Comune di Vicenza, sul Bilancio di previsione 2025 pesano i tagli statali

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bilancio di previsione 2025, ass sala e sindaco possamai
L'assessore e vicesindaco Isabella Sala e il Sindaco Giacomo Possamai presentano la proposta di Bilancio di previsione 2025

I tagli statali sono il grande nemico dei bilanci di tutte le amministrazioni comunali e Vicenza non fa eccezione: questa mattina è stata presentata a palazzo Trissino, dal sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e dalla vicesindaca e assessora con delega al bilancio Isabella Sala, la proposta di bilancio di previsione 2025, e, hanno spiegato i dure referenti “è sempre più difficile reperire i fondi necessari per mantenere i servizi senza gravare sulle spalle delle cittadine e dei cittadini”.

Resta comunque significativa, nonostante i tagli, la voce di bilancio dedicata agli investimenti: per il 2025 sono programmati 32.795.000 euro di fondi stanziati, di cui 28.096.000 euro dedicati alle opere pubbliche, fra cui il primo stralcio della nuova Biblioteca Bertoliana di 7.500.000 euro e l’ormai imminente apertura della nuova Ala Roi a Palazzo Chiericati. Gli investimenti previsti nel triennio, vedono anche importi per 12.591.000 euro, nel 2026, e 17.341.000 euro, nel 2027.

Imu e Irpef non cambiano

Il sindaco ha subito chiarito che – pur con gravissima difficoltà – Imu e Irpef non sono state toccate, in quanto l’intenzione è migliorare le condizioni di vita dei cittadini senza ricorrere all’aumento delle tasse: «Questo però – ha precisato – risulta sempre più complicato a causa dei continui tagli statali che riducono, come noto, le risorse di parte corrente. Un problema che grava su tutti i Comuni italiani che, come noi, faticano oggi a chiudere i bilanci. Sostenere il peso di questi tagli sta diventando veramente impossibile. Come dimostrano i numeri, il Comune di Vicenza è virtuoso: sta però diventando sempre più difficile far fronte anche alle sole spese obbligatorie. La coperta è sempre più corta e il Governo deve ascoltare le esigenze dei Comuni».

La vicesindaca Sala ha poi tracciato il quadro complessivo della manovra, ricordando che già lo scorso anno era stato un piccolo miracolo non aumentare le imposte comunali e che, salvo inversioni di tendenza da parte di Stato e Regione sui tagli ai trasferimenti, sarebbe stato difficile ripetersi. Invece non solo la tendenza non è cambiata, ma la situazione si è complicata: «Abbiamo ricevuto dalla legge di bilancio in corso di approvazione un’ulteriore diminuzione di spesa corrente di 300.000 euro l’anno, sempre a valere sulla parte corrente, dove il piatto piange, da accantonare per investimenti e quindi non utilizzabile per i bisogni quotidiani di una città: servizi per minori, anziani, per le scuole, per la manutenzione ordinaria degli edifici e delle strade. Abbiamo inoltre la necessità di accantonare denari per rinnovi contrattuali che giustamente devono adeguare gli stipendi del personale dipendente al costo della vita. Parliamo di un ammanco al bilancio, nei prossimi 3 anni, di oltre 12 milioni”. Sala ha chiaramente parlato di enorme difficoltà e grande fatica a far quadrare il bilancio di previsione per il prossimo anno, oltretutto sempre tenendo presente che la situazione potrebbe cambiare e che potrebbero essere necessari ulteriori stanziamenti in corso d’anno. «In questa situazione – ha dichiarato – abbiamo contenuto il più possibile le spese, iniziando una revisione che proseguiremo nel 2025. È stata modificata l’imposta di soggiorno, per adeguarla alle mutate condizioni di mercato in linea con gli altri Comuni del Veneto. Vedremo a inizio 2025, con una ulteriore manovra importante di spending review interna, se riusciremo a non aumentare i tributi locali, per contribuire a una città che non vuole arretrare sui servizi, in particolare per chi ha più bisogno».

La proposta di bilancio

La giunta ha dunque consegnato ai consiglieri comunali la proposta di bilancio di previsione 2025 (col triennale ‘26 e ‘27), con 20 giorni di tempo ora per l’analisi e le commissioni che approfondiranno le voci in entrata e uscita. «È un urlo di dolore e di allarme quello che viene da tutti i Comuni di Italia, città metropolitane come piccoli Comuni e realtà come le città capoluogo – ha aggiunto Sala presentando il quadro di entrate e spese correnti – con l’aggravante che stanziamenti aggiuntivi per i minori, 100 milioni del governo per l’intero Paese, sono certamente insufficienti per l’aumento dei casi e non sono nemmeno rivolti a città come la nostra, in cui investiamo moltissimo per cercare di impedire i decreti di allontanamento dalle famiglie, con oltre 1,3 milioni l’anno dedicati in bilancio».

Il taglio complessivo di 12 milioni in 3 anni, fra mancati trasferimenti e aumenti contrattuali, peserà sulla gestione quotidiana dei servizi pubblici. «I contratti  – ha evidenziato ancora Sala – si adeguano al costo della vita: i contratti pubblici per cui vanno accantonate le risorse e, di recente, quelli delle cooperative che forniscono i servizi in modo sussidiario per i Comuni. Sono tutti costi essenziali che non vengono compensati da trasferimenti dello Stato, che anzi subiscono tagli, per noi di 800.000 euro l’anno. Significa che la coperta ormai è corta. Se aumentano i costi, il rischio è proprio il taglio dei servizi per i cittadini e le cittadine, che non vogliamo».

L’assessora è poi scesa nel dettaglio: «Rispetto all’Imu confermiamo a 0,48 l’aliquota delle case affittate per almeno 9 mesi a studenti, così come l’agevolazione per giovani imprenditori under 36 (sono passati lo scorso anno a 0,48 anche gli uffici). Confermiamo la nuova fattispecie per alloggi sociali di Iacp o Erp in assegnazione (aliquota a 0,40) e l’esenzione totale per gli alloggi dati in comodato gratuito al Comune. Per quanto riguarda le nuove agevolazioni, aggiungiamo alcune possibilità consentite nell’ambito del nuovo decreto ministeriale che fissa per la prima volta una griglia in cui i Comuni devono fare rientrare le casistiche, ovviando alle situazioni degli anni trascorsi in cui le amministrazioni mostravano una grande creatività nel proporre le agevolazioni più svariate. Il riordino è stato chiesto per una semplificazione amministrativa. Allo stesso tempo, non consente purtroppo più alcune agevolazioni che il Comune di Vicenza aveva portato avanti, come una riduzione Imu per le ville e i palazzi di pregio aperti al pubblico».

Le nuove agevolazioni puntano a sostenere le attività del territorio. Viene inserita una nuova agevolazione «per chi dia in comodato a Enti del Terzo Settore i propri negozi, per contrastare il tema delle “serrande abbassate”, nella speranza che si riaccendano punti luce in città, portando creatività e solidarietà, e che questo consenta di alzare l’attenzione su una città di una bellezza unica, che soffre come tutte per il cambiamento nelle abitudini di acquisto e consumo, e che sta investendo nella sua vocazione turistica e culturale. Lo stesso principio è nell’agevolazione con lo 0,60 per cento per le Botteghe Storiche, anche questo un segno che intende riconoscere il valore della tradizione e del lavoro. Un’altra agevolazione con lo 0,60 per cento riguarderà le attività di impresa avviate nella forma di persone giuridiche costituite da non più di sei mesi in unità di categoria A/10, C1 e C3, ovvero uffici, negozi e botteghe, incentivo alla occupazione di negozi sfitti».

Aumenta l’imposta di soggiorno

Sempre dal lato delle entrate, «aumentiamo l’imposta di soggiorno, che andava attualizzata ai cambiamenti intervenuti in questi anni. Abbiamo aumentato le diverse tipologie, mantenendo la agevolazioni per i gruppi, diversificando il contributo per le locazioni turistiche (3,5 euro), cresciute esponenzialmente in questi anni, e segmentando le altre tipologie extra-alberghiere».

Restando sul tema relativo alle entrate, il Comune deve registrare una minore entrata prevista sugli introiti della sosta di circa 400.000 euro, dovuto a una rivalutazione degli stalli da contratto in essere.

«Continueremo in maniera ferma e decisa con la lotta all’evasione, che ha dato quest’anno ottimi risultati, anche grazie al rinnovo recente del protocollo di collaborazione con la Guardia di Finanza». È anche una questione di equità nei confronti di chi, ed è la maggioranza, rispetta tempi e modalità nel pagare il dovuto. «Le maggiori entrate – ha poi spiegato Sala – non verranno destinate a quanto avremmo voluto fare di innovativo, o ad aumentare i servizi, ma risultano necessarie per garantire la copertura finanziaria agli aumenti inflattivi dei costi e della spese del personale».

Le maggiori risorse reperite si sono rese necessarie per l’aumento di costi nel sociale per oltre un milione tra minori, donne vittime di violenza, emergenza abitativa e anziani inseriti in strutture sociosanitarie, per l’aumento dei costi delle mense scolastiche, e per la guardiania dei musei. «Agli stanziamenti del bilancio, si aggiungeranno a breve i fondi provenienti dall’ultimo assestamento di bilancio, che consentirà di implementare alcuni progetti di mandato, quali la presenza della figura di un Energy Manager per l’efficientamento degli stabili comunali».

Qui il comunicato stampa ufficiale del Comune di Vicenza