Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, Zanettin: lunare la richiesta di compensi da parte dei consulenti

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Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario: la presidente Carla Ruocco
Carla Ruocco, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Dopo lunghi ritardi e resistenze, del sistema ma anche per ambizioni personali, muove i primi passi la Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario alla cui cui presidenza è stata eletta l’on pentastellata Carla Ruocco e il cui, unico vicentino a farne parte è l’avv. Pierantonio Zanettin (Forza Italia, al suo quarto mandato parlamentare).

Pierantonio Zanettin in uno dei suoi interventi sulla BPVi alla Camera dei deputati
Pierantonio Zanettin in uno dei suoi interventi sulla BPVi alla Camera dei deputati

L’ex membro laico del CSM, anche lui ex socio della BPVi e da tempo attivo per i problemi  che riguardano gli indennizzi agli azzerati, compone, con l’on Alvise Maniero (M5S), già sindaco di Mira, con Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova e già sottosegretario all’Economia, col bressanonese ma residente nel Padovano ed eletto in Veneto Raphael Raduzzi, anche lui M5S, e con l’imprenditore veronese Massimo Ferro (Forza Italia) la sparuta rappresentanza del Veneto che, pure, era la sede delle due maggiori banche ad aver collassato a danno di oltre 210.000 soci, per la gran parte risparmiatori, per responsabilità interne in via di individuazione anche se quelle di Banca d’Italia e di Consob appaiono come “stralciate” (ignorate?) dai processi in corso o in via di istruzione.

È questa una ragione in più perché la Commissione provi a focalizzarne meglio l’operato per individuare, oltre alle probabili corresponsabilità, anche i correttivi per evitare future situazioni analoghe tanto più che il fronte banche (con Carige, Banca Popolare di Bari, MPS e non solo ancora zoppicanti, a dir poco, e per non parlare della discussa Ops su Ubi Banca da parte di Intesa San Paolo, la beneficiaria di fatto del crac delle due ex Popolari venete) appare tutt’altro che tranquillo.

Il genere la commissione si riunisce il mercoledì mattina alle 8,30 e, proprio ieri, dopo la discussione sul regolamento e sui compensi ai consulenti (qui la relazione conclusiva della riunione di ieri della Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario, ndr), è scoppiata la prima “grana”. il Sindacato Italiano Commercialisti, infatti, venuto a conoscenza della riduzione dei possibili compensi a un puro rimborso spese, ha emanato una nota di protesta: “Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, Sindacato Italiano Commercialisti: mancato compenso a consulenti viola diritti lavoratori“.

Ecco, quindi, il perché della nostra intervista all’on Pierantonio Zanettin.

On. Pierantonio Zanettin, Lei è componente del Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario, oltre che stimato professionista,  iscritto all’albo degli avvocati di Vicenza.

Come giudica il comunicato del Sindacato Italiano  Commercialisti, che ieri ha polemizzato con la decisione della Commissione di stabilire la gratuità delle consulenze prestate a favore della commissione?

La giudico una protesta lunare e senza senso. Il budget della commissione è ridotto all’osso. La commissione ha stabilito quindi che ai consulenti, che saranno nominati,  sarà garantito solo un rimborso spese. Se ora i gruppi presenteranno dei curricula dei consulenti che saranno vagliati dal comitato di presidenza c’è da osservare che la sostanziale preferenza gratuita dei consulenti già esiste da due legislature nella Commissione Antimafia.

I commercialisti sostengono che così si viola il principio dell’equo compenso.

Mi pare uno sproposito. La consulenza alla Commissione non è una prestazione professionale “tout court”, ma un “munus publicum”, non disgiunto da un carattere onorifico.

Io, per primo, sono sensibile al tema dell’equo compenso, ma la questione si pone per i professionisti, parte contraente  debole, nei confronti di una clientela, grandi aziende e  banche soprattutto, che tenta  di imporre  compensi non remunerativi, e che svilisce ed umilia la prestazione  professionale, soprattutto con riferimento alle responsabilità che si assumono.

Ma è del tutto irragionevole paragonare la situazione di un giovane professionista costretto, per necessità, ad accettare compensi umilianti, e che va certamente tutelato, con quella di un professionista, (necessariamente) di alto livello, al quale viene richiesta una consulenza da un organo parlamentare.

Non crede che così la commissione non troverà consulenti?

La Commissione potrà avvalersi di Magistrati e Professori universitari, che hanno già uno stipendio.

E poi io credo ancora alla figura del civil servant, che si mette a disposizione delle Istituzioni, senza pretendere necessariamente un compenso remunerativo.

Nelle ore in cui, nel nostro paese, medici ed infermieri  si stanno prodigando, anche a rischio della propria vita, per curare i malati di coronavirus, con stipendi molto spesso da fame, considero senza senso alimentare  una polemica così inutile e fuori contesto.

Sono altre le priorità del paese!

Come non concordare con l’on Zanettin, tanto più che nelle banche “craccate” proprio le super retribuzioni di certi consulenti hanno contribuito a drogare le quotazioni delle azioni e a non fornire le giuste informazioni ai sottoscrittori di titoli e bond!?

Ora i gruppi presenteranno dei curricula dei consulenti che saranno vagliati dal comitato di presidenza, si spera con più attenzione di quanta ne ebbero i vari Zonin sul bocconiani che li aiutarono a gonfiare il prezzo delle azioni..