«In Italia si stima un buco di 22,78 miliardi, pari al 9,2% delle entrate per gli enti locali e regionali, a causa della Pandemia». È l’allarme lanciato a ottobre dal Barometro annuale – locale e regionale – dell’Unione europea. Di questo dato è pienamente consapevole il Veneto che, in questi giorni, ha discusso di bilanci e priorità.
Infatti, proprio la Pandemia è stata il punto di partenza della discussione del Consiglio regionale guidato da Luca Zaia, riunitosi questa settimana per redarre il Documento di Economia e Finanza Regionale. Si tratta di un documento programmatorio triennale alla base della manovra di bilancio che presenta lo scenario complessivo ed organico dei documenti di programmazione (programma di governo, Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, programmazione comunitaria 2021-2027).
Luca Zaia ha ricordato che, per le casse del Veneto, «solo il Covid vale circa 1 miliardo e 300 mila euro di spese straordinarie: un impegno finanziario, logistico e gestionale eccezionale». Alla luce di questo gap e del fatto che siamo ancora nella Pandemia, Zaia ha annunciato che saranno fatte scelte anche dure per «garantire la presenza di 1600 sanitari impegnati nella lotta alla pandemia».
Il Presidente della regione ha quindi reso noto che il nuovo bilancio di previsione della Regione del Veneto vale 17 miliardi e 178 milioni di euro e diventa un bilancio “tax free” con l’ambizione di lasciare nelle tasche dei veneti circa 1 miliardo e 146 milioni di euro. Presupposti di questo bilancio della “ripartartenza economica” sono il PNRR che prevede 1 miliardo e 350 milioni di euro destinati al territorio e 75 milioni di euro di cofinanziamento regionale derivante dalla politica di coesione e dalla PAC.
Occhi puntati anche sulle Olimpiadi di Milano e di Cortina, «una voce che vale 84 milioni di euro e progetta la rinascita, in chiave sostenibile, della montagna veneta». Infine, ci sono l’ambizioso piano dell’ospedale di Padova con annesso un centro di ricerca che vale 300milioni e investimenti per sostenere le scuole paritarie (31 milioni di euro) e le scuole di formazione che permettono ai giovani di imparare un mestiere (64 milioni di euro). Confermato sono anche l’impegno nei confronti dell’ESU e il finanziamento delle borse di studio per i giovani.
Coerentemente alla linea regionale, anche il bilancio della ripartenza di Vicenza non prevede alcun aumento di tasse. Lo ha annunciato l’assessore al bilancio Marco Zocca che, sempre nei giorni scorsi, ha predisposto i provvedimenti sui tributi che saranno trattati in consiglio comunale insieme al bilancio di previsione 2022. Tra le novità di rilievo c’è la non applicazione dell’imposta di soggiorno da gennaio ad aprile 2022 per dare un impulso a soggiornare nel capoluogo per la fiera VicenzaOro e la mostra “La fabbrica del Rinascimento” in Basilica. Inoltre l’assessore ha annunciato la riduzione dell’aliquota dell’Imu del 20% per le attività commerciali al fine di incentivare gli affitti e lo sconto del 50% sui plateatici.
Per concludere, operazione unica per Vicenza rispetto agli anni precedenti, verrà erogato un contributo di oltre 140 mila euro nel 2022 per lavori di manutenzione, risanamento e restauro in ben otto chiese per ripartire in questo difficile momento storico ed economico. Le parrocchie coinvolte sono Santa Maria Annunziata a Settecà, Santi Felice e Fortunato nell’omonima via, Maria Regina della pace in località Stanga, San Giovanni Evangelista a Polegge, Sacro Cuore e San Bartolomeo ad Ospedaletto, Santa Maria Araceli in Cristo Re, San Paolo Apostolo in via Carducci, San Cristoforo a Bertesina. Il valore degli interventi complessivi negli otto edifici religiosi ammonta a 520.041 euro.
Di Covid e del ruolo fondamentale delle regioni ha parlato, nella giornata di venerdì 3 dicembre, anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, nel corso della plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CoR) a Bruxelles. Per Ciambetti «senza le regioni e senza il coinvolgimento delle autonomie locali, non può esserci vera ripresa e non può esserci una spesa efficace ed efficiente sui territori». Ciambetti ha quindi lodato il pensiero di Macron secondo cui, senza le Regioni, la pandemia non avrebbe potuto essere gestita in maniera ottimale come è avvenuto in tante parti d’Europa.
Dato spazio alle regioni allora, che sia il momento anche di quello dei cittadini?