Comunicati del Comune di Vicenza. La misura è colma e ViPiù giunge a una loro censura a cui non credevamo di dover arrivare

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Comunicati di propaganda del Comune di Vicenza?
Comunicati di propaganda del Comune di Vicenza?

La misura è colma. Oggi, abbiamo ricevuto e dato pubblicazione all’ennesimo dei comunicati del Comune di Vicenza in “odore” di propaganda. Lo abbiamo fatto come promesso in queste settimane ai nostri lettori per non operare censure che davvero, in tanti anni di lavoro al servizio dei vicentini e non solo, non ci siamo mai sognati di applicare.

Ed è proprio ai lettori che questo articolo si rivolge, perché restiamo convinti, anche se un po’ disillusi, che fare informazione sia una missione a loro dedicata e che debba essere un’attività improntata soprattutto al rispetto nei loro confronti.

Facciamo un po’ di chiarezza. A voi tutti è ben nota la nostra “crociata solitaria” contro la proliferazione di comunicati stampa del Comune di Vicenza che in questa campagna elettorale – a nostro avviso, e forse “solo” a nostro avviso – violano la legge.

Avrete ormai familiarizzato con la dicitura con la quale abbiamo deciso di accompagnare questi comunicati rilevando possibili violazioni della disposizione prefettizia che giustamente, in base alla legge, vieta alle amministrazioni comunali, compresa quella attuale vicentina, in campagna elettorale (sostanzialmente dal 7 marzo 2023) di fare propaganda. Insomma, il Comune di Vicenza avrebbe dovuto limitarsi a comunicazioni “indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni” (es: interruzione di un servizio) da fare comunque “in forma impersonale“.

Abbiamo potuto constatare che, dopo aver segnalato la cosa nelle sedi preposte, l’ufficio stampa comunale si è limitato solo ad osservare quest’ultima prescrizione, attribuendo ad una, appunto, impersonale “amministrazione comunale” azioni e dichiarazioni che prima apparivano con ruolo degli amministratori di volta in volta interessati, molti dei quali candidati alle elezioni comunali, Rucco in primis. Ruolo che portava ad una immediata identificazione e che nei media che riportavano, come lecito, le relative notizie “apparivano” e “appaiono” con nome e cognome.

“Fa divieto (repetita iuvant, ma forse no) a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di propaganda di qualsiasi genere, ancorché inerente alla loro attività istituzionale, nei trenta giorni antecedenti l’inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della stessa”, dice, poi, il prefetto per gli ultimi 30 giorni appena iniziati dopo che, senza interventi a noi noti, è proseguito finora e ancora prosegue il florilegio di appuntamenti e comunicati che, nel periodo nel quale ci troviamo, è difficile non battezzare come propagandistici.

L’ultimo in ordine temporale, e probabilmente in senso assoluto, per quanto ci riguarda, è di oggi: Medicina di Gruppo ai Ferrovieri di Vicenza, sopralluogo dell’amministrazione che promette lavori di riqualificazione. Comunicato, questo, del Comune di Vicenza nel quale si narra di “un sopralluogo svolto questa mattina nell’immobile di via Fincato 4, ex sede della guardia medica” dall’amministrazione comunale di Vicenza (impersonale) che ha “ribadito la necessità di mantenere il presidio sanitario della Medicina di Gruppo attualmente operativo e si è resa disponibile ad intervenire, se necessario, con dei lavori di riqualificazione nella struttura“.

Questa, noi la leggiamo come “promessa elettorale” e, credeteci, non per partito preso o per qualche astrusa partigianeria che ci si potrebbe imputare, ma per una questione di dignità dell’informazione. E non abbiamo problemi a ribadire che questa, come altre comunicazioni di questo tipo, finiscono pubblicate “tal quali” da molti media vicentini, senza alcuna osservazione critica, tradendo, in qualche modo, il contratto di fiducia con i lettori.

Per noi, come dicevamo, la misura è assolutamente colma. Ed è anche una questione di frustrazione dettata dalla constatazione che aver interessato della vicenda le autorità preposte a vigilare, su tutti il prefetto di Vicenza, Salvatore Caccamo, non ha sortito nulla se non un “controlleremo, verificheremo“.

Lo stesso, ahinoi, dicasi, pensiamo, per i 4 candidati sindaci che si sono quantomeno premurati di rispondere al nostro appello, una volta interessati della vicenda, e che si sono (anche giustamente) limitati a rimettersi alle decisioni che dovrebbero prendere le medesime autorità di controllo: la prefettura e l’ordine dei giornalisti.

Oggi, in qualità di direttore responsabile di ViPiù, ho inviato l’ennesima segnalazione-sollecito al Prefetto di Vicenza Caccamo, al presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, Giuliano Gargano, al Consiglio di disciplina del medesimo Ordine, e a Paola Sperotto, direttore responsabile di “Vicenza notizie – Notiziario quotidiano a cura del Comune di Vicenza”.

Infine, a questo punto, condivido con voi quanto loro rappresentato. “A due giorni dalla manifestazione per la difesa della sanità publica viene permesso anche questo comunicato elettorale del Comune (clicca qui)? Alzo le mani, ormai penso che in Italia tutto sia consentito. Forse dovrei fare altrettanto anche io come giornalista, ma cercherò di mantenere un’etica, a questo punto mia personale, se non altro per i nostri lettori. Penso che non scriverò più agli indirizzi di questa mail.

Renderò nota ai nostri lettori e ai candidati, soprattutto ai 4 che hanno comunicato di essere in attesa della decisione, qualunque essa sia, dell’autorità preposta, questa mia mail sull’assenza di risposte del Prefetto e non pubblicheremo più alcun comunicato del comune, non attinente a note di servizio, visto che che SECONDO NOI, a questo punto, non rispetta la legge. Siamo obbligati da questo stallo di presa di responsabilità da parte del rappresentante del Governo ad operare una censura a cui non credevamo di dover arrivare“.

Tanto vi dovevo, a voi sempre fedele.


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