Comunismo = nazismo per UE? Il giudizio di… Thomas Mann su Pisapia, Moretti e i finti di sinistra

874
Comunismo non è nazismo
Comunismo e nazismo

Il mio primo commento sul voto di Pisapia a favore della mozione checondanna uso simboli del comunismo equiparandoli a quelli del nazismo, è stato interno al partito in cui milito, il Pci. Ho usato vocaboli, diciamo, forti. Uno sfogo, più che altro. Comunque il “signor” Pisapia non si smentisce. Un opportunista qualunque che cavalca l’onda che gli conviene.
Sai come la penso. Filo comunista quando gli serve, avvocato (dalla parte degli “imputati eccellenti”)  nel primo processo Marlane Marzotto quando ci guadagna, lascia quell’incarico quando vuole l’appoggio dei comunisti per diventare sindaco, fautore dell’unità delle sinistre quando crede di diventarne leader, “entra” nel PD per diventare eurodeputato… Adesso vota a favore di una mozione infame che stravolge realtà se storia.
A lui dedico questa frase di Thomas Mann: “Collocare sul medesimo piano il comunismo russo e il nazifascismo in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo”. (Thomas Mann, 1945)

Di Pisapia è noto quello che penso. Questo suo voto non fa che confermare la giustezza della mia profonda disistima per il “politico” e per l’uomo.

La frase di Thomas Mann vale anche per la signora Alessandra Moretti che ha votato a favore della mozione con Pisapia e con gli altri che di sotto elenco. Sarebbe bene che ci spiegasse perché. Ne è convinta? Si è accodata al carro dell’anticomunismo? Lo fa perché “fa fino”, perché “è di moda”? O convinta lo è sempre stata (ma quando non conveniva non lo diceva)? Comunque sarebbe una cosa onesta che questi personaggi la smettessero di dichiararsi di sinistra e di nominare grandi comunisti come Berlinguer quando fa loro comodo. Sappiano che il 25 aprile esiste anche perché l’Armata Rossa sconfisse i nazifascisti a Stalingrado e che alcuni ex prigionieri sovietici combatterono a fianco dei partigiani per liberare l’Italia. Pisapia, Moretti e gli altri facciano pure a meno di credersi antifascisti. Semplicemente non lo sono.

S&D: Bartolo (PD), Benifei (PD), Bonafè (PD), Calenda (PD), Chinnici (PD), Cozzolino (PD), Danti (PD), De Castro (PD), Ferrandino (PD), Gualmini (PD), Moretti (PD), Picierno (PD), Pisapia (PD), Tinagli (PD).

ID: Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Bardella (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Bruna (Lega), Camponemosi (Lega), Caroppo (Lega), Casanova (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega).

PPE: Berlusconi (FI), Dorfmann (SV), Martusciello (FI), Milazzo (FI), Salini (FI), Tajani (FI)

ECR: Fidanza (FdI), Fiocchi (FdI), Fitto (FdI), Stancanelli (FdI).

Articolo precedenteDaniela Sbrollini e le due notti insonni per scegliere in quale partito cercare una nuova… sedia. Quella che non hanno i lavoratori
Articolo successivoIl forno giusto per arrivare alle Olimpiadi di Cucina
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.