Immigrazione, assessori sociale Tosetto (Vicenza), Ceni (Verona), Colonnello (Padova) e Zambello (Rovigo) in Commissione Anci: “Stato più presente e uffici potenziati”

651
immigrazione

Si è tenuta oggi presso l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) nazionale la seduta della Commissione immigrazione. L’organo, al quale partecipano gli assessori al Sociale degli enti aderenti si è occupato di diversi temi. Erano presenti i delegati al ramo dei comuni di Vicenza, Matteo Tosetto, Verona, Luisa Ceni, Padova, Margherita Colonnello, e Rovigo, Mirella Zambello.

I quattro amministratori veneti, al termine della seduta della Commissione immigrazione, hanno rilasciato una nota congiunta. Una sorta di resoconto che illustra i sotto temi trattati dall’assemblea, contente l’espressione di una linea di massima favorevole e concordante con quanto proposto.

A partire dalla questione dei cosiddetti “fuori quota“, ovvero quei migranti che arrivano in Italia, soprattutto dalla rotta Balcanica, in modo irregolare e spontaneo e accolti in strutture messe a disposizione del singoli comuni.

“Condividiamo – hanno detto i quattro assessori – la richiesta che sia lo Stato centrale a prendersene cura. È un processo che, con spirito di solidarietà, abbiamo il compito di gestire, ma che ha delle ingenti ricadute economiche sui bilanci dei nostri comuni. Mentre gli sbarchi a Lampedusa generano scalpore con pesanti ricadute sociali e di sicurezza nei nostri territori”.

Capitolo Sistema di Accoglienza e Integrazione o SAI. “Riteniamo pienamente corretta la posizione dei comuni italiani nel richiedere di implementarlo con ulteriori 5000 posti proprio in considerazione delle attuali presenze, dei trend di arrivo e dei dati di turn over e, soprattutto, di inserire una clausola di salvaguardia, estremamente necessaria per i comuni, così come prevista già dalla direttiva del Ministero dell’Interno dell’11 ottobre del 2016. È fondamentale inoltre che i comuni che già appartengono alla rete SAI siano esentati dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza nella misura in cui il numero di posti previsti soddisfi la quota assegnata a ciascun ente”.

Altro tema delicato, quello dell’accoglienza dei minori non accompagnati: “Bisogna stabilire e strutturare una rete di centri di prima accoglienza esclusivamente a carico e sotto la responsabilità del Ministero dell’Interno e delle relative strutture periferiche – hanno sottolineato Tosetto, Ceni, Colonnello e Zambello -.

In questi centri si procederà, in un tempo massimo di 45-60 giorni, all’identificazione e all’accertamento dell’età, del controllo sanitario e alla verifica di parenti sul territorio. Concluso questo iter i minori non accompagnati saranno trasferiti esclusivamente in strutture del SAI i cui posti devono, come già sottolineato, essere ampliati.
Sia per i minori che per gli adulti, si deve prevedere il pieno coinvolgimento del Terzo settore. Anche per quanto attiene i CAS, è fondamentale gestire l’emergenza in collaborazione con le prefetture”.

Inoltre, è stato ritenuto necessario un potenziamento degli uffici immigrazione delle Questure “per velocizzare – hanno commentato i 4 assessori al Sociale di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo – l’identificazione e la regolarizzazione degli immigrati.

In una situazione così ampiamente drammatica, non possiamo, infine, che ribadire la nostra forte preoccupazione sugli effetti del cosiddetto decreto Cutro, che limita fortemente la protezione speciale con il rischio di un aumento dei migranti irregolari sul territorio”, hanno concluso.