanto evidenziato nella Relazione finale, l’utilità futura del lavoro svolto e il ruolo fondamentale degli operatori della sanità veneta. Insomma, ha rispedito al mittente con forza le accuse di aver provocato delle morti per mal governo dell’emergenza.

Brescacin e Cecchetto dell’intergruppo Lega-LV, hanno sostenuto che le opposizioni hanno utilizzato la commissione d’inchiesta come “tribunale politico” e hanno sparato a zero senza il conforto di dati sceintifici: “Un conto è accertare, anche se a due anni distanza, le cause che hanno influito sull’andamento della pandemia in Veneto. Un conto è emettere già una sentenza politica prima ancora di discutere sui dati. Noi abbiamo svolto il nostro impegno nel rispetto del mandato della Commissione Covid Veneto, qualcun altro invece ha sempre e solo cercato di utilizzare questa Commissione come una occasione per distorcere i fatti con l’intento di aprire un tavolo di imputati. Il loro scopo non era comprendere, ma far confessare una fantomatica colpa”, hanno detto.

Durissimo il commento di Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega-LV: “Quello che le opposizioni hanno affermato oggi in aula consiliare è gravissimo. Perché nel momento in cui dicono che la trasmissione dei dati è stata modificata ad arte per impedire il passaggio da zona gialla a zona arancione o rossa e, citando testualmente, che ‘sono stati gonfiati i numeri di posti letto in terapia intensiva, sempre per evitare il passaggio in zona arancione o zona rossa’, si sta lanciando un’accusa di falso in atto pubblico. Si sta collegando questa eventuale manomissione dei dati con qualche migliaio di morti in più in Veneto”.

Villanova, sul mancato voto delle opposizioni in aula ha aggiunto: “È la degna conclusione di questi quasi due anni di accuse, minacce e strumentalizzazioni. Poco coraggio nelle loro convinzioni”.

Sulla relazione di minoranza della Commissione Covid Veneto, come detto, ha relazionato la dem Vanessa Camani: “Le Istituzioni, che allora furono chiamate a prendere decisioni davvero complicatissime, oggi hanno il dovere di chiedersi se quelle decisioni sono state corrette e hanno raggiunto gli obiettivi previsti, per rispetto delle vittime, dei loro familiari, del personale medico e sanitario.

Noi non vogliamo essere la pubblica accusa, ma avremmo preferito che la maggioranza non fosse la difesa d’ufficio: ci siamo impegnati per mesi a interrogarci su ciò che è accaduto, perché 8282 morti in 5 mesi non possono essere liquidati come fatto ordinario dell’episodio pandemico. La prima ondata è stata affrontata a mani nude, ma nella seconda cos’è accaduto? Questa è la domanda ineludibile”.

La Camani ha fornito un elemento sulla questione dati irregolari: “L’indicatore Rt, se superava la soglia di 1,5, portava direttamente alla zona rossa, quella con le restrizioni più severe, ma tra ottobre e novembre il software gestione utilizzato per la trasmissione dei dati è stato cambiato, con conseguente trasmissione irregolare dei dati dai quali dipendeva l’indicatore stesso, per un periodo non precisato”.

E sulla questione dei posti letto di Terapie Intensiva che, se occupati oltre il 30%, portava alla dichiarazione di zona rossa: “Poiché il numero dei pazienti in TI non può essere cambiato, sarebbe stato sufficiente modificare il numero dei posti letto disponibili per modificare la percentuale: la Regione del Veneto dichiarava di averne 1000 sapendo che centinaia di quei posti non esistevano nella realtà, e non è dato sapere se fossero attivabili. Non abbiamo avuto la forza e il coraggio di assumere la decisione più difficile, ma anche l’unica in grado di bloccare fisicamente un virus, che era già diventato ormai incontrollabile: distanziamento e barriere fisiche, non avevamo alternativa. La Relazione di maggioranza rinuncia a riconoscere il dramma vissuto da decine di migliaia di cittadini di questa Regione, e a voler capire se davvero qualcosa di diverso poteva essere fatto”.

L’argomento sviluppato in conclusione dalla Consigliera Camani è stato ripreso anche dalla collega Anna Maria Bigon (PD): “Riporto una dichiarazione del professor Enrico Rettore, che dichiara, in data 10 marzo, a seguito di un’analisi fatta dalle nostre relazioni e dagli allegati, che se avessimo applicato la zona rossa in Veneto, si sarebbero potuti evitare almeno 3200 decessi”.

La Presidente Zottis ha posto l’accento sulla situazione in cui versano, in parte ancora oggi, le Rsa nel post covid, mentre la Consigliera Baldin sui punti ancora oggi oscuri relativi alla gestione della pandemia, con riferimento, a titolo esemplificativo, all’inchiesta in corso sui tamponi rapidi. La Consigliera Ostanel ha ribadito le perplessità sul metodo di calcolo dell’indice Rt e sull’uso in ospedali e Rsa dei tamponi rapidi in luogo dei molecolari.

La Consigliera Guarda (EV) ha sottolineato l’obiettivo politico della Commissione, ossia evitare la ripetizione in futuro di errori, inevitabili, avvenuti nel corso della seconda ondata. I Consiglieri di maggioranza Valdegamberi (Gm), Scatto, Zecchinato, Venturini, Giacomin, Pan e Villanova (Lega-LV), Soranzo e Piccinini, infine, hanno rimarcato, con sfumature diverse e nel sottolineare la bontà del lavoro svolto dalla Commissione e quanto espresso nella Relazione finale, le difficoltà nell’esprimere giudizi a posteriori su un tema così delicato e complesso.