Compago pronta a chiedere i danni ad Agsm Aim per il mancato acquisto: “Rilevante danno patrimoniale e reputazionale”

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Operazione affaire Compago e trattativa Agsm Aim empasse acquisizione
Compago e trattativa Agsm Aim (nella foto sede veronese)

Compago è pronta a chiedere i danni ad Agsm Aim Energia. È quanto si apprende da una nota della holding lombarda. Lo riferiscono oggi, martedì 9 maggio 2023, diverse fonti di stampa venete, tra cui il Corriere del Veneto.

“Alla luce del rilevante danno patrimoniale e reputazionale subito, Compago si trova costretta ad avviare una importante azione di risarcimento nei confronti di Agsm Aim Energia e dei componenti degli organi sociali che hanno determinato l’odierna situazione”, recita la nota.

Il collega scrive su Corveneto: “La comunicazione è giunta dopo la decisione del Tribunale delle imprese di Venezia di rigettare il reclamo di Compago sull’ordinanza di marzo che dichiarava che le società sono sciolte dal contratto preliminare di acquisto. Laddove c’era Compago a vendere e Agsm Aim Energia a comprarne un pacchetto pari al 35%, con un patto parasociale anche delle opzioni di vendita e di acquisto riferite al residuo 65%. Un’operazione congelata da Agsm Aim per le modalità e il valore attribuito all’epoca all’acquisizione e che nella multiutility ha aperto un vaso di Pandora di scontri e defenestrazioni nella governance e tra gli azionisti, un’inchiesta della magistratura, un ricorso articolo 2.409 del codice civile («fondato sospetto di gravi irregolarità nell’adempimento dei doveri degli amministratori») da parte del Collegio sindacale. Con quest’ultimo ricorso allargato alle modalità di affidamento delle consulenze operato dal consigliere delegato di Agsm Aim Stefano Quaglino, promotore dell’operazione Compago”.

E, nel dettaglio: “Di fatto, ieri – si legge ancora su Il Corriere del Veneto -, il tribunale ha confermato le sue decisioni, sottolineando che le cosiddette condizioni sospensive del contratto non si sono verificate entro il termine di avveramento indicato nel 31 dicembre 2022. Di più. Si legge nell’ordinanza: «Poiché il reclamo si duole anche dell’avvenuta fissazione dell’udienza da parte del giudice designato a dopo la scadenza del termine di avveramento, merita osservare che il ricorso non faceva cenno a tale termine e comunque non motivava il periculum in ragione della sua prossima scadenza». In altre parole: il ricorso che voleva dar seguito al contratto preliminare depositato a novembre da Roberta Corno, titolare del 69% del capitale sociale di Compago e per questo promotore dell’azione legale, non indicava un termine per loro essenziale, il 31 dicembre, e tantomeno spiegava perché la scadenza fosse importante. Come risaputo il tribunale aveva fissato l’udienza a gennaio”.